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Beato Bartolomeo Pucci-Franceschi Sacerdote dei Frati Minori

6 maggio

Montepulciano, Siena, seconda metà XIII secolo - 6 maggio 1330

Nacque a Montepulciano nella seconda metà del XIII secolo. Di famiglia nobile, sposò la figlia del Capitano Tommaso del Pecora, Millia, da cui ebbe quattro figli. Nel 1290, quando i figli raggiunsero la maggiore età, Bartolomeo poté abbracciare la vocazione religiosa entrando nell’Ordine dei Minori del convento cittadino di San Francesco. Da ricco si fece povero, per amore di Cristo, e se molti lo ammiravano dovette però sopportare il disprezzo di quanti lo consideravano un pazzo. L’umile francescano condusse il resto della sua esistenza tra preghiere, visioni della Madonna e degli angeli. Considerato dai suoi concittadini un’anima eletta, operò, ancora in vita, alcuni miracoli. Fra Bartolomeo morì, molto anziano, il 6 maggio 1330a Montepulcianoe fu sepolto nella chiesa del convento. Le reliquie furono poi trasferite, nel 1930, nella chiesa di Sant’Agostino. Il 24 giugno 1880 Leone XIII ne confermò il culto ab immemorabili. L’esempio del beato Bartolomeo è singolare, conciliò infatti durante la sua vita le diverse vocazioni dell’uomo: di sposo, di genitore e di religioso consacrato a Dio.

Martirologio Romano: A Montepulciano in Toscana, beato Bartolomeo Pucci-Franceschi, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, lasciati per amore di Dio la moglie, i figli e tutti i suoi beni, si fece poverello di Cristo.


Bartolomeo nacque a Montepulciano nella seconda metà del XIII secolo. Il Padre, Puccio di Francesco, aveva i due nomi del suo casato di cui si hanno notizie già nel secolo XII.
Di famiglia nobile, dunque, il Beato sposò la figlia del Capitano Tommaso del Pecora, Millia, da cui ebbe quattro figli. Possiamo immaginare una famiglia ideale che, sebbene vivesse nell’agiatezza, era attenta ad aiutare i poveri, soprattutto nei momenti di carestia. Nel 1290, quando i figli raggiunsero la maggiore età, Bartolomeo poté abbracciare la vocazione religiosa entrando nel nell’Ordine dei Frati Minori del convento cittadino di S. Francesco. Da ricco si fece povero, per amore di Cristo, e se molti lo ammiravano dovette però sopportare il disprezzo di quanti lo consideravano un pazzo. Soprattutto i ragazzi, per strada, lo fecero più volte bersaglio di insulti. Seguendo il suo esempio anche la moglie fece in seguito voto di castità.
L’umile francescano condusse il resto della sua esistenza tra preghiere, visioni della Madonna e degli angeli. Considerato dai suoi concittadini un’anima eletta, operò ancora in vita alcuni miracoli. Fra Bartolomeo morì, molto anziano, il 6 maggio 1330. Sepolto nella chiesa del convento, le due chiavi dell’urna, per secoli, furono custodite sia dal frate guardiano che dai discendenti della sua famiglia. Le reliquie furono poi trasferite, nel 1930, nella chiesa di S. Agostino in cui si trovano tuttora. Il 24 giugno 1880 Papa Leone XIII ne aveva confermato il culto “ab immemorabili”. L’esempio del Beato Bartolomeo è singolare, conciliò infatti durante la sua vita le diverse vocazioni dell’uomo: di sposo, di genitore e di religioso consacrato a Dio.


PREGHIERA

Prostrati innanzi all’urna che raccoglie le tue spoglie gloriose,
o Beato Bartolomeo, noi ti imploriamo.
Tu che, attratto dal sublime ideale del Poverello d’Assisi,
rinunciasti coraggiosamente alle brillanti attrattive del mondo,
alle gioie della famiglia e ad una comoda posizione sociale
e, rivestito dell’abito francescano,
nella solitudine del chiostro cittadino ascendesti di virtù in virtù,
segnalate da celesti favori,
fino a che, consumato dall’amore del Divino Crocifisso,
chiudesti la tua lunga esistenza terrena
per salire al premio dei Beati nella gloria immortale,
infondi nelle anime nostre il coraggio delle cristiane virtù,
salvaci dagli errori e dagli orrori della colpa
ed in particolare ottienici da Dio quella grazia
per la quale ricorriamo alla tua valida intercessione.
Amen.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2007-05-06

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