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Sant’ Eusebio di Samosata Vescovo

22 giugno

Sant’Eusebio, vescovo di Samosata, al tempo dell’imperatore ariano Costanzo era solito visitare in incognito, vestito da militare, le chiese di Dio, per confermarle nella fede cattolica. Sotto l’imperatore Valente fu poi esiliato in Tracia, ma ritornata in seguito la pace per la Chiesa fu richiamato dall’esilio sotto l’imperatore Teodosio; finche portò a compimento il suo martirio presso Doliche in Siria, mentre visitava di nuovo le chiese, colpito al capo mortalmente da una tegola scagliatagli addosso da una donna ariana.

Martirologio Romano: A Dülük in Siria, ora in Turchia, sant’Eusebio, vescovo di Samosata, che, al tempo dell’imperatore ariano Costanzo, vestendosi da soldato, visitava in incognito le Chiese di Dio per rinsaldarle nella fede cattolica; successivamente, sotto l’impero di Valente, fu relegato in Tracia, ma, ritornata la pace per la Chiesa, fu richiamato dall’esilio al tempo dell’imperatore Teodosio; infine, mentre era di nuovo in visita alle Chiese, morì martire colpito al capo da una tegola lanciatagli contro dall’alto da una donna ariana.


Fu uno dei più zelanti difensori dell'ortodossia nel IV sec. Non si sa quando fu nominato vescovo di Samosata nella Siria Eufratese, perché non appare nella storia prima dell'elezione di Melezio al seggio patriarcale di Antiochia (360-61), elezione per cui egli aveva fermamente lavorato. Egli passava allora per ariano, ma era ortodosso nel cuore e lo mostrò bene quando l'imperatore Costanzo gli fece richiedere il processo verbale dell'elezione di Melezio, che a lui era stato rimesso; Eusebio rifiutò per ben mostrare la sua adesione al nuovo patriarca. Nel 370 sostenne s. Basilio e riuscì a farlo nominare vescovo di Cesarea. Da allora, ebbe stretta relazione con lui per la loro azione comune in favore della fede di Nicea. Si hanno ventidue lettere indirizzategli da s. Basilio (PG, XXXI, coll. 303-996, nn. 27, 30, 31, 34. 48, 96, 98, 100, 127, 128, 136, 138, 141, 145, 162, 166, 167, 198, 237, 239, 261, 268). Fu pure in relazione con s. Gregorio di Nazianzo, che gli scrisse cinque lettere (PG, XXXVII, coll. 87-129, nn. 42, 44, 64, 65, 66) : due di queste lettere sono state pure pubblicate dal Bedjan nella loro versione siriaca (AMS, VI, pp. 377-80). La sua lotta contro lo arianesimo lo fece esiliare in Tracia dall'imperatore Valente (374). Alla morte del persecutore (378) rientrò nella sua città episcopale che gli era rimasta fedele, malgrado l'intrusione di Eunomio. Percorse allora la Siria del Nord per combattere l'eresia e fare nominare dei vescovi ortodossi; quando arrivò a Doliché, una donna ariana gli gettò un mattone sulla testa; morì per la ferita domandando grazia per la sua assassina (22 giug. 380). I greci lo festeggiano in questo giorno. I diversi calendari della Chiesa di Antiochia lo celebrano egualmente al 22 haziràn (giug.) e con la menzione « martirizzato dagli Ariani ». È da notare a questo proposito che una Vita siriaca di E. è stata pubblicata dal Bedjan da un manoscritto del British Museum (add. 12174). Viene ricordato al 21 giug. nel Martirologio Romano; non si hanno suoi scritti.


Autore:
Raymond Janin


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2008-11-17

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