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Beato Pietro Ruiz de los Paños y Ángel Sacerdote, fondatore e martire

23 luglio

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Mora, Spagna, 18 settembre 1881 – Toledo, Spagna, 23 luglio 1936

Pedro Ruiz de los Paños y Ángel, nato a Mora presso Toledo il 18 settembre 1881, studiò nel Seminario di Toledo, dove conobbe la Fraternità dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù. Fu ordinato sacerdote il 9 aprile 1905, mentre il 12 agosto seguente entrò tra i Sacerdoti Operai. A Siviglia fondò l’Opera per la promozione di vocazioni, con lo scopo di aiutare i seminaristi; a Plasencia cominciò a pubblicare le «Pagine Vocazionali» e l'opuscolo «Il Seminatore». Ne 1933 fu nominato direttore generale dei Sacerdoti Operai. Nel corso degli Esercizi spirituali dal 26 giugno al 5 luglio 1936, preparò al martirio i confratelli e i seminaristi, a causa dei sempre maggiori segnali di persecuzione contro la Chiesa. Il 16 luglio 1936 tornò a Toledo per incontrare il primo nucleo delle Discepole di Gesù, istituto religioso femminile che aveva iniziato a concepire il 18 agosto 1931, ma non poté raggiungere le aspiranti a causa della guerra civile spagnola. Durante la notte del 22 luglio, infatti, sacerdoti e allievi lasciarono il Seminario a piccoli gruppi. Don Pedro e don José Sala Picó, rettore del Seminario minore, si rifugiarono in casa di don Alvaro Cepeda, ma il mattino del 23 luglio giunsero i rivoltosi, che li arrestarono e li uccisero nella località del Paseo del Transito. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, a capo di un gruppo di nove Sacerdoti Operai martiri nella medesima persecuzione (altri ventuno sarebbero stati beatificati successivamente). I suoi resti mortali sono venerati nella cappella delle Discepole di Gesù a Valladolid, in Camino del Cementerio 17.

Martirologio Romano: A Toledo ancora in Spagna, beati martiri Pietro Ruíz de los Paños e Giuseppe Sala Picó, sacerdoti dell’Istituto dei Sacerdoti Operai Diocesani, morti sempre nella stessa persecuzione.


Oggi diremmo che nel suo DNA c’era il germe del martirio, da sempre desiderato come completamento di una vita vissuta come un esilio, lontano da Dio e quindi ansioso di ricongiungersi a Lui.
Nella sua consacrazione all’Amore Misericordioso, così pregava: «Accetterò la morte quando ti degnerai di inviarmela, ma, perché sei Onnipotente, ti supplico di abbreviare i giorni dell’esilio, consentendomi di possederti… Ti offro anche il sangue del mio corpo, con il desiderio di donartelo interamente, sia che venga sparso violentemente da mani altrui, sia che venga versato per un incidente o per una malattia».
Ecco il desiderio intimo di Pedro Ruiz de los Paños y Ángel, il quale nacque a Mora presso Toledo il 18 settembre 1881, figlio di Francisco Ruiz de los Paños y López Ayllón e Braulia Ángel Navarro, ma considerò sempre Orgaz, dove risiedette, come sua città di origine.
Fu seminarista nel Seminario di Toledo, dove conobbe la Fraternità dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù, fondata nel 1881 da don Manuel Domingo y Sol (beatificato nel 1987) per la formazione di buoni sacerdoti. Entrò a farne parte il 12 agosto 1905 dopo l’ordinazione sacerdotale, ricevuta il 9 aprile dello stesso anno.
Si appassionò a tal punto a quell’ideale da affermare: «Vi sfido a dirmi se vi è un altro ministero, nell’ambito sacerdotale, che renda maggior gloria a Dio della dedizione di tutta la vita alla formazione dei seminaristi, futuri ministri della Chiesa».
Trascorse l’intera vita in vari Seminari diocesani: dal 1904 al 1912 fu prefetto di disciplina in quelli di Malaga, Jaén e Badajoz, poi economo in quello di Siviglia, rettore in quello di Plasencia e nel Pontificio Collegio Spagnolo di San Giuseppe a Roma.
A Siviglia fu considerato, al suo tempo, l’autentico promotore dell’Opera per la Promozione di Vocazioni, con lo scopo di aiutare anche economicamente i seminaristi. A Plasencia cominciò a pubblicare le «Pagine Vocazionali» e l’opuscolo per ragazzi «El Sembrador» («Il Seminatore»); promosse poi la celebrazione della prima Giornata del Seminario.
Con i Sacerdoti Operai del Seminario di Plasencia ordinò e trascrisse a macchina i quarantacinque volumi di scritti originali del fondatore. Per sei anni fu consigliere del governo centrale dei Sacerdoti Operai, dei quali, nel 1933 fu eletto direttore generale.
Mentre predicava il corso di Esercizi Spirituali dei Sacerdoti Operai, dal 26 giugno al 5 luglio 1936, ebbe un invito particolare ai partecipanti: «Nella Fraternità si prega e si lavora molto. Sono contento degli Operai. Ci manca solo il sangue del martirio. C’è bisogno di Operai martiri». Ventidue dei presenti sarebbero stati uccisi nei giorni e mesi seguenti, nel corso della persecuzione religiosa che si accompagnò alla guerra civile spagnola.
Il 18 agosto 1931, don Pedro aveva cominciato a concepire, attuandola 1934, la fondazione di un istituto religioso femminile, le Discepole di Gesù, il cui fine specifico era l’apostolato per le vocazioni sacerdotali e religiose. Per inaugurare la loro casa giunse a Toledo il 16 luglio 1936: due giorni dopo, ebbe inizio la guerra.
Mentre cadevano le bombe intorno al Seminario, don Pedro riuscì a creare un clima di autentico entusiasmo fra i presenti, preparandoli all’imminente martirio. Durante la notte del 22 luglio, lasciarono il Seminario a piccoli gruppi. Don Pedro e il rettore del Seminario minore, don José Sala Picó, si rifugiarono in casa di un sacerdote, don Alvaro Cepeda, dove trascorsero la notte.
Tuttavia, il mattino del 23 luglio, giunsero i rivoltosi, che presero i tre sacerdoti e li condussero come in una Via Crucis al Paseo del Transito di Toledo, dove li fucilarono. Don Pedro aveva 54 anni.
Posto a capo del gruppo che contava in tutto nove Sacerdoti Operai martiri nella medesima persecuzione (comprendente anche don José Sala Picó), fu beatificato con essi il 1° ottobre 1995 dal Papa san Giovanni Paolo II.
Le Discepole di Gesù hanno poi continuato il loro cammino: nel 1942 hanno ottenuto il riconoscimento da monsignor Antonio García y García, arcivescovo di Valladolid, a cui è seguito quello pontificio. Hanno ancora delle presenze a Valladolid, dove custodiscono, nella loro casa centrale di Camino del Cementerio 17, le spoglie mortali del fondatore.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2021-10-30

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