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San Privato di Mende Vescovo e martire

21 agosto

† 407 circa

Martirologio Romano: Nel territorio di Mende in Francia, san Privato, vescovo e martire, che, durante l’invasione dei Vandali in Francia, fu trovato nella cripta, dove attendeva a digiuni e preghiere, e morě battuto con le verghe per essersi rifiutato di tradire le sue pecore immolando agli idoli.


E' a san Gregorio di Tours che si debbono i ragguagli più esatti su san Privato (lat. Privatus; fr. Privat), vescovo dei Gabali (oggi diocesi di Mende), uno dei santi più venerati dell'antica Gallia insieme con i santi Dionigi, Saturnino, Martino e Marziale.
Secondo il racconto di Gregorio, il martirio di Privato è legato all'invasione degli Alamanni, comandati dal loro re Croco. Su consiglio di sua madre, costui devastò la Gallia, distrusse i templi degli Alverni, giungendo così fino al territorio dei Gabali. Qui Privato viveva in una grotta del monte Mimmat, digiunando e pregando: subito preso si tentò di mercanteggiarlo come ostaggio per costringere la guarnigione di Grèze ad aprire le porte. Privato rifiutò di prestarsi a queste manovre e di sacrificare agli idoli, per cui fu ripetutamente colpito e dopo qualche giorno morì.

Non sappiamo esattamente in quale epoca porre questa invasione di Croco, alla quale sono collegate le passiones di un certo numero di martiri della Gallia: alcuni, seguendo Gregorio di Tours, la mettono nel secolo III, durante l’impero di Valeriano e Gallieno; altri l’identificano con l’invasione del 407.
Il martirio di san Privato è stato narrato da due passiones: la più breve è stata inserita da Vincenzo di Beauvais nel suo Speculum Historiale; la più lunga risale almeno al secolo X, ed anche oltre, quantunque in essa non si faccia menzione del trasporto delle reliquie di san Privato. Infatti, dopo il 632, alla morte di Cariberto, il suo corpo sarebbe stato trasferito, dal re Dagoberto, da Mende all’abbazia di san Dionigi. Da lì, nel 777, sarebbe stato portato in Lorena, nel priorato di Salonnes, fondato da Fulrado, abate di san Dionigi. Sarebbe stato in seguito riportato a Mende in tutta segretezza, ad opera di un monaco chiamato Clodberto, e sepolto in una cripta della chiesa di santa Tecla. Qui, nel 1170, il vescovo Adalberto avrebbe poi scoperto i resti racchiusi in una cassa di piombo, e in quest’occasione avrebbe scritto i suoi opuscoli De inventione et de miraculis. Questa traslazione dei resti da san Dionigi a Salonnes, comunque, non è storicamente certa.
Il culto di san Privato è stato sempre vivo sin dall’epoca in cui Gregorio notava un’assidua frequenza di popolo nella basilica edificata sulla sua tomba. Parecchi villaggi nel paese dei Gabali (Gévaudan) e in Lorena portano il suo nome. Nel Martirologio Romano è ricordato il 21 agosto, con un elogio attinto da Floro, dipendente a sua volta dal Martirologio Geronimiano.
Nell’iconografia Privato appare in abito episcopale e ha come attributo una dava, simbolo forse della sua irruente opera di evangelizzatore. La sua immagine appare nel mosaico che orna la tomba di Guillaume Duraod, vescovo di Mende, in santa Maria sopra Minerva a Roma: esso è opera pregevole di Giovanni dei Cosmati (secolo XIII).


Autore:
Gérard Mathon


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2019-03-19

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