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San Calliopio Martire
Festa:
7 aprile
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†304
Nato da una famiglia senatoria di Perge in Panfilia e istruito nella fede cristiana dalla madre Teoclia, Calliopio si recò a Pompeiopoli in Cilicia, dove il suo rifiuto di partecipare alle orge sacre del prefetto Massimo lo condusse a un drammatico confronto. La promessa di matrimonio con l'unica figlia di Massimo in cambio dell'abiura non scalfì la fede di Calliopio, che preferì il martirio al compromesso. Arrestato, flagellato e torturato, egli trovò conforto nella visita della madre Teoclia, che lo raggiunse a Pompeiopoli e ottenne dal carnefice la sua crocifissione a testa in giù. Il martirio di Calliopio, avvenuto il Venerdì Santo del 304, rimane un esempio emblematico di dedizione alla fede e di resistenza di fronte alle persecuzioni. La storicità della sua passio è stata oggetto di dibattito tra studiosi come Tillemont, Le Blant e Allard.
Martirologio Romano: A Pompeiopoli in Cilicia, nell’odierna Turchia, san Calliopio, martire.
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Il Martirologio Romano e il Sinassario Costantinopolitano commemorano il martirio di Calliopio al 7 aprile, mentre un menologio del sec. X lo ricorda al 22 marzo. Della sua passio esistono due redazioni in greco, una pubblicata negli Acta Sanctorum, l'altra da Latysev, e una in armeno.
Secondo queste fonti, Calliopio apparteneva a una famiglia senatoria di Perge in Panfilia e fu educato alle virtù cristiane dalla madre Teoclia. Scoppiata la persecuzione di Diocleziano, si recò a Pompeiopoli in Cilicia dove, testimone delle orge sacre allestite dal prefetto Massimo, si rifiutò di parteciparvi professandosi cristiano. Massimo, incalzando per strappargli l'abiura, giunse a promettergli l'unica figlia in sposa se avesse sacrificato agli dei: Calliopio, però, preferì il celibato e il martirio. Fu arrestato, flagellato, tormentato sul cavalletto e incatenato in carcere. Distribuiti i beni della famiglia e affrancati gli schiavi, sua madre lo raggiunse a Pompeiopoli per morire con lui: ottenne dal carnefice che il figlio fosse crocifisso con la testa in basso. Il martirio avvenne il venerdì santo (7 aprile) del 304. La passio fu criticata dal Tillemont e da E. Le Blant, giudicata attendibile da P. Allard, mentre il Delehaye la dice «ab agiographo otioso conficta».
Autore: Placide Bazoche
Fonte:
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