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San Gustavo (Gustano. Guistano) Monaco benedettino

27 novembre

Gran Bretagna XI secolo - Beauvoir-sur-Mer (Vandea) Francia, 27 novembre 1040

In gioventù, fu catturato da pirati che lo abbandonarono, dopo anni di schiavitù, nell'isola di Ouessant, Francia. Accolto da San Felice, entrò nel monastero di San Gilda dove, nonostante fosse analfabeta, cantava a memoria e con grande fervore il salterio.

Etimologia: Gustavo = scettro del re, sostegno dei Goti, dallo svedese

Martirologio Romano: In località Beauvoir-sur-Mer sul litorale francese nel territorio di Nantes in Bretagna, san Gulstano, monaco, che, sfuggito da giovane alle mani dei pirati e accolto da san Felice, allora eremita, rifulse nel monastero di Rhuys dove, sebbene analfabeta, recitava a memoria il salterio e si prendeva cura dei naviganti.


I marinai della costa del Morbihan (Golfo della Bretagna meridionale) e della Baia del Croisic, lo considerano loro patrono.
Gustavo nativo della Gran Bretagna, per cui il nome originale è Gwlstan, fu rapito dai pirati nell’XI secolo; dopo molti anni di schiavitù venne sbarcato nell’Isola di Ouessant (Finistére), all’estremità della penisola della Bretagna, perché aveva un piede deformato da fratture.
Là egli venne accolto da Felice, asceta che viveva come eremita; in seguito Felice volle diventare benedettino ed entrò nell’abbazia di Fleury-sur-Loire; non è certo che Gustavo lo seguisse in questa abbazia, ma certamente essi erano insieme nell’antica abbazia di St-Gildas di Rhuys, sulla costa del Morbihan, dove Felice aveva iniziato il restauro del monastero benedettino.
Gustavo era un semplice fratello laico analfabeta, nonostante ciò, aveva imparato a memoria i salmi e le preghiere che cantava giorno e notte, concedendosi appena tre ore di sonno.
Felice lo mandò con un altro monaco a dissodare l’isola di Hoedic, che si scorgeva all’orizzonte guardando da St-Gildas; durante un viaggio iniziato per conto del monastero, Gustavo morì il 27 novembre del 1040 a Beauvoir-sur-Mer in Vandea.
Il successore di Felice alla guida di St-Gildas di Rhuys, l’abate Vitale, racconta che dopo la sua morte, il corpo del monaco Gustavo, fu preso dai monaci di S. Filiberto di Noirmoutiers, perché colpiti dal fatto che sulla sua tomba si accumulavano oggetti e ceri, per ringraziamento di grazie ricevute.
Apprendendo ciò, l’abate Vitale si rivolse al vescovo Isemberto di Poitiers, per ottenere la restituzione a Rhuys del corpo del santo monaco; ottenutolo, Vitale gli innalzò una tomba di pietra, ancora esistente, posta in una cappella della chiesa dell’abbazia.
La tomba ebbe nel tempo varie ricognizioni per la distribuzione di reliquie, nel 1619, 1655, 1731, 1809 e l’ultima nel 1896 dove si poterono notare le fratture del piede raccontate dal biografo Vitale.
I monaci di Rhuys ne curarono sempre il culto; s. Gustavo divenne patrono della chiesa parrocchiale del paese; due villaggi della Vandea portano il suo nome.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-04-12

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