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Beato Pietro Berno da Ascona Martire

25 luglio

Ascona (Ticino), 1553 - Coculin, Salsette (India), 13 luglio 1583

Etimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Salsette in India, beati martiri Rodolfo Acquaviva, Alfonso Pacheco, Pietro Berna, Antonio Francesco, sacerdoti e Francesco Aranha, religioso, della Compagnia di Gesł, uccisi dagli infedeli per aver esaltato la croce.


Fa parte del gruppo di cinque gesuiti martiri nell’ex possedimento portoghese di Gôa, oggi India, che sono celebrati sotto il nome di ‘Martiri di Salsette’, dal nome della Missione posta in detta penisola indiana.
Essi sono: Rodolfo Acquaviva italiano di Atri; Alfonso Pacheco spagnolo di Castiglia; Antonio Francisco e Francesco Aranha portoghesi e infine Pietro Berno ticinese, tutti diversi fra loro come nazionalità, nascita, formazione e personalità, ma uniti intimamente nell’anelito missionario e ideale cristiano e che la sorte accomunò nel martirio.
Pietro Berno era figlio di modesto artigiano, nato ad Ascona nel Ticino nel 1553; trasferitosi la famiglia a Roma, Pietro che già aveva iniziato con successo gli studi ecclesiastici, fu accolto nel Collegio Germanico. Prima di diventare sacerdote fu ammesso al noviziato dei gesuiti a S. Andrea presso il Quirinale il 2 luglio 1577; quattro mesi dopo fu destinato alla Missione in India, si portò in Portogallo per istruirsi allo scopo e dove completò il noviziato e il 4 aprile 1579, partì per il possedimento portoghese, giungendo a Gôa l’8 ottobre.
Nell’anno 1580 fu ordinato sacerdote in India e nella penisola di Salsette svolse la sua entusiasta opera di giovane e generoso sacerdote, specificamente nei distretti di Margàn e Coulàn. Lui e gli altri missionari subivano angherie di parecchi pagani e bramani, che consideravano la penisola come un territorio quasi sacro, i loro attacchi avevano più volte scatenato l’intervento punitivo dei portoghesi e ciò aumentò l’intolleranza e un crescente pericolo per i missionari stessi.
Essi riunitosi, decisero d’intraprendere un’opera di persuasione nei loro confronti a partire proprio da Coculin, centro del paganesimo intollerante; là giunti stavano issando una croce quando la popolazione aizzata dallo stregone Pondú li aggredì e furono barbaramente uccisi il 13 luglio 1583.
Le loro salme furono dopo un po’ recuperate dai portoghesi e trasferite solennemente a Gôa.
Il processo di beatificazione, iniziato nel 1598, si concluse solo sotto papa Leone XIII, che li elevò alla gloria degli altari il 30 aprile 1893. Festa il 25 luglio per tutti.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-04-18

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