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Santo Stefano I Papa

2 agosto

m. 257

Romano, papa dal 12 marzo 254 al 2 agosto 257, fu sepolto nel Cimitero di Callisto sulla via Appia e da Paolo I trasferito, il 17 agosto 761, a S. Silvestro in Capite.
Fu molto caritatevole verso i Libellatici (cristiani che nel tempo delle persecuzioni avevano ottenuto da un magistrato un libello attestante di aver sacrificato agli idoli, per quanto ciò non fosse avvenuto).
Si oppose fermamente al ribattesimo dei convertiti dall’eresia; stabilì che i paramenti sacri si indossero unicamente in chiesa.
La “Passio” che lo riguarda e lo vuole martire, quasi sicuramente, dà com sue le gesta del successore S. Sisto II.

Martirologio Romano: A Roma nel cimitero di Callisto, santo Stefano I, papa, il quale, per affermare con chiarezza il principio che l’unione battesimale dei cristiani con Cristo si compie una sola volta, proibì che quanti intendevano volgersi alla piena comunione con la Chiesa fossero nuovamente battezzati.


E' romano di origine e suo padre si chiamava Giulio. Altro non sappiamo della sua famiglia. Viene eletto al pontificato come successore di Lucio I al tempo di Valeriano (253-260 ca.), che per qualche tempo lascia in pace i cristiani, già agitati per conto loro.
C’è il problema di come trattare i lapsi (“caduti”), ossia quei cristiani che in tempo di persecuzione hanno ceduto per paura e che poi, pentiti, chiedono di essere riaccolti: un aspro terreno di scontro tra rigoristi e indulgenti. Ci sono stati poi in Spagna due vescovi, Basilide e Marziale, che hanno rinnegato Cristo durante una persecuzione: ora, i fedeli sono sì disposti ad accettarli, ma solo come semplici fedeli. E costoro invece rivogliono pure i vescovadi, arrivando a ingannare papa Stefano, che dà loro ragione, facendo infuriare i fedeli di Spagna e anche quelli del Nordafrica, col grande Cipriano vescovo di Cartagine.
Altro motivo di discordia: il cosiddetto “battesimo degli eretici”. Si tratta di quei seguaci delle molte sètte di allora, che poi chiedevano di entrare (o di ritornare) nella Chiesa. A Roma e in altre parti del mondo cristiano del tempo, questi pentiti vengono riaccolti senza esigere un secondo battesimo.
In Africa, invece, lo si richiede, non considerano valido il “battesimo eretico”(ed è anche vero che in certe comunità staccate dalla Chiesa non tutti battezzano rigorosamente "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo": c’è chi infila nella formula anche altri nomi). Un’altra spina nel breve e afflitto pontificato di Stefano.
La Chiesa, all’epoca, non ha una sua compiuta teologia dei sacramenti; e non è ancora comparso sant’Agostino a chiarire per tutti che la grazia sacramentale proviene unicamente da Cristo. Cipriano motiva il suo rifiuto, e Stefano ribadisce la posizione di Roma, ma giustificandola solo con la sua consuetudine. Il conflitto si fa duro, ma nel 257 sull’intera Chiesa piomba la persecuzione di Valeriano, che torna al regime duro per tenere insieme l’Impero nella guerra contro la Persia.
In questo stesso anno muore papa Stefano; ma non ci sono prove del suo martirio, al di là delle annotazioni del Sacramentario Gregoriano e del Martirologio Geronimiano. Il suo corpo viene sepolto nel cimitero a San Callisto, e poi sarà trasferito a Santa Prassede. L’anno successivo, la persecuzione raggiunge l’Africa, dove muore per la fede Cipriano, decapitato nella sua Cartagine.


Autore:
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2002-07-30

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