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Santi Isacco e Hamazasp Martiri in Armenia

8 aprile

I principi cristiani Isacco e Hamazasp, figli del principe Gagik Arcruni, si distinguono per il loro valore in battaglia e la profonda devozione. In un contesto di oppressione religiosa, i due fratelli si ergono a difensori della pace e della fede cristiana. Imprigionati e sottoposti a tre mesi di torture, Isacco e Hamazasp resistono con tenacia alle pressioni del tiranno Musa-ibn-Mahdi, che li esorta ad abiurare la loro fede. La loro incrollabile convinzione li rende immuni alle lusinghe e alle minacce del governatore arabo. Nel 786, la loro fede incrollabile viene suggellata con il martirio.

Etimologia: Isacco = Dio gli sorride, salvezza di Dio, dall'ebraico

Emblema: Palma


Isacco e Hamazasp erano fratelli figli del principe Gagik Arcruni e subirono il martirio durante il catolicossato di Isaia (775-788). In quel tempo l'Armenia era soggetta alla dominazione araba, ma i due principi erano valorosi combattenti e mantenevano nella propria regione l'ordine e la pace. L'agiografo loda specialmente la loro pietà e religiosità.
L'anno 785 saliva sul trono del regno arabo Musa-ibn-Mahdı, "uomo crudele e malvagio" come lo definisce lo storiografo armeno, Leonzio. Infatti, appena salito al trono, mandò in Armenia un governatore di sua fiducia, il quale, giunto nella capitale, Dwin, convocò tutti i principi armeni. Anche i due fratelli Isacco e Hamazasp, insieme al loro terzo fratello Meruzan, accettarono l'invito e vi andarono, "poiché, dice l'agiografo, avevano il cuore schietto e non dubitavano di niente". Ma appena arrivati a Dwin, il governatore arabo li tenne prigionieri, accusandoli di ribellione contro i dominatori. I due fratelli erano considerati fra i piú valorosi di tutti i principi armeni e ciò insospettì il governatore il quale temeva che essi potessero opporsi ai suoi malvagi progetti.
Rimasti per tre mesi in carcere, si sentirqno proporre di rinnegare la fede cristiana, come condizione per essere lasciati liberi. Uno dei fratelli, Meruzan, accettò la condizione, e fu liberato, ma gli altri due perseverarono nelle tribolazioni senza cambiare avviso. Il governatore cercò di smuoverli con le torture, ma anche questo mezzo fu vano. Infine furono decapitati, l'anno 786, in un giorno dell'ottavario dell'Epifania. La Chiesa armena li onora con una festa nella settimana della III domenica dopo la festa dell'Esaltazione della S. Croce. Il Martirologio armeno riporta la Vita dei santi martiri l'8 aprile.


Autore:
Paolo Ananian


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2002-10-08

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