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Beato Everardo di Georgenthal Abate

22 maggio e 22 luglio

XI-XII sec.

Vissuto tra la fine del secolo XI e la prima metà del secolo XII, di nobili origini, era conte di Berg quando decise di farsi monaco cistercense a Morimond. Il suo nome compare nel 1133, quando diede il suo consenso al fratello Adolfo affinché fosse consegnato all’ordine cistercense la proprietà familiare di Altenberg. Nel 1143 vene eletto abate di Georgenthal, presso Gotha, il monastero che era stato fondato da suo zio Sizzo von Käfernburg. San Everardo morì tra gli anni 1145 e 1152 e si tramanda che sia stato sepolto a Altenberg. Il suo nome compare sia in “Westfalia sancta” che nel “Lexikon der deutschen Heiligen”.



La figura del Beato Everardo di Georgenthal si colloca all'interno nella storia cistercense del XII secolo. Nato da nobili origini, egli seppe coniugare la sua vocazione spirituale con una leadership saggia e lungimirante, guidando l'abbazia di Georgenthal verso un periodo di grande prosperità e fervore religioso.
Everardo nacque verso la fine dell'XI secolo in seno a una nobile famiglia tedesca. Il suo lignaggio vantava il titolo di Conte di Berg, conferendogli un'influenza considerevole e una posizione di privilegio all'interno della società. Tuttavia, Everardo non si lasciò sedurre dai beni terreni. Fin da giovane, egli nutriva un profondo desiderio di consacrarsi a Dio e di seguire la via della santità.
Mosso da questa aspirazione, Everardo prese la straordinaria decisione di rinunciare al suo titolo nobiliare e alle sue ricchezze per abbracciare la vita monastica cistercense. Entrò nell'abbazia di Morimond, in Francia, rinomata per la sua austerità e rigore spirituale. Qui, sotto la guida di abili mentori, Everardo si immerse appieno nei principi della vita cistercense, dedicandosi alla preghiera, al lavoro manuale e allo studio.
Nel 1143, la vocazione di Everardo lo portò a ricoprire la carica di abate dell'abbazia di Georgenthal, situata presso Gotha in Turingia. Questo monastero, fondato da suo zio Sizzo von Käfernburg, era in quel momento in una fase di sviluppo e consolidamento. Everardo si rivelò un leader capace e lungimirante, guidando l'abbazia con saggezza e compassione.
Sotto la sua guida, Georgenthal prosperò sia spiritualmente che materialmente. Everardo favorì una rigorosa osservanza della regola cistercense, incoraggiando la preghiera, la meditazione e il lavoro manuale tra i monaci. Allo stesso tempo, egli dimostrò una grande abilità nella gestione delle proprietà dell'abbazia, incrementandone i possedimenti e garantendone la stabilità economica.
Oltre alle sue doti di governo, Everardo si distinse per la sua profonda santità e devozione. Egli era conosciuto per la sua umiltà, la sua carità e la sua incrollabile fede. I suoi insegnamenti e il suo esempio ispirarono i monaci di Georgenthal e diffusero la luce della fede nella regione circostante.
Everardo morì tra il 1145 e il 1152, lasciando un'eredità duratura di santità e saggezza. La sua memoria è stata venerata dai fedeli per secoli e il suo nome è incluso in importanti opere di agiografia, come la "Westfalia sancta" e il "Lexikon der deutschen Heiligen". La sua festa viene celebrata il 22 maggio e il 22 luglio, mentre con il fratello Adolfo è ricordato il 20 marzo.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-04-09

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