Il Martirologio Romano al 22 aprile reca: "Smyrnae sanctorum Apellis et Lucii ex primis Christi discipulis", e al 10 settembre: "Iterum sanctorum martyrum Apellii, Lucae et Clementis". Tutti sono d'accordo sul fatto che molte sono le confusioni al riguardo, circa i nomi medesimi e le attribuzioni. Il Baronio attinge ai menei greci, ma per inavvertenza omette Clemente al 22 aprile e muta i nomi di Apelle e di Lucio In realtā sembra non esset dubbio trattarsi dei medesimi tre santi: i menei greci, nel presentare brevemente il loro elogio, indicano alle due date le stesse attribuzioni: apostoli, vescovi rispettivamente di Smirne (Apelle), di Laodicea (Lucas o Lucius) e di Sardi (Clemente). E c'č un altro argomento: fonte di queste notizie č il trattato De LXX discipulis Christi, dello pseudo-Ippolito. Lucius sembra pertanto il vero nome, giā erroneamente mutato in AOUX&S in alcuni menei greci, che tuttavia, come giā notava il Baronio, ben lo distinguevano dall'evangelista. Variazione che ha suggerito il riferimento del nostro Lucio al Luca cui accenna s. Paolo dove senz'altro Paolo parla dell'evangelista.
Infine, non si sa quale valore possa avere l'indicazione di "martiri" che troviamo nel Martirologio Romano soltanto al 10 settembre. Unica fonte dunque per la stessa esistenza di Lucio č il trattato dello pseudo Ippolito, sulla cui attendibilitā si č, per lo meno, molto scettici. Lo scrittore agiografico portoghese Giorgio Cardoso riferiva che il nostro Lucio, discepolo del Signore, č venerato con Ufficio ecclesiastico di seconda classe ad Ebora presso i Carmelitani Scalzi, nella chiesa consacrata alla Vergine Madre del Rimedio, in cui essi conserverebbero il capo di s. Lucio loro donato dall'arcivescovo di Ebora, Giuseppe De Mello; questi lo avrebbe portato da Roma dove era stato come rappresentante del proprio regno.
Autore: Francesco Spadafora
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