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Beata Vergine Maria dello Sterpeto

8 maggio

Patronato: Barletta (BA), Arcidiocesi Trani-Barletta-Bisceglie


Barletta, largamente conosciuta in ambito storico e culturale come “Città della Disfida”, è anche nota come “Civitas Mariae” per i forti legami storici con la Nazareth di Galilea - località in cui la Santissima Vergine Maria è vissuta - a causa della plurisecolare residenza degli arcivescovi nazareni rifugiatisi nella ridente città pugliese in seguito alla caduta dell’ultimo presidio crociato di San Giovanni d’Acri. Ancora nel Palazzo Arcivescovile Nazareno di Barletta sovrasta la dicitura fatta apporre dall’arcivescovo mons. Niccolò Iorio (1726-1745): “Barulum nova Nazareth”. Da sempre la popolazione barlettana ha sperimentato la materna intercessione dell’Immacolata di Nazareth specie nei momenti di necessità. Per questo, grata, il 15 novembre 1964, in una piazza centrale della città fu innalzato un monumento in suo onore, benedetto dal card. Luigi Traglia. Per tale realizzazione si fece promotore il sacerdote don Antonio Larosa, assistente diocesano degli uomini di Azione Cattolica.
Nei secoli a Barletta la devozione verso la Gran Madre di Dio si è identificata con l’icona bizantineggiante della Madonna dello Sterpeto, tempera su tavola di centimetri 95 x 65, datata al sec. XII, raffigurante la Vergine Maria che trattiene a destra tra le sue braccia il figlio Gesù. Cito a proposito un passo del sacerdote mons. Sabino M. Cassatella: “La Madonna ci è cara, è cara a tutta Barletta, come è cara a ciascun figlio di Barletta. Quali entusiasmi di fede suscita in noi la Madonna dello Sterpeto! Volete voi entusiasmare i barlettani alle cose della fede? Nominate la Madonna dello Sterpeto, mostratene loro una devota immagine” .
Quali le origini di questa Immagine Sacra e del suo luogo di culto? In verità non è mai stato fatto un approfondito studio critico a riguardo; pertanto ci rifacciamo ad alcune notizie raccolte da opere sparse.
A partire dal VII secolo, i monaci Basiliani cominciarono a sbarcare sulle coste dell’Italia meridionale, esuli dalla persecuzione partita da parte dell’imperatore di Costantinopoli, Leone III, detto l’Iconoclasta, portando con sé molte icone sacre, salvandole dalla distruzione. Alcuni di essi giunsero anche a Barletta ed è tradizione che portarono con sé la nostra venerata icona della Madonna. Fondarono così una piccola chiesa dedicata al culto della Gran Madre di Dio, con annesso cenobio a 3 km dal centro abitato di Barletta, sulla Statale per Trani, in una zona rurale “Stirpibus refertus”, così chiamata per la grande presenza di rovi: di qui il titolo mariano “de Stirpeto”.
Risale al 16 gennaio 1215 un primo documento in nostro possesso. E’ un atto pontificio di Papa Innocenzo III indirizzato all’arcivescovo di Trani, Bartolomeo, con il quale veniva confermato il possesso acquisito dallo stesso Arcivescovo sul casale dello Sterpeto. Dal documento pontificio si ricava che tale casale era già esistente al tempo di papa Celestino III (1191-1198).
Per la custodia della chiesa dello Sterpeto, ai Basiliani si susseguirono i monaci Benedettini di Monte Sacro. Questa presenza ci viene confermata da una pergamena del 1236 che menziona un certo “Theodorus Abbas Ecclesie S. Marie de Stirpeto”. Intorno al 1258 si avvicendarono i Benedettini Cistercensi di Arabona, che vi rimasero fino al 1374. Per oltre un secolo e mezzo la chiesa, che andò sempre più perdendo il suo prestigio, continuò ad essere officiata dal Clero secolare fino al 1550. Dopo la distruzione del borgo Sterpeto, perpetrata nel 1528 da Renzo de Ceri, nella seconda metà del ‘500, con la gestione dei Frati Minori conventuali seguì una rinascita. Nel 1626 vi successero i monaci Benedettini dell’abbazia di Montecassino e nel 1670 risultano i Canonici