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Sante Agape e Chionia Martiri a Salonicco

1 aprile

† Salonicco, 304

Martiri a Salonicco, subirono il loro destino durante le persecuzioni di Diocleziano. Il loro martirio, narrato in un documento che amplifica testimonianze genuine, ci offre uno spaccato della fede incrollabile di queste donne di fronte al potere imperiale. Arrestate per aver rifiutato di cibarsi di carne sacrificata agli dei, Agape e Chionia professarono la loro fede in Cristo e furono condannate al rogo. Irene, scoperta in possesso di libri cristiani, subì un destino più crudele: denudata e condotta in un bordello, rimase miracolosamente intatta. Rifiutandosi di abiurare, fu condannata a morte.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Salonicco in Macedonia, ora in Grecia, sante Agape e Chionia, vergini e martiri, che durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, essendosi rifiutate di mangiare la carne di animali sacrificati agli idoli, furono consegnate al governatore Dulcezio e condannate al rogo.


Sante AGAPE, CHIONIA ed IRENE, Martiri a Salonicco

Il martirio di queste tre giovani sorelle è raccontato in un documento che è una versione un po' ampliata di testimonianze genuine. Le donne furono portate davanti al governatore della Macedonia, Dulcizio, con l'accusa di aver rifiutato di mangiare del cibo che era stato offerto in sacrificio agli dei.
Quando il Governatore chiese loro da chi avevano imparato idee così strane, Chionia rispose: "Da nostro Signore Gesù Cristo" e di nuovo lei e Agape rifiutarono di mangiare l'empio cibo e, a causa di ciò, furono bruciate vive. Intanto Dulcizio era venuto a sapere che Irene aveva conservato in suo possesso dei libri cristiani invece di consegnarli come richiedeva la legge. La interrogò di nuovo e lei disse che quando era stato pubblicato il decreto dell'Imperatore contro i cristiani lei e altri erano fuggiti sulle montagne. Evitò di coinvolgere le persone che le avevano aiutate e dichiarò che nessuno tranne loro sapeva che avevano i libri: "Temevamo la nostra gente quanto ogni altro" disse.
Dopo il loro ritorno a casa avevano nascosto i libri ed erano state molto infelici perché non potevano leggerli a tutte le ore come era loro abitudine. Il Governatore ordinò che Irene fosse denudata ed esposta in un bordello, ma là nessuno la molestava, così le fu data un'ultima possibilità di sottomettersi e poi fu condannata a morte. Anche i libri, le Sacre Scritture, furono bruciati pubblicamente.
Altre tre donne e un uomo furono giudicati insieme a queste martiri; una delle donne fu rinviata in carcere perché era incinta. Non è riferito cosa accadde di loro.


Autore:
Donald Attwater

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Aggiunto/modificato il 2002-08-29

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