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Beati Martiri Spagnoli Gesuiti

Senza data (Celebrazioni singole)

>>> Visualizza la Scheda del Gruppo cui appartiene

† Spagna, 1936

L’11 marzo 2001 Papa Giovanni Paolo II proclamò “beati” ben 233 vittime cattoliche della Guerra Civile Spagnola: si tratta di sacerdoti, religiosi, religiose, laici e laiche che offrirono la loro vita in testimonianza della fede cristiana durante la persecuzione in Spagna. A questa folta schiera appartiene il gruppo oggetto della presente, composto da 11 sacerdoti e religiosi gesuiti dell’antica Provincia di Aragona, nonché un laico dell’Aziona Cattolica molto legato anche alla vita della Compagnia di Gesù.
Il 18 luglio 1936 scoppiò la guerra civile, logica conseguenza della violenta e caotica situazione nazionale creatasi in seguito alle elezioni svoltesi nel mese di febbraio dello stesso anno. Era infatti salito al potere il “Fronte Popolare”, coalizione composta da socialisti, comunisti, anarchici ed altri elementi estremisti e violenti. Il governo repubblicano dimostrò assoluta incompetenza nell’affrontare la complessa realtà spagnola e, dopo alcuni mesi di instabilità politica, un settore dell’Esercito, appoggiato dalla gran parte del popolo, si attivò per porre fine ad una situazione ormai insostenibile sotto ogni punto di vista.
Da quel momento la Spagna rimase divisa in due zone: da una parte i partigiani repubblicani, e dall’altra i nazionalisti guidati dal Generale Francisco Franco. Il bilancio della situazione religiosa nella Spagna repubblicana dall’imperversare della persecuzione, iniziata in modo subdolo neI 1931 e poi apertamente dal 1936 al 1939, non avrebbe potuto essere più triste: 13 Vescovi, 4184 Sacerdoti, 2365 Religiosi, 283 Suore e migliaia di fedeli cattolici laici furono uccisi “in odium fidei”.