di Santa Maria Maggiore di Barletta. Si suppone che a causa dei frequenti saccheggi di quella zona isolata dal resto della città, il luogo di culto in questione ritornò in stato di abbandono e anche dell’Immagine della Madonna dello Sterpeto non se ne parlò più, fino a quando, stando ad una tradizione orale, ci fu il ritrovamento tra gli sterpi della sacra Icona da parte di una sordomuta che ottenne miracolosamente la guarigione grazie all’intervento materno di Maria Santissima. Siamo alla fine del XVII secolo. Da quel momento quel luogo sacro divenne meta di continui pellegrinaggi che affluivano anche dai paesi limitrofi.
Quando nel 1731 un violento terremoto, a più riprese, causò distruzione, angoscia e paura nella città di Barletta e dintorni, i fedeli ricorsero con filiale fiducia al Santuario rurale dello Sterpeto ai piedi di Maria Santissima, trasportando processionalmente la venerata Icona dal Santuario in Santa Maria Maggiore. Infatti, le loro preghiere furono esaudite e questo terribile flagello cessò. Il 31 maggio 1732 il Comune, con il concorso dei cittadini e del clero, deliberò di affidarsi alla Madonna dello Sterpeto, eleggendola “prima e principale Protettrice di Barletta”. In seguito a quell’avvenimento prodigioso: “la venerata Immagine dello Sterpeto per parecchi anni restò esposta nella Chiesa di Santa Maria Maggiore”.
In cima alla pala marmorea dell’altare maggiore (sec. XVIII) del Santuario, quasi a sentire il perpetuo patrocinio di Maria, furono scritte queste parole tratte dalla Sacra Scrittura: “Protegam civitatem istam” (Is 37,35) “et ero vobis in praesidium” (1 Cr 19,12).
Da quel momento, si instaura l’annuale tradizione, tuttora presente, di trasferire processionalmente dalla campagna in città la miracolosa immagine della Madonna dello Sterpeto, che sosta per tutto il mese di maggio in Cattedrale per ricevere gli omaggi e le preghiere dei fedeli che, senza sosta e in modo straordinario, ogni giorno si avvicendano dalle prime ore del mattino fino a tarda sera.
Nel corso dei secoli, in circostanze di grandi calamità, la sacra Immagine Mariana è sempre rimasta esposta in Cattedrale per la venerazione dei fedeli che invocavano forza, rifugio e conforto. Si pensi al tragico periodo delle due Grandi Guerre della prima metà del XX secolo.
Dal 1933 (giungono però in forma stabile nel 1935) furono custodi del Santuario i monaci Benedettini Cistercensi di Casamari. Alla loro partenza, nel 1950 si alternarono ancora una volta i canonici di Santa Maria fino al 1951, quando subentrarono definitivamente gli Oblati di San Giuseppe di Asti, che hanno dato vita e slancio a quel luogo di culto che il 4 settembre 1977 vide la dedicazione del nuovo Santuario, costruito accanto a quello antico.
Nel 1949 il vicario generale dell’Arcidiocesi Nazarena di Barletta, il servo di Dio mons. Angelo Raffaele Dimiccoli (grande devoto di Maria Santissima), unitamente al Capitolo Mariano della Cattedrale, caldeggiò il restauro dell’Icona, stravolta nelle sue linee originarie per la sovrapposizione di ridipinture, di vernici e del fumo delle candele delle lampade. La restaurata Immagine fu solennemente incoronata nel 1961 dal card. Alfredo Ottaviani. Un secondo restauro fu effettuato nel 1978 dalla Soprintendenza delle Belle Arti di Bari.
La Madonna dello Sterpeto è Patrona con san Ruggero vescovo della città di Barletta e compatrona dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. E’ festeggiata liturgicamente l’8 maggio, mentre la festa patronale è fissata per la seconda domenica di luglio. Le tributano venerazione e affetto anche i fedeli di Margherita di Savoia, di Trinitapoli e di San Ferdinando di Puglia.


Autore:
Sac. Sabino Lattanzio

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Aggiunto/modificato il 2004-05-31

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