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Sant' Urbicio di Metz Vescovo

20 marzo

V sec.

Nella lista episcopale della diocesi San Urbicio è collocato dopo Sant’Autore, menzionato nel 451 e Sant’Eplezio. Sappiamo che dopo di lui venne nominato il vescovo Bonolo. Una nota leggendaria che ci è stata tramandata è la vendita del suo titolo di arcivescovo per raccogliere dei soldi al fine di aiutare il popolo durante una grave carestia. E’ stato sepolto a San Maximin. Le sue reliquie, rivenute nel 1516, furono traslate definitivamente nella chiesa di Saint’Eucario.

Martirologio Romano: A Metz nella Gallia belgica, nell’odierna Francia, sant’Urbizio, vescovo.


Un velo di mistero avvolge la figura di Sant'Urbicio, quindicesimo vescovo di Metz. La sua esistenza si staglia sullo sfondo della Gallia Belgica del V secolo, un'epoca turbolenta di migrazioni e sconvolgimenti geopolitici. Le informazioni su di lui, tratte da scarne fonti storiche e arricchite da leggende popolari, accendono la nostra immaginazione e ci invitano a ricostruire la sua vita e il suo operato episcopale.
La diocesi di Metz, eretta alla fine del III secolo, annovera Sant'Urbicio tra i suoi pastori più illustri. La sua collocazione nella lista episcopale, successiva a Sant'Autore (menzionato nel 451) e precedente a Bonolo, ci fornisce un'importante indicazione cronologica. Tuttavia, la sua figura sfugge a una precisa definizione storica, lasciando spazio a fascinose ipotesi e suggestive interpretazioni.
Una leggenda, tramandata nei secoli, narra di un atto di generosità straordinaria. Secondo questa tradizione, Sant'Urbicio, spinto dalla compassione per il suo popolo sofferente a causa di una grave carestia, decise di vendere il suo titolo di arcivescovo per raccogliere fondi e soccorrere i bisognosi. Un gesto di altruismo che rivela la sua profonda sollecitudine verso i più deboli e lo configura come un pastore esemplare, pronto a sacrificare i propri privilegi per il bene della sua comunità.
Le spoglie di Sant'Urbicio trovarono sepoltura a San Maximin. Nel 1516, le sue reliquie furono riscoperte e trasferite nella chiesa di Saint'Eucario, dove ancora oggi riposano, testimoniando la venerazione di cui il santo vescovo godeva presso i fedeli.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-02-16

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