Nel processo di Valenza sono inclusi tre gruppo di gesuiti spagnoli, martiri di Cristo nel 1936.
Apre la lista del primo gruppo Tommaso Sitjar. Nato il 21 mar 1866 a Gerona, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1880. Conclusa la sua formazione, fu per circa 20 anni professore di filosofia dei giovani gesuiti, poi superiore a Tarragona e Gandia. Era uno spirito umile, che amava la mortificazione, fornito di una profonda vita interiore, che sapeva unire a un carattere allegro e perfino burlone. Fu arrestato la notte del 25 lug. 1936, Prima di aprire la porta ai miliziani, fece in modo che il coadiutore che viveva con lui si mettesse in salvo. Gli insorti lo trascinarono — zoppicava ad una gamba — al vicino collegio degli Scolopi, convertito in prigione, dove lo scaraventarono letteralmente. Poco dopo, portarono tra quelle mura anche il coadiutore che viveva con lui, fratel Pietro Gelabert, nato il 29 mar. 1887 a Manacor (Mallorca), elettricista, carattere servizievole e religioso eccellente, che non aveva voluto abbandonare p. Tommaso Sitjar, infermo e anziano. Il 26 lug., gli insorti chiusero nella suddetta prigione altri due gesuiti della comunità di Gandia: Costantino Carbonell, nato il 12 apr. 1866 ad Alcoy (Alicante), sacerdote, mite, caritatevole e molto assiduo nel ministero della confessione, e Ramon Grimaltos, nato il 3 mar. 1861 a Puebla Larga (Valenza), coadiutore, che era già un apostolo autentico nel suo villaggio natale prima di entrare nella Compagnia di Gesù nel 1890 e che entrato in questa fu ortolano nelle case di Veruela (Saragozza), Sarrià (Barcellona) e Gandia, finché i superiori non gli diedero altre mansioni più consone alle sue forze. Padre Sitjar fu fucilato nelle prime ore del 19 ago. 1936, in vista di Palma de Gandia, nel luogo denominato Cruz Bianca. Morì tenendo il Rosario stretto nelle mani, pegno del suo grande amore per Nostra Signora. Il 23 ago. successivo, un autocarro prelevò il p. Carbonell e i fratelli Pietro Gelabert e Ramon Grimaltos, col pretesto di tradurli a Valenza. Per strada, invece, nei pressi di Tabernes de Valldigna, li fecero scendere e li fucilarono, perché gesuiti. Grimaltos, umilmente, volle morire in ginocchio. Questi particolari e molti altri sono stati appresi da tre giovani testi oculari, che gli insorti risparmiarono.
Il secondo gruppo comprende i gesuiti di Valenza, che vivevano in questa città nascosti nell'ospizio delle benemerite Sorelle degli Anziani abbandonati. Furono denunciati da un ex ricoverato e subirono il martirio in quanto religiosi: Paolo Bori, nato il 12 nov. 1864 a Vilet de Maldà (Lérida). Già sacerdote, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1891. Esercitò quasi sempre cariche amministrative in varie comunità. Dal 1927 fu amministratore del sanatorio di Fontilles per i lebbrosi. Paziente e tenace nel lavoro, poco prima di ricevere la raffica mortale, disse ai suoi assassini: «Per quel Dio per il quale vi accingete ad uccidermi ed in cui voi non credete, vi perdono». E diede loro la sua benedizione sacerdotale. Era il 29 sett. 1936; Giuseppe Tarrats, nato il 29 ago. 1878 a Manresa (Barcellona). Entrò nella Compagnia di Gesti nel 1895, come coadiutore. Lavorò quasi per tutta la sua vita religiosa come infermiere, negli ultimi tempi nell'ospizio per anziani summenzionato, dove mostrò il meglio della sua perizia. Era rispettato da tutti, anche da coloro che parteggiavano per gli insorti. Ma un giorno si scopri che era un gesuita; Vincenzo Sales, nato il 15 ott. 1881 a Valenza. Entrò nella Compagnia di Gesù nel 1915 come coadiutore. Aveva svolto sempre mansioni di ortolano e analoghe mansioni svolgeva nell'ospizio per anziani in questione. Intelligente, ma umile, brillava per la sua pietà. Anche di lui si scoprì che era un gesuita. Li fucilarono, fratel Tarrats il 28 sett. 1936 e fratel Sales il giorno seguente, nei sobborghi di Valenza.
Il terzo gruppo è composto da quattro padri che lo scioglimento della Compagnia di Gesù aveva disperso e che lavoravano in punti diversi di Valenza. Dario Hernàndez, nato il 25 ott. 1880 a Bufiol (Valenza). Entrò nella Compagnia di Gesù al conseguimento del baccellierato. Fu professore di lettere, rettore a Palma de Mallorca e preposito della casa professa di Valenza. La persecuzione lo raggiunse mentre occupava quest'ultimo incarico, che volle lasciare per continuare ad adoperarsi per gli altri. Stando cosi le cose, difficilmente avrebbe potuto evitare di essere arrestato. E cosi infatti avvenne. Lo portarono al carcere «Modelo», dove udi un carceriere che diceva a un'altro, indicandolo: «Questo è il capitano generale dei gesuiti». Lo assassinarono il 29 sett. 1936 nella caserma di Paterna; Narciso Baste, per quanto incredibile, fu anche lui uno dei perseguitati. Nacque il 16 die. 1886 a San Andrés (Barcellona). Aveva 70 anni e ne aveva passati più di trenta a lavorare per gli operai e le loro famiglie, come direttore del Patronato della Gioventù Operaia. Tre volte, persone del patronato riuscirono a sottrarlo all'arresto, ma la notte del 15 ott. 1936 non ci fu niente da fare: se lo portò via la cosiddetta «auto de la calavera» e la mattina seguente il suo cadavere era in mostra al cimitero con l'indicazione che era stato fucilato a Cruz de Paterna; Alfredo Simon era rettore del collegio di S. José di Valenza, quando la repubblica requisì' l'edificio. Nacque l'8 mar. 1877 e studiò in questa città. Quando la Compagnia di Gesù fu sciolta, continuò a esercitare a Valenza il ministero sacerdotale. Incarcerato nelle Torres de Cuarte non cessò di confessare, di dirigere l'orazione comune e di confortare tutti. Fu rilasciato, ma poco dopo arrestato di nuovo. Lo fucilarono il 29 nov. 1936 nella caserma di Paterna; Giovanni Battista Ferreres era un celebre moralista. Nacque il 28 nov. 1861 a Olleria (Valenza). Già sacerdote, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1888. Religioso di vita esemplare, carità squisita e tenacia nel lavoro, dopo trent'anni dedicati alla docenza e alla pubblicazione delle sue opere di teologia morale e diritto canonico, dovette in tutta fretta allontanarsi dalla sua comunità di Sarrià a causa del decreto di scioglimento della Compagnia di Gesù. Essendosi riaccesa la persecuzione, egli credette che sarebbe stato più al sicuro fra i suoi familiari. Cosi, nell'ago. 1936, si trasferì' a Olleria. Contro ogni previsione, poco dopo essere qui giunto, venne un'auto con l'ordine governativo di portarlo a Valenza. Fu rinchiuso nel carcere di San Miguel de los Reyes. Venne assegnato all'infermeria e di qui non si mosse finché visse. Il 21 dic. 1936 cercarono di portarlo via sul suo materasso — il padre non poteva quasi più muoversi — per trasportarlo in auto al luogo dove pensavano di fucilarlo. Ma, non entrando il materasso nell'auto che avevano portato con sé, dissero che sarebbero tornati con un'auto più grande. Quando tornarono, il padre era morto. Era il 29 die. 1936. Era trapassato santamente come era vissuto, vittima dei maltrattamenti che aveva subito. Un caso, il suo, veramente singolare.
Tra i compagni del padre Sitjar inclusi nel processo di Valenza, ce n'è uno non gesuita: il giovane avvocato Luigi Campos. Nacque il 30 giù. 1905 a Valenza. Per sette anni fu allievo dei gesuiti nel collegio S. José, dove diede un notevole esempio di virtù e di profitto negli studi. Mentre seguiva contemporaneamente all'università i corsi di studi di legge e quelli di lettere e filosofia, era attivo nella Congregazione Mariana, della quale era presidente, nonché dell'Azione Cattolica diocesana. Nel 1926 si trasferi a Madrid per conseguire il dottorato in diritto. Ma interruppe per qualche tempo lo studio, a richiesta del futuro cardinale d. Angel Herrera, che vedeva in lui la persona indicata per organizzare il primo Congresso Nazionale della Gioventù Cattolica, ciò che egli fece con grande soddisfazione della gerarchia. Conseguito il dottorato in diritto, tornò a Valenza, dove sposò Carmen Arteche, da cui ebbe una figlia. Poi si ritrasferf con la famiglia a Madrid, dove visse occupandosi unicamente della sua professione, senza mai intervenire in politica. Nel mar. 1936, sua moglie mori dopo breve infermità. Crescendo la persecuzione religiosa, egli cercò rifugio quella primavera a Torrente, nei pressi di Valenza, in una casa di suo padre. Qui passò vari mesi. E qui il 28 nov. 1936 lo arrestarono e quella stessa notte lo fucilarono, nella caserma di Paterna, perché membro qualificato dell'Azione Cattolica.

Per maggiori informazioni sui 12 componenti di questo gruppo rimandiamo alle singole schede loro dedicate:


93192 - Tomás Sitjar Fortiá, Sacerdote, 19 agosto
93193 - Constantino Carbonell Sempere, Sacerdote, 23 agosto
93193 - Pedro Gelambert Amer, Religioso, 23 agosto
93193 - Ramón Grimaltos Monllor, Religioso, 23 agosto
93194 - Pablo Bori Puig, Sacerdote, 29 settembre
93194 - Vicente Sales Genovés, Religioso, 29 settembre
93196 - José Tarrats Comaposada, Religioso, 28 settembre
93195 - Dario Hernándes Morato, Sacerdote, 29 settembre
93197 - Narciso Basté Basté, Sacerdote, 15 ottobre
93198 - Anselmo Simón Colomina, Sacerdote, 29 novembre
93199 - Juan Bautista Ferreres Boluda, Sacerdote, 29 dicembre
93200 - Luis Campos Górriz, Laico, 28 novembre


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2008-11-23

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