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Santa Maria Domenica Mazzarello Vergine

14 maggio

Mornese, Alessandria, 9 maggio 1837 - Nizza Monferrato, Asti, 14 maggio 1881

Nacque il 9 maggio 1837 a Mornese (Al). Nel 1860 il paese fu colpito da un'epidemia di tifo e il parroco chiese a Maria di assitere i parenti ammalati. Dopo aver assistito gli zii nella frazione dei Mazzarelli, Maria contrasse la malattia il 15 agosto. Potè rialzarsi soltanto il 7 ottobre. Indebolita dalla malattia, non poté più lavorare nei campi. Decise così di aprire un piccolo laboratorio di sartoria per le ragazze di Mornese. Realizzò questo desiderio insieme all'amica Petronilla. Grazie all'intervento del parroco alcune giovani, fra le quali anche Maria e Petronilla, si consacrarono a Maria come «Figlie dell'Immacolata». Nell'ottobre 1867 le giovani fondarono una loro comunità che nel 1872 si trasferì al collegio di Mornese, destinato loro da Don Bosco. Qui Maria Mazzarello e 10 sue compagne diedero inizio all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, consacrandosi a Dio con i voti. Nel 1879 la Casa Madre venne trasferita a Nizza Monferrato. Qui Madre Mazzarello morì il 14 maggio 1881. Furono riconosciute le sue virtù eroiche in data 3 maggio 1936, per poi essere beatificata da Papa Pio XI il20 novembre 1938 e canonizzata dal Venerabile Pio XII il 24 giugno 1951. Ricordata dal Martirologio Romano al 14 maggio, la Famiglia Salesiana ne celebra la memoria liturgica il 13 maggio. La sua tomba si trova nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, nel primo grande altare laterale a destra, frontalmente rispetto a San Domenico Savio.

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico - Domenica = consacra

Emblema: Giglio

Martirologio Romano: A Nizza Monferrato in Piemonte, santa Maria Domenica Mazzarello, che insieme a san Giovanni Bosco fondò l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l’educazione delle ragazze povere e rifulse per umiltà, prudenza e carità.


“A te le affido”
Maria Domenica nasce a Mornese, in provincia di Alessandria, il 9 maggio 1837 in una numerosa famiglia di contadini.
Dotata di una non comune forza fisica, fin da ragazza lavora nei campi con il padre Giuseppe: “Perché Dio non ci lasci mancare il pane, bisogna pregare e lavorare”, diceva lui.
Grazie all’educazione profondamente cristiana ricevuta in famiglia, Maria fa grandi sacrifici per incontrare quotidianamente Gesù nell’Eucaristia: “Senza di lui non potrei vivere”. Nel 1860 arriva il tifo a Mornese. Il suo confessore don Pestarino le chiede aiuto per curare alcuni parenti della famiglia Mazzarello. Maria accetta, ma si ammala. Guarisce inaspettatamente, perdendo però la forza fisica di un tempo, ma non la fede. Camminando per strada ha una visione misteriosa: un grosso edificio con tante ragazze che corrono nel cortile, e una voce che le dice: “A te le affido”.

Lo Spirito Santo formò in lei un cuore materno

Non potendo più fare la contadina, d’accordo con l’amica Petronilla decide di diventare sarta, per insegnare alle ragazze povere a cucire. Lo Spirito Santo formò in lei un cuore materno. Prudente e saggia, educò le ragazze con amore preventivo. Aperto il piccolo laboratorio – come capitò anche a don Bosco –, il Signore le inviò le prime orfane da accogliere. Arrivano le prime collaboratrici, che don Pestarino chiamerà Figlie dell’Immacolata.
Don Bosco arriva a Mornese con i suoi giovani nel 1864 per aprire un collegio per i ragazzi del paese. Maria lo guarda ed esclama: “Don Bosco è un santo, e io lo sento”. Don Bosco visita il piccolo laboratorio delle Figlie dell’Immacolata e ne resta molto colpito.

Figlie dell’Immacolata...Figlie di Maria Ausiliatrice
Pio IX chiede a don Bosco di fondare un Istituto femminile, e lui, convocato don Pestarino, sceglie le Figlie dell’Immacolata, inviandole nel collegio appena costruito. Maria e le compagne soffrono la fame, anche a causa dell’iniziale ostilità dei compaesani, ma sono sempre allegre e la loro fede non vacilla mai.
Nel 1872 le prime quindici Figlie dell’Immacolata diventano Figlie di Maria Ausiliatrice. Maria è chiamata al governo, ma inizialmente si fa chiamare la Vicaria, perché, diceva, “la vera superiora è la Madonna”.
L’Istituto cresce e sciama e si aprono le prime case, le prime missioni in America. Maria è chiamata “la madre”. Nonostante tutto è semplice e premurosa con tutti, dà sempre l’esempio anche nei lavori più umili.
Con la sua saggezza indirizza la spiritualità dell’Istituto, incarnando nelle Figlie di Maria Ausiliatrice il carisma dato a don Bosco.
Morì a Nizza Monferrato il 14 maggio 1881, all’età di 44 anni. Alla sua morte l’Istituto contava già 165 suore e 65 novizie sparse in 28 case (19 in Italia, 3 in Francia e 6 in America).

