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Don Angelo Quiligotti

Testimoni

† Zeri, Massa Carrara, 6 agosto 1944

Il Can. Prof. don Angelo Quiligotti, direttore del ginnasio nel Seminario di Pontremoli, venne fucilato ai piedi del Gottero, nella Valli di Zeri, durante un rastrellamento nazifascista.



Un rastrellamento nazifascista nel 1944 investì soprattutto le vallate di Zeri e fece 34 vittime: 8 partigiani, 24 civili e i 2 sacerdoti: il parroco di Adelano, don Eugenio Grigoletti, fu trucidato nella sua canonica mentre don Angelo Quiligotti – direttore del Ginnasio nel Seminario di Pontremoli – venne fucilato ai piedi del Gottero mentre cercava un riparo con altri cinque uomini.
Se don Grigoletti, nell’attendere il nemico nella sua canonica, aveva sottovalutato la pericolosità del rastrellamento, non lo aveva fatto don Angelo Quiligotti che, consapevole del pericolo, aveva scelto di nascondersi con altri uomini nei boschi, scelta che tuttavia non gli avrebbe salvato la vita. Era nato anche lui a Coloretta: di una diecina d’anni più giovane di don Grigoletti era figura ben nota a Zeri e a Pontremoli.
Dopo il corso di teologia al Seminario di Pisa si era laureato in Lettere.
Da quarant’anni era insegnante nel Seminario di Pontremoli e da un decennio supplente all’Istituto Magistrale Malaspina. Canonico della cattedrale, colto e appassionato sia di cultura classica che di arte, chi ne tracciò il ricordo scrisse di lui come, nonostante un carattere che poteva apparire austero e rude, mostrasse tratti di grande delicatezza e disponibilità per cui godeva di vaste amicizie in tutte le classi sociali.
I tempi difficili della guerra gli avevano fatto cercare la solitudine accentuando quella devozione verso la Madonna che era una caratteristica della sua religiosità e che l’aveva spinto ad effettuare vari pellegrinaggi ai Santuari mariani sia di Loreto che di Pompei.
Quando arrivò il rastrellamento, mentre si trovava a Zeri nella casa di famiglia, il prof. Quiligotti, comprendendo la pericolosità del momento, cercò la salvezza nei boschi insieme ad alcuni suoi compaesani. Camminarono a lungo, dirigendosi verso il Monte Gottero, allontanandosi il più possibile dagli abitati, ma furono raggiunti anche lì. La notizia della loro uccisione giunse in paese alcuni giorni dopo, il 6 agosto, durante i funerali di don Grigoletti, quando i loro corpi furono trovati.
Don Quiligotti giaceva colpito da tre colpi di arma da fuoco al collo. Erano momenti terribili: scegliendo un sentiero ci si poteva salvare, andando in un’altra direzione si correva incontro alla morte. Qualche pattuglia faceva dei prigionieri, altre trucidavano senza pietà.
La notizia dell’uccisione del canonico venne portata a Pontremoli dal vescovo mons. Giovanni Sismondo che nei giorni successivi il rastrellamento si era recato di persona a Zeri. Tante volte si era impegnato per la salvezza di persone e per il rilascio di prigionieri, spesso anche sacerdoti. Ma la ferocia nemica non consentiva nemmeno a questo vescovo, così attento e disponibile, di evitare uccisioni ingiustificate come quelle di don Eugenio e don Quiligotti.


Autore:
Paolo Bissoli


Fonte:
www.ilcorriereapuano.it

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Aggiunto/modificato il 2023-07-19

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