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Sant' Alice (Adelaide) di Vilich Badessa

5 febbraio

Geldern (Germania) 960 ca. - Colonia, 5 febbraio 1015

Nata verso il 960, Adelaide fu mandata dai genitori a studiare presso le canonichesse di San Gerolamo del monastero di Sant'Orsola a Colonia. La morte in battaglia di un fratello, caduto nel 977 contro i Boemi, fece sì che i genitori usassero la parte di eredità che a lui spettava per costruire un monastero a Vilich, presso Bonn, designando proprio Adelaide come prima badessa. Nonostante la giovane età governò con saggezza. Dopo la morte della madre (994), adottò la Regola di san Benedetto, aiutata dalle monache di Santa Maria in Capitolio a Colonia, di cui era badessa la sorella Bertrada. Quando anche questa morì, il vescovo di Colonia sant'Eriberto volle Adelaide alla guida di entrambi i monasteri. Dotata di doni mistici, alla sua intercessione sono attribuiti molti miracoli. Morì a Colonia nel 1015 ed è sepolta a Vilich. Il culto è diffuso anche in Francia, dove è nota con il nome di Alice. (Avvenire)

Etimologia: Adelaide = dal nobile aspetto, dall'antico tedesco

Martirologio Romano: A Colonia in Lotaringia, oggi in Germania, sant’Adelaide, prima badessa del monastero di Vilich, in cui introdusse la regola di san Benedetto, e poi del monastero di Santa Maria di Colonia, dove moŕ.


Nacque verso il 960, probabilmente nel castello di Geldern in Germania; fanciulla fu affidata per l’educazione alle canonichesse di S. Gerolamo del monastero di S. Orsola in Colonia, dove si distinse per il profitto nello studio e per la pietà innata.
Il fratello Goffredo morì durante la guerra contro i Boemi nel 977 ed i genitori destinarono la quota ereditaria che gli spettava, alla costruzione di un monastero di canonichesse a Vilich, presso Bonn, designando Adelaide come prima badessa; nonostante la giovane età, ella si dimostrò all’altezza del compito, promuovendo nel convento lo studio e le opere di pietà.
Dopo la morte della madre (994) Adelaide decise di introdurre nella Comunità la Regola di s. Benedetto e dopo averla sperimentata personalmente per un intero anno, si pose sotto la direzione delle benedettine del monastero di S. Maria in Capitolio di Colonia, di cui era badessa la sorella Bertrada.
Verso il 1000 la sorella morì e Adelaide fu posta dal vescovo di Colonia s. Eriberto, con il consenso dell’imperatore Ottone III, alla direzione anche del monastero di Colonia.
La guida dei due monasteri, la vide impegnata con grande prudenza ed energia decisionale e nella carità verso i poveri a cui destinò stabilmente certe rendite del monastero di Vilich.
Ebbe doni mistici e grazie alla sua intercessione, avvennero anche dei miracoli. Morì a Colonia il 5 febbraio del 1015 e il corpo, per suo desiderio, venne tumulato nel chiostro del monastero di Vilich, in seguito fu trasferito nella chiesa, visto il gran numero di pellegrini che si recavano a pregare sulla sua tomba, disturbando però la quiete del chiostro.
Il culto per s. Adelaide (Alice) di Vilich, iniziò subito dopo la morte ed ebbe grande diffusione, arrivando così anche in Francia, dove fu conosciuta appunto con il nome di Alice.
La sua festa si celebra il 5 febbraio.

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Il nome Alice curiosamente deriva dalla stessa lontana base che ha dato origine al nome Adelaide. Athalaid è germanico, divenne però Alis in francese antico, latinizzato poi in Alicia, nome che fu ripreso poi dagli inglesi e trasformato in Alice, quindi ‘riesportato’ in Francia ed Italia.
Il nome lo si fa risalire anche dal greco ‘alyké’ che significa “marina”. Ebbe grande diffusione in seguito al successo letterario del romanzo fantastico “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, pseudonimo dello scrittore inglese Charles Lutwidge Dodgson (1832-1898). In campo cristiano è ricordata al 5 febbraio s. Alice (Adelaide) badessa di Vilich, mentre una piccola citazione si trova al 13 giugno in ricordo di s. Alice di La Chambre morta nel 1250, di cui purtroppo non si riesce a reperire notizie, deve trattarsi di una devozione verso una figura locale, che non è nemmeno citata nel ‘Martirologio Romano’, testo ufficiale dei santi e beati della Chiesa Cattolica. 

Autore: Domenico Agasso 

 


 

Quante bambine portano questo bellissimo nome! Diventato famoso grazie alla favola Alice nel paese delle meraviglie scritta dall’inglese Lewis Carroll e pubblicata nel 1865, Alice deriva dal germanico athalaid (Adelaide) che significa “nobile” (da adal) abbreviato in Heidi. In Francia diventa Alis, si trasforma nel latino Alicia, arriva in Inghilterra, per poi ritornare in Italia e in Francia come Alice. Questo nome giramondo ha anche origini greche: da alykè che significa “marina”, “del mare”.
Una santa chiamata Alice nasce in Germania, a Geldern, nel 960. È Sant’Alice (Adelaide) di Vilich. La sua famiglia è ricca e nobile e, da bambina, Alice riceve la sua istruzione presso il Monastero di Colonia di Sant’Orsola, dove si distingue per brillantezza negli studi e bontà d’animo.
All’età di diciotto anni viene nominata badessa del Monastero di Vilich (Bonn), fatto costruire dai genitori in memoria di un fratello di Alice, Goffredo, morto in battaglia. La santa è molto giovane, eppure riesce a guidare e a far prosperare con saggezza ed efficace organizzazione il convento. Adotta il precetto di San Benedetto: pregare lavorando. Le suore pregano per i malati, per la pace, perché trionfi l’amore. Ma si danno anche tanