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San Desiderio di Vienne Vescovo e martire

26 maggio

Autun (Francia), ca. 550 - Regione di Lione, maggio 607-611

Nacque ad Autun intorno al 550, ma abitò a Vienne, nel Delfinato, fin dalla giovinezza e fu incorporato al clero di questa città. Vi ricevette il diaconato sotto il vescovo Verus, cui successe negli ultimi anni del secolo VI. Desiderio aveva fatto studi letterari e, divenuto vescovo, continuava ad insegnare la grammatica. In seguito a certe inimicizie fu vittima di calunnie: tradotto davanti ad un concilio riunito a Chalon-sur-Saone nel 602 o 603, fu deposto ed esiliato. Qualche anno più tardi, tuttavia, fu richiamato Vienne, accolto con gioia dai suoi diocesani, ma poiché la sua coscienza di vescovo lo portava a stigmatizzatizzare apertamente la disolutezza della corte, un giorno fu arrestato in chiesa. Condotto verso una destinazione sconosciuta, fu ucciso dalla scorta in un luogo che poi prese il nome di St.-Didier-sur-Chalaronne nel territorio lionese. Si è voluto affermare che egli sia stato condannato e lapidato su ordine della corte, ma sebbene la responsabilità del re Teodorico II sia incontestabile, si trattò dell'eccesso di zelo di un soldato che lo abbattè con una pietra e lo finì a colpi di bastone. Era il maggio del 607 o 611, secondo le fonti. (Avvenire)

Etimologia: Desiderio = figlio tanto atteso

Emblema: Bastone pastorale, Palma

Martirologio Romano: Nel territorio di Lione in Francia, passione di san Desiderio, vescovo di Vienne, che dalla regina Brunechilde, da lui redarguita per le sue nozze incestuose e altre depravazioni, fu dapprima mandato in esilio e poi, sempre per suo ordine, lapidato, meritando cosė la corona del martirio.


Nato prima del 550 ad Autun, abitò a Vienne nel Delfinato fin da quando era giovane, sostenendo solidi studi letterari, fu ammesso nel clero della città e ricevette il diaconato e ordinato presbitero dal vescovo Verus di cui diventò poi successore negli ultimi anni del secolo VI.
Fu in contatto epistolare con s. Gregorio Magno, la corrispondenza risentiva della sua passione per la letteratura, ricevé dal grande papa parecchie lettere su varie argomentazioni nel 596, 599 e 601.
Egli visse in un periodo di decadenza morale e di torbida politica denominato ‘l’epoca di Brunechilde’ (534-613) regina d’Austrasia, vedova di re Sigeberto, governò per il figlio Childeberto II e che fu uccisa da Clotario II.
Desiderio fu anch’egli coinvolto cadendo vittima di odiose calunnie, per questo fu giudicato in un Concilio riunito a Chalon-sur-Saône nel 602/603 e presieduto da un suo accanito avversario Aredio di Lione, il giudizio sfociò nella deposizione da vescovo di Vienne e l’esilio.
Passati qualche anno, la reggente Brunechilde lo richiamò e poté ritornare fra i suoi fedeli, ma questo non gl’impedì di parlare apertamente contro la dissolutezza della corte, pertanto un giorno fu arrestato mentre era in chiesa.
Fu trasferito in un posto sconosciuto ma durante il viaggio fu ucciso da una guardia della scorta, che presa da eccessivo zelo, lo abbatté con una pietra e finendolo con un bastone, anche se si trattò di un gesto sconsiderato di un solo soldato, la responsabilità della corte è incontestabile; era il 23 maggio del 607 o 611, il luogo dell’assassinio prese poi il nome di St-Didier-sur-Chalaronne nel territorio di Lione.
Desiderio fu da subito considerato un martire, i suoi resti furono traslati tre anni dopo nella cattedrale di Vienne; la sua biografia fu scritta da un contemporaneo bene informato, il re visigoto Sisebut in persona, qualche anno dopo un anonimo viennese ne scrisse un’altra che fu a sua volta origine di altre.
La sua festa liturgica è fissata al 23 maggio.

Autore: Antonio Borrelli




Sono incerti i dati su nascita e morte, ma non quelli della sua vita. Desiderio ne trascorre gran parte nella Gallia centro-orientale, poi passa a Vienne, nell’attuale Delfinato. La città è il cuore di una diocesi tra le più antiche della Gallia. Qui, nell’anno 470, il vescovo Mamerto ha istituito la pratica delle Rogazioni, processioni mattutine nelle campagne per tre giorni consecutivi, tra Pasqua e Ascensione, al canto delle litanie dei santi: una pratica estesa poi a tutta la Chiesa da papa Leone III (intorno all’anno 900).
A Vienne, Desiderio compiei suoi studi, quando «in tutte le città della Gallia va scomparendo la conoscenza delle lettere», come scriverà il suo quasi coetaneo Gregorio di Tours. E fa l’insegnante di “belle lettere”, appunto. Questa passione gli durerà per tutta la vita. Egli procurerà qualche richiamo da papa Gregorio Magno, che lo apprezza molto, ma che non ama il suo interesse anche per la letteratura “profana”.
A Vienne, Desiderio riceve il diaconato e poi il sacerdozio dal vescovo Verus.E alla sua morte gli succede come capo della diocesi, sul finire del VI secolo. Questo è il tempo in cui la Gallia, conquistata un secolo prima da Clodoveo e divenuta regno unitario dei franchi, è stata poi divisa alla sua morte (511), in due regni, affidati a due suoi figli: il regno orientale (Austrasia), e quello occidentale (Neustria). Due regni che più volte si uniscono e si dividono, due dinastie consanguinee e nemiche. È l’epoca del furor regum, scrive Gregorio di Tours: il furore dei re, che praticano la politica dell’omicidio.
Desiderio è suddito della regina Brunechilde, che tiene il potere a lungo, dapprima come moglie del re Sigeberto I d’Austrasia, poi come reggente per suo figlio e per il suo nipotino. Intelligente e autoritaria, punta a fare dei due regni uno Stato unitario forte. E certo non bada ai mezzi. I suoi parenti nemici di Neustria l’accusano di inaudite turpitudini, e la metteranno a morte con ripugnante crudeltà. La regina ha sostenitori anche tra i vescovi. E uno di essi, Aredio di Lione, durante un concilio regionale a Chalon-sur-Saône, accusa Desiderio «con odiose menzogne», come dicono i suoi biografi (tra i quali c’è il re visigoto di Spagna, Sisebuto). La sua colpa è il parlare chiaro, anche contro la corte. E così, dopo l’accusa di Aredio, eccolo destituito e mandato al domicilio coatto su un’isoletta. Ma, dopo qualche anno, proprio Brunechilde ordina che venga ricondotto a Vienne, e reintegrato nella sua autorità episcopale.
Desiderio ha accettato la condanna e poi la liberazione, ha ripreso a fare il vescovo. In lui Brunechilde non ha un nemico. Ma neppure un servo. Sicché, quando c’è un altro scandalo a corte, lui denuncia in chiesa peccato e peccatore, che è il giovane Teodorico II di Borgogna, nipote di Brunechilde. Vengono ad arrestarlo prontamente, lì in chiesa.
Poi, l’ordine è probabilmente quello di esiliarlo di nuovo: eccolo infatti partire, sotto scorta militare. Ma il suo cammino si interrompe nei pressi di Lione: un soldato della scorta lo colpisce con una pietra alla testa, poi lo finisce a bastonate. Forse non aveva quest’ordine, e lo ha ucciso per un suo impulso omicida. Però la voce pubblica parla di martirio: lo fanno santo i fedeli. Tre anni dopo, il corpo viene portato nella cattedrale di Vienne. E si dà il suo nome (Didier, in francese) al luogo dell’assassinio: Saint-Didier-sur-Chaleronne.


Autore:
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2005-05-13

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