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Santa Maria Ermellina di Gesù (Irma Grivot) Vergine e martire

9 luglio

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Baune, Francia, 28 aprile 1866 - Taiyuan, Cina, 9 luglio 1900

Irma Grivot nacque il 28 aprile 1866 a Beaune, in provincia e diocesi di Digione, figlia di genitori di modeste condizioni sociali. Dopo aver ottenuto il diploma di maestra, decise di entrare nella congregazione delle suore Francescane Missionarie di Maria, di recente fondazione. Il 28 luglio 1894 compì la vestizione religiosa e assunse il nome di suor Maria Ermellina di Gesù. Madre Maria della Passione, fondatrice della congregazione e superiora generale (beatificata nel 2002), ebbe grande stima di lei e le affidò numerosi incarichi. L’ultimo fu quello di superiora della comunità destinata a Taiyuan, nella regione dello Shanxi, in Cina: madre Maria Ermellina divenne quindi responsabile di altre sei consorelle e di un orfanotrofio femminile. Il 5 luglio 1900, durante la rivolta dei “Boxers”, contrari agli occidentali e alla religione cristiana, le sette suore furono imprigionate insieme ad altri cristiani, sia cattolici (religiosi e laici) sia protestanti, seppure in due zone diverse della stessa prigione. Il 9 luglio furono condotte nel cortile del palazzo del viceré dello Shanxi: lì assistettero alla decapitazione dei loro compagni e furono le ultime a piegare il collo sotto le lame dei loro carnefici. Madre Maria Ermellina aveva 34 anni. Lei e le altre suore, insieme ai loro compagni di martirio, sono state beatificate il 24 novembre 1946 da papa Pio XII e canonizzate da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.

Martirologio Romano: Nella città di Taiyuan nella provincia dello Shanxi sempre in Cina, passione dei santi Gregorio Grassi e Francesco Fogolla, vescovi dell’Ordine dei Frati Minori, e ventiquattro compagni, martiri, che durante la persecuzione dei seguaci della setta dei Boxer furono uccisi in odio al nome di Cristo.


I primi anni
Irma Grivot nacque il 28 aprile 1866 a Baune, in provincia e diocesi di Digione, nella regione francese della Borgogna. Trascorse la sua fanciullezza in un grande fervore religioso, ma la sua famiglia era molto modesta: suo padre era un bottaio, mentre sua madre si occupava della casa.
Di salute molto gracile, aveva un carattere vivace e affettuoso, che la portava a meravigliarsi della natura e ad appassionarsi alle questioni di fede. Terminò le scuole elementari nel 1883, poi si avviò agli studi per diventare maestra. Ottenuto il diploma, per rendersi indipendente dalla famiglia, cominciò a impartire lezioni private a pagamento.

Vocazione religiosa
Di pari passo, maturò in lei la vocazione religiosa e missionaria. Nonostante il parere contrario dei genitori, volle entrare nella congregazione delle Francescane Missionarie di Maria, fondata nel 1877 da madre Maria della Passione, al secolo Hélène de Chappotin de Neuville (beatificata nel 2002).
Nel 1894 Irma bussò alla porta della loro casa di Vanves, fuori Parigi, sede del prenoviziato. A causa della sua salute, le fu suggerito di restare più a lungo, per vedere se fosse effettivamente adatta alla vita in missione.
La sua ferrea volontà ebbe la meglio: nel luglio dello stesso anno passò in noviziato a Les Châtelets, nell’antica residenza estiva dei vescovi di Saint-Brieuc. Il 28 luglio 1894 prese l’abito bianco dell’Istituto e il nome di suor Maria Ermellina di Gesù.

I primi tempi tra le Francescane Missionarie di Maria
La ragione di questo insolito appellativo rimonta agli antichi bestiari medievali. Secondo le leggende, infatti, l’ermellino preferiva morire piuttosto che macchiare la propria pelliccia: era quindi considerato un simbolo di purezza.
La sua condotta e la sua spiritualità colpirono la fondatrice e superiora generale, la quale la nominò segretaria della superiora e ammonitrice delle novizie. Nel 1896 venne trasferita a Vanves presso i laboratori artigiani e la tipografia, interamente gestiti dalle suore affinché si guadagnassero da vivere con le proprie mani.
Suor Maria Ermellina fu incaricata, precisamente, della contabilità. L’attività non la distraeva tuttavia dal suo unico pensiero: essere sposa di Cristo. Così, l’8 settembre 1896, pronunciò i suoi voti. Nei successivi tre anni, anche in mezzo ai suoi impegni, fu capace di spargere intorno a sé una gioia contagiosa, suscitando l’ammirazione delle superiore.

Verso la missione
Nel 1898 madre Maria della Passione la chiamò a Roma, per darle una preparazione più specifica per le missioni. Questa possibilità fece fare al cuore di suor Maria Ermellina balzi di gioia: sin da ragazza, infatti, aveva coltivato l’ideale missionario. Rimase a Roma tre mesi, lasciando nelle suore un ricordo indimenticabile.
Nel febbraio 1899 lasciò Roma per imbarcarsi a Marsiglia, dove trovò altre consorelle e compagne di viaggio, delle quali era stata nominata superiora. A loro si unirono anche alcuni Frati Minori Osservanti, con a capo monsignor Francesco Fogolla: era stato lui a richiedere la presenza delle Francescane Missionarie di Maria nella provincia cinese dello Shanxi. Tutti insieme salparono verso l’Oriente il 12 marzo 1899.

