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Sant' Eugendo Abate di Condat

1 gennaio

Izernore, Ain, 449/450 - 1 gennaio 510

Quarto abate di Condat, nacque nel 449 o 450 a Izernore, in Francia. Fu educato dai beati Romano e Lupicino, fondatori del monastero di Condat, e si distinse per la sua pietà, la sua saggezza e il suo amore per la solitudine. Dopo la morte di Lupicino, Eugendo fu associato al governo del monastero dall'abate Minaso. Dopo la morte di Minaso, Eugendo fu eletto abate, ma fu inizialmente osteggiato dai monaci più anziani. Tuttavia, la sua saggezza e il suo dono dei miracoli lo resero presto rispettato e venerato da tutti. Eugendo ricostruì il monastero, distrutto da un incendio, e ne modificò il regime di vita, trasformandolo da una laura semi-eremitica in un monastero in cui si viveva in comunità. Fu anche un importante promotore della cultura e dell'istruzione, e fondò a Condat un centro di studi. Morì nel 510, il 1° gennaio, giorno nel quale è festeggiato.

Martirologio Romano: In un villaggio della Gallia lugdunense, presso il massiccio del Giura, in Francia, commemorazione di sant’Eugendo, abate di Condat: vissuto in monastero fin dalla fanciullezza, si dedicò con grande impegno alla promozione della vita monastica.


Eugendo, quarto abate di Condat, nacque a Izernore (Ain) nel 449 o nel 450. Suo padre, prete in quel luogo, iniziò il figlio alla vita religiosa. Affidato all’età di sette anni ai beati Romano e Lupicino, nel monastero di Condat, Eugendo si distinse per il suo grande amore al lavoro e al ritiro, al punto che non uscì quasi mai, in tutta la sua vita, dalla solitudine della casa. Fu molto curata la sua istruzione nelle lettere latine e greche. Associato al governo del monastero dall’abate Minaso, successore di Lupicino, ricusò costantemente di ricevere l’ordinazione sacerdotale, per timore dell’orgoglio «cui espongono anche le dignità più sante». Elevato nel 496 all’abbaziato, dopo la morte di Minaso, Eugendo fu fatto bersaglio dell’ostilità dei più anziani del monastero che lo accusavano di essere senza esperienza e senza capacità. Ma, essendo egli permeato di una grande saggezza e dotato del dono dei miracoli, si ricercavano i suoi consigli, orali o scritti, e ci si rivolgeva a lui in tutte le cose. L’ammirazione e la venerazione che tutta la regione ebbe ben presto per lui, fecero infine cessare le calunnie. Il suo biografo, quasi suo contemporaneo, nota l’amicizia che lo legava a san Leoniano, abate di Vienne (Saint-Pierre), gli attribuisce miracoli numerosi e spettacolari e descrive la sua vita di penitenza e di povertà. Eugendo ricostruì il suo monastero, distrutto da un incendio, e ne approfittò per modificare il regime di vita: di una laura di natura orientale, dove si menava vita semi-eremitica, ne fece un monastero in cui si viveva ormai in una completa comunità. Egli stabilì a Condat un centro di studi, che collocò sotto la direzione di Vivenziolo, futuro vescovo di Lione. Eugendo deve anche essere messo nel numero di coloro che iniziarono gli uomini del Medio Evo alla lettura personale, come pure tra coloro che introdussero la lettura durante i pasti nei monasteri.
Morì, dopo una lunga malattia, nel 510, il 1° gennaio, giorno nel quale è festeggiato.
 


Autore:
Jean Marilier


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-01-30

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