Autore: Sac. Domenico Paternò
 


 

Maria Domenica Mazzarello, Santa Cofondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nacque il 9 maggio 1837 a Mornese, nella frazione dei "Mazzarelli di qua", dove il padre e la madre vivevano insieme alle famiglie di alcuni fratelli di lui. Qui, Maria abitò fino al 1849 o 1850, data che attesta la nuova residenza alla Cascina Valponasca che il nonno paterno di Maria Mazzarello,nel 1827, aveva preso in locazione per sé, figli ed eredi. Essendo aumentati i membri della famiglia, Giuseppe Mazzarello, il padre di Maria, decise di andare ad abitare alla Valponasca. In questa casa, Maria Mazzarello visse gli anni dell’adolescenza e della giovinezza. Era una ragazza come tante: piena di energia, vivace, intelligente. Qui il ritmo della sua vita si modificò. Fino allora era stata il braccio destro della madre, ma ora che la sorellina Felicita si era fatta più grande, lei poteva seguire il padre in campagna. "Quando prevedeva fin dalla sera innanzi di dover tornare un po’ tardi dalla chiesa, e si era nel buono del lavoro in campagna [...] si levava ancor più presto del consueto e prima di svegliare la sorella andava nella vigna a sbrigare buona parte del proprio compito [...]. La sua vigoria fisica e il suo stesso carattere, oltre al desiderio di rendersi utile, la portavano prepotentemente a un lavoro virile" (dalla "Cronistoria dell’Istituto FMA"). Il 16 marzo 1858, il padre di Maria decise di lasciare la Valponasca, in seguito ad una rapina avvenuta nella loro casa. La famiglia si trasferì, dunque, in paese, più vicino alla Chiesa, con garnde gioia di Maria. Nel 1860 in Mornese ci fu una grande epidemia di tifo. Don Pestarino aveva chiesto al padre la presenza di Maria presso i parenti ammalati, alla frazione dei Mazzarelli. Egli si era opposto, ma senza togliere a Maria la libertà di fare la sua scelta. E lei l’aveva fatta dicendo a don Pestarino: "Se lei vuole, io vado, ma sono sicura di prendermi la malattia". Dopo aver assistito gli zii malati, Maria contrasse il tifo. Fu una malattia gravissima e lunga. Dio aveva i suoi disegni. Maria si ammalò il giorno dell’Assunta (1860) e potè alzarsi soltanto il 7 ottobre, dopo 52 giorni di letto. Il forte tralcio della sua vita, spezzato, tornava a vivere con la fiducia riposta solo in Dio. Non più le vigne, non più i campi: altra messe il Signore le aveva preparato. Maria, indebolita dalla malattia, decise di imparare il lavoro di sarta, in modo da poter aprire un piccolo laboratorio per le ragazze di Mornese. Questo le avrebbe consentito, non solo di insegnare loro un mestiere, ma anche di avvicinarle a Dio. realizzò questo desiderio insieme all’amica Petronilla. Intanto, don Pestarino, pastore zelante, aveva proposto ad alcune giovani, fra le quali anche Maria e Petronilla, di consacrarsi a Maria come "Figlie dell’Immacolata". La casa adiacente alla parrocchia era stata fatta costruire da don Pestarino, che vi abitava, con l’intenzione di cederla con il tempo alle Figlie dell’Immacolata, perché vi potessero abitare insieme, quando fossero rimaste senza parenti. Qui, nell’ottobre 1867, le Figlie dell’Immacolata iniziarono a vivere in comunità. Le prime furono: Maria, Petronilla, Giovanna Ferrettino e Teresa Pampuro. Con loro vissero anche alcune altre ragazze. Maria, anche se gracile di salute, ebbe la piena approvazione del padre che, da autentico educatore cristiano, assecondò le buone inclinazioni di Maria, accompagnandola con il suo affetto. Maria Mazzarello non sapeva dove il Signore la stava conducendo, ma si fidava di Lui; è certo che sceglieva la via del radicalismo evangelico espresso nel semplice quotidiano e nella gioia del cuore innamorato di Cristo. Ivi restarono fino al 23 maggio 1872 per trasferirsi successivamente al collegio di Mornese, destinato loro da Don Bosco. Il 5 agosto dello stesso anno, Maria Mazzarello e 10 sue compagne diedero inzio all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, conscarandosi a Dio con i voti religiosi. Nel 1879 la Casa Madre venne trasferita a Nizza Monferrato, luogo più facilmente accessibile alle linee di comunicazione di quel tempo. Qui Madre Mazzarello morirà il 14 maggio 1881, all’età di 44 anni. Alla sua morte, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausililatrice contava già 165 suore e 65 novizie sparse in 28 case (19 in Italia, 3 in Francia e 6 in America).
La sua opera continua e le Figlie di Maria Ausiliatrice fanno vivere ancora oggi il suo sogno in tutto il mondo.

Per saperne di più puoi visitare i siti:
http://www.mornese.pcn.net
http://www.cgfmanet.org


Autore:
Monica Roncari


Note:
Per segnalare grazie o favori ricevuti per sua intercessione, oppure per informazioni, rivolgersi al Postulatore Generale della Famiglia Salesiana: [email protected]

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Aggiunto/modificato il 2001-06-04

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