Nato a Vareglate verso la fine dell'XI secolo, si forma a Pavia nel monastero benedettino di San Pietro in Ciel d'Oro. Consacrato sacerdote, ricopre ruoli di rilievo a Milano, divenendo prevosto di San Nazaro e partecipando alla crociata del 1100 al fianco dell'arcivescovo Anselmo IV. Tornato a Milano, si trova invischiato nelle lotte per la successione arcivescovile, sostenendo inizialmente il vicario Grossolano ma appoggiando poi Giordano da Clivio contro l'imperatore Enrico V. Eletto vescovo di Asti nel 1105, assume anche il governo civile della città, difendendo i diritti della Chiesa e fronteggiando le mire espansionistiche del comune. Uomo di profonda fede, Landolfo si dedica con zelo alla riforma dei costumi ad Asti, segnata da una pestilenza. La sua abilità politica si esplica nella gestione oculata dei beni ecclesiastici, in linea con le direttive di Callisto II, e nel mantenimento di una certa autonomia dall'imperatore, pur rimanendo fedele a Roma. Muore tra il 1132 e il 1134.
Etimologia: Landolfo = lupo del paese, dal tedesco
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Nato nella seconda metà del sec. XI a Vareglate, che la tradizione milanese identifica con Vergiate, borgata a Nord di Milano, e la tradizione astigiana con Variglié, località vicina ad Asti, studiò a Pavia nel monastero benedettino di S. Pietro in Ciel d'Oro, senza tuttavia diventar monaco.
Consacrato sacerdote, fu eletto a Milano prima canonico della metropolitana, poi, al piú tardi nel 1098, preposto di S. Nazaro, cariche ambedue di notevole responsabilità. Partito il 13 settembre 1100 con l'arcivescovo Anselmo IV alla testa di un esercito milanese per la crociata, dopo la sconfitta e la ritirata a Costantinopoli, dove il 30 settembre 1101 Anselmo morí per ferite ricevute in battaglia, raggiunse nel 1103 Roma, per riferire al papa i risultati di quell'infelice spedizione. Non è però improbabile che volesse anche informarsi, prima di tornare a Milano, della situazione ivi creatasi dopo la homina, nel 1102, a successore di Anselmo, del vicario Grossolano, già vescovo di Savona (1098), tanto piú che Landolfo era stato sul punto di essere eletto arcivescovo; se la nomina non era avvenuta, la responsabilità era dello stesso Grossolano che l'aveva impedita. Desiderava forse cono3cere con precisione sino a qual limite avesse ragione il prete milanese Liprando, che contestava la legittimità della nomina di Grossolano, sostenendo le sue ragioni anche con la prova del fuoco avvenuta il 25 marzo 1103. Tornato a Milano e vista l'impossibilità di riportare la pace negli animi, dopo avere invano atteso i legati pontifici promessi da Pasquale II, Landolfo consigliò di portare la questione a l sinodo romano che nel 1105 riconfermò Grossolano nella sede di Milano.
Nello stesso anno Landolfo, che a Roma era stato imparziale nei confronti di Grossolano, venne eletto vescovo di Asti, assumendo anche il governo civile della città come feudatario dell'impero, posizione assai delicata in tempi in cui i comuni, non ultimo Asti, rivendicavano sempre maggior autonomia dall'autorità imperiale. Nel 1112 si oppose alla nomina di Giordano a nuovo arcivescovo di Milano in sostituzione di Grossolano, partito due anni prima per la Palestina; tuttavia nel 1116, confermato Giordano dal sinodo romano, riconobbe la opportunità di una politica religiosa piú duttile di quella voluta da rigoristi come Grossolano. Forse per lo stesso motivo Giordano consacrò vescovo, su consiglio di Landolfo, Villano, perché sostituisse in Brescia il vescovo Armano.
Come vescovo di Asti, Landolfo Iavorò attivamente per sanare i costumi della città che si erano corrotti durante una pestilenza. Nelle successive lotte con il comune, non solo difese validamente i diritti della sua Chiesa, ma ebbe la soddisfazione di vedere compensati da notevoli donazioni i pochi danni dalla stessa subiti. Nella politica economica, tenne presenti le direttive impartite da Callisto II, nel concilio del 1123, secondo le quali il vescovo, cardine ed elemento unificatore della ecclesia a lui affidata doveva essere anche l'amministratore dei beni ecclesiastici. Di fronte all'impero mantenne libertà di giudizio, specialmente in campo religioso, cosí nel 1118, fedele alla Chiesa di Roma, non volle riconoscere l'antipapa Burdino, creato da Enrico V ciò gli attirò le ire dell'imperatore, che assediò Asti nello stesso anno. Nel 1130 si oppose anche ad Anselmo V della Pusterla, metropolita di Milano che, in occasione dello scisma papale, aveva aderito ad Anacleto II, seguendo invece Innocenzo II, che fu poi riconosciuto come legittimo papa dal consenso di tutta la Chiesa; tuttavia questa libertà di atteggiamento gli costò un assedio della città di Asti da parte di Anselmo.
La data della morte di Landolfo oscilla tra il 1132, quando egli festeggiò ad Asti la Pasqua con Innocenzo II, ed il 1134, anno in cui, in un atto di donazione, compare già il nuovo vescovo Ottone. Il corpo di Landolfo, racchiuso dapprima in un sarcofago marmoreo, fu in seguito, dopo il 1450, collocato nell'altare della cappella di S. Agnese attigua alla cattedrale di Asti, dove riscosse una certa venerazione.
Il nome di Landolfo figura col titolo di beato e santo in Calendari e Breviari astensi e in qualche catalogo agiografico moderno (Galesino, Ferrari) al 1° giugno. Negli Acta 55. Iunii (citt. in bibl.) è invece menzionato al 7 giugno che sembra essere il dies natalis del beato.
Autore: Maria Margherita Roggia
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