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Santa Giuliana Vedova

7 febbraio

IV sec.

Nel reliquiario di San Petronio di Bologna è raffigurata Santa Giuliana, una nobile vedova bolognese che donò le sue ricchezze per la costruzione della chiesa di Santo Stefano. L'identificazione di questa santa è controversa, ma è possibile che si tratti di una nobile vedova bolognese che donò le sue ricchezze per la costruzione della chiesa, anche se non è possibile stabilire con certezza se si tratti della stessa donna che assistette alla rimozione dei corpi dei protomartiri bolognesi e fece edificare la basilica di San Lorenzo a Firenze.

Martirologio Romano: A Firenze, santa Giuliana, vedova.


Nel prezioso reliquiario di San Petronio, conservato nel museo di Santo Stefano, è raffigurata la scena di Santa Giuliana intenta a donare al futuro patrono di Bologna quanto era necessario per la fondazione e la costruzione della chiesa. L'identificazione di questa santa è controversa: alcuni studiosi ritengono che si tratti di Anicia Giuliana, cognata di Petronio, mentre altri sostengono che si tratta della Giuliana fiorentina, amica di Ambrogio.
La tradizione bolognese sostiene che Giuliana fosse una nobile vedova della città, che mise a disposizione le sue ricchezze per la costruzione di Santo Stefano. L'autore della Vita di San Petronio del XIII secolo afferma che la santa fece edificare la chiesa in onore di Gesù Cristo e che il suo corpo è custodito nella cappella a lei dedicata.
La figura della Giuliana fiorentina, invece, è legata alla traslazione delle reliquie dei protomartiri bolognesi a Firenze. La donna, infatti, assisté alla rimozione dei corpi dei santi nel 393 e, in seguito a un voto fatto per la nascita di un figlio maschio, fece edificare la chiesa di San Lorenzo in Firenze.
È possibile che le due figure siano distinte, anche in considerazione del lasso di tempo che separa le vicende nelle rispettive città. Tuttavia, è anche possibile che la tradizione bolognese abbia trasposto la figura della Giuliana fiorentina, rendendola bolognese e attribuendole il merito di aver contribuito alla fondazione di Santo Stefano.
In conclusione, l'identificazione di Santa Giuliana è ancora incerta. La tradizione bolognese la identifica con una nobile vedova della città, mentre altri studiosi ritengono che si tratti della Giuliana fiorentina, amica di Ambrogio. È possibile che le due figure siano distinte, ma è anche possibile che la tradizione bolognese abbia trasposto la figura della Giuliana fiorentina, rendendola bolognese e attribuendole il merito di aver contribuito alla fondazione di Santo Stefano.

Autore: Franco Dieghi
 


 

Nel prezioso reliquiario di San Petronio, vero capolavoro di oreficeria realizzato da Jacopo Roseto, conservato nel museo di Santo Stefano, tra tanti particolari significativi della vita del santo e di Bologna, sono stati raffigurati gli stemmi della città e delle Arti e l’episodio di Santa Giuliana intenta a donare al futuro patrono quanto era necessario per la fondazione e la costruzione di Santo Stefano.
Dal lato sinistro del cosiddetto cortile di Pilato, percorrendo il portico settentrionale, si entra nella cappella gotica intitolata a Santa Giuliana contenente il sarcofago che custodisce l’urna con le sue ossa; lo sormonta l’iscrizione databile ai secoli VI-VIII: “Ecce corpus S. Iuliana Vidue”. L’identificazione di questa santa Giuliana benefattrice di Petronio è controversa. Riprendendo una tradizione consolidata, il frate agostiniano Cherubino Ghirardacci, insigne storico del XVI secolo, riferì che il vescovo bolognese “appresso la detta Chiesa di S. Stefano costrusse con l’aiuto di Giuliana un Monasterio, dove ella pose poi il figliuolo essortato da lei, à servire Iddio. In questo Monasterio abitò S. Petronio con suoi monaci, ritenendo il costume istituito da S. Eusebio Vescovo di Vercelli, e da S.Martino Turrinense ritenuto”.
Ma già nella versione volgare della Vita di San Petronio del XIII secolo, l’anonimo autore trattando del Santo Sepolcro e della sua simbologia, osservava che «andando più indredo del sepolcro, lilà o’ è’ lo corpo de sancta çuliana, è facto a similitudine del luogo là o’ stava la Vergene Maria, quando la fo anuntiada». L’autore ci informa che la santa era una «nobelle domna vedoa de la citade de Bologna, mixe mano al so avere in reverentia de Jesù Cristo e sì fe fare la gliexia de miser san Piero».
Chi era questa vedova di nome Giuliana? E quale la sua provenienza? Ma soprattutto quale attinenza con la Giuliana fiorentina, amica di Ambrogio che, come si è ricordato nell’articolo scorso, a Firenze aveva fatto edificare una basilica dedicata a San Lorenzo?
Alcuni studiosi hanno voluto identificare la Giuliana “bolognese” con Anicia Giuliana, cognata di Petronio, moglie del fratello Anicio Ermogeniano Oliario; ma altri hanno sostenuto che si tratta proprio della Giuliana di Firenze, di cui lo stesso Ambrogio parla nella Exhortatio virginitatis, e che la sua “bolognesità” è il frutto di una leggenda successiva, nata da un’importazione agiografica.
In pratica la figura della Giuliana fiorentina e le vicende della basilica da lei edificata potrebbero essere state, per così dire, traslate a Bologna, entrando nella tradizione locale. La donna aveva assistito a Bologna nel 393, alla presenza dell’arcivescovo milanese, alla rimozione dei corpi dei SS. Vitale e Agricola e aveva sostenuto tutte le spese per l’edificazione della chiesa di S. Lorenzo in Firenze, a seguito di un voto fatto per la nascita di un figlio maschio. Nella suddetta chiesa aveva poi collocato le reliquie dei protomartiri bolognesi, donatele da Ambrogio. Col tempo la tradizione locale si sarebbe appropriata della santa, rendendola bolognese, o per lo meno attribuendole per Bologna e per Santo Stefano al fianco di Petronio, i meriti acquisiti per la fondazione di San Lorenzo a Firenze al fianco di Ambrogio; molto più tardi tale appropriazione si sarebbe completata con la sua identificazione come un’ava della nobile famiglia bolognese dei marchesi De Banzi.
In effetti simili traslazioni agiografiche di personaggi e vicende erano abbastanza usuali e produssero o arricchirono tradizioni e racconti. Al momento tuttavia propendo per ritenere che la Giuliana sepolta nella relativa cappella e che secondo la tradizione aiutò Petronio nell’edificazione della chiesa di Santo Stefano fosse comunque bolognese. Infatti, se è presumibile che i fondatori di una chiesa ottenessero di esservi sepolti, non vedo perché non ipotizzare la stessa sorte per la nostra Giuliana, il cui corpo riposa all’interno dello stesso complesso stefaniano. In questo caso le due figure sarebbero distinte, anche in considerazione del lasso di alcuni decenni che separa le vicende nelle rispettive città.

 


Fonte:
www.ilrestodelcarlino.it

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Aggiunto/modificato il 2024-01-12

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