Il viaggio e l’arrivo a Taiyuan
Nel suo diario di viaggio, o meglio, nelle lettere a madre Maria della Passione, madre Maria Ermellina descrisse nel dettaglio le varie tappe e i contatti con altre comunità religiose a Colombo, Saigon e Hong Kong. Dopo 35 giorni di navigazione, le missionarie raggiunsero Shanghai, ospiti delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, le prime arrivate in Cina. Poi esse si avviarono, via ferrovia e poi con muli e palanchini, verso la meta.
Giunsero finalmente a Taiyuan il 4 maggio 1899, dopo un ulteriore viaggio di 52 giorni, oltre la traversata oceanica. Furono accolte dal venerando monsignor Gregorio Grassi, da alcuni padri francescani e da duecento orfanelle. Proprio le orfane furono l’impegno principale delle suore, insieme al dispensario che avevano allestito, nell’attesa della costruzione di un ospedale.
La madre fondatrice, scrivendo e parlando di madre Maria Ermellina, diceva: «Dobbiamo benedire il Cielo d’aver dato all’Istituto delle Francescane Missionarie di Maria, questa giovane Superiora, vero e raro modello di perfezione».

La rivolta dei “Boxers”
Il 23 aprile 1900 fece il suo ingresso a Taiyuan il viceré dello Shanxi, Yu-Hsien. Era già noto per il favore dato ai membri della Società di Giustizia e di Concordia, divenuti noti in Occidente come i “Boxers”, autori di molte stragi contro le missioni cattoliche.
Infatti, dopo due mesi dal suo arrivo, essi comparvero a Taiyuan. Cominciarono a diffondere tra il popolo varie accuse contro i cristiani: li definivano nemici della patria, avvelenatori di pozzi, seviziatori di bambini, causa della siccità e della conseguente carestia. Lo stesso viceré, con un proclama affisso per le strade, dichiarava: «Il fetore dei cristiani è arrivato fino al cielo, per questo non cade più né pioggia né neve».
I cristiani cominciarono a fuggire, dopo questi annunci. Anche le suore furono invitate a farlo dal vescovo, però madre Maria Ermellina rispose: «Ah no! Siamo venute qui a dare la vita per Gesù, se fosse necessario! La forza ce la darà Nostro Signore!».

Il martirio delle sette suore e dei loro compagni
Intanto, i soldati del viceré portarono via con la forza le orfanelle dall’orfanotrofio. Il 5 luglio le suore, insieme ai frati, ai seminaristi e ai domestici, furono invitate dal viceré a lasciare le loro case per un’abitazione più sicura chiamata “Albergo della pace celeste”. Di fatto, era un luogo di prigionia: i cattolici vennero rinchiusi in un padiglione, i protestanti in un altro.
Verso le quattro del pomeriggio del 9 luglio 1900, gli uomini del viceré fecero irruzione nel padiglione dei protestanti, uccidendoli. A quel punto, l’anziano vescovo monsignor Gregorio Grassi invitò tutti a prepararsi alla morte e diede l’ultima assoluzione.
I “Boxers” giunsero anche da loro e li condussero al palazzo del viceré, dove vennero condannati a morte. Condotti nell’ampio cortile, subirono l’esecuzione a colpi di sciabola e di arma da fuoco. Le sette Francescane Missionarie di Maria furono le ultime: dopo aver assistito alla carneficina, cantarono il “Te Deum” abbracciandosi; infine, porsero il collo alle spade. Madre Maria Ermellina aveva trentaquattro anni.

Nella gloria dei martiri
Lei e le altre sei suore furono beatificate il 24 novembre 1946 da papa Pio XII, insieme ai loro compagni di martirio: due vescovi, due sacerdoti e un fratello laico dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti (missionari) e quattordici laici (cinesi), undici dei quali membri del Terz’Ordine francescano.
Della stessa causa, quindi beatificati nella stessa occasione, facevano parte altri tre religiosi dei Frati Minori Osservanti: padre Cesidio Giacomantonio, ucciso il 4 luglio 1900 a Hangzhou, monsignor Antonino Fantosati e padre Giuseppe Maria Gambaro, morti tre giorni dopo.  La memoria liturgica di tutto il gruppo fu fissata al 9 luglio, giorno della loro nascita al Cielo.
A poco più di cent’anni dal loro martirio, il Papa san Giovanni Paolo II ha autorizzato la fusione delle cause di vari Beati martiri in Cina, inclusi monsignor Gregorio Grassi e i suoi venticinque compagni, in una sola: il decreto relativo porta la data dell’11 gennaio 2000. Dopo la firma del decreto “de signis”, avvenuta undici giorni dopo, il 22 gennaio, lo stesso Pontefice li ha iscritti fra i Santi il 1° ottobre successivo.


Autore:
Antonio Borrelli ed Emilia Flochini

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Aggiunto/modificato il 2018-07-08

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