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San Serapione di Thmuis Vescovo

21 marzo

† 362

Dopo aver abbracciato la vita monastica sotto la guida di Sant'Antonio Abate, divenne vescovo di Thmuis. Pur assumendo il ministero episcopale, conservò sempre un vivo amore per la vita monastica, come testimonia la sua "Lettera ai monaci". Si schierò al fianco di Atanasio nella lotta contro l'arianesimo e compose un "Libro contro i manichei". La sua fama di erudito gli valse il soprannome di "Scolastico" da parte di San Girolamo. Fu cacciato dalla sua sede dagli ariani e morì poco dopo il 362.
 

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: In Egitto, san Serapione, anacoreta.

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Thmuis, città del basso Egitto il cui nome deriva dal termine copto "Tmuie", che significa "capra", in antichità era un centro di culto per questo animale. Tra il 340 e il 356 d.C., la diocesi di Thmuis fu guidata da San Serapione, un vescovo di cui la storia ci ha tramandato solo frammenti di vita.

Le prime notizie
Serapione dapprima si dedicò alla scuola catechetica di Alessandria, per poi abbracciare la vita monastica sotto la guida di Sant'Antonio Abate. Alla morte del suo mentore, Serapione ricevette in eredità una delle sue tuniche di pelo, come ci narra Sant'Atanasio, con il quale intrattenne una profonda amicizia testimoniata da cinque lettere.

Vescovo e monaco
Serapione, pur assumendo il ministero episcopale, conservò sempre un vivo rimpianto per la vita monastica. La sua "Lettera ai monaci" ne è una viva testimonianza: in essa esalta la scelta monastica come rinuncia alle effimere gioie del mondo e ai suoi dispiaceri, descritti con brio e un pizzico di ingenuità retorica. Serapione sottolinea anche l'importanza del ruolo di intercessione che i monaci svolgono nella Chiesa e nella società, ad imitazione di Abramo e Mosè.

Difensore della fede
Come vescovo, Serapione si impegnò nella difesa della dottrina cristiana. La sua partecipazione al concilio di Sardica del 347, dove fu sancita la riabilitazione di Atanasio e l'autorità della sede romana, non è storicamente accertata. Tuttavia, egli si schierò al fianco di Atanasio nella lotta contro l'arianesimo e compose un "Libro contro i manichei", erroneamente attribuito ad Atanasio da Facondo di Hermiane. In quest'opera, Serapione esorta a non cedere al minimo errore e a erigere un baluardo nella propria anima per evitare di cadere in traviamenti più gravi.

Opere e lettere
A Serapione è stata attribuita la stesura dell'Eucologio, una raccolta di 30 preghiere liturgiche di grande valore per la storia della liturgia egiziana del IV secolo. La paternità dell'opera rimane incerta, così come la sua revisione finale. San Girolamo, nel suo "De viris illustribus", lo definisce "Scolastico" per la sua erudizione e menziona le sue "utili lettere a diverse persone", purtroppo perdute.

Esilio e morte
Sozomeno narra che Serapione fece parte di una commissione di vescovi egiziani inviati da Costanzo II per intercedere in favore di Atanasio. La missione fallì e Serapione stesso fu cacciato dalla sua sede dagli ariani. Morì poco dopo il 362 e la sua memoria liturgica è fissata al 21 marzo dal Martirologio Romano.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-02-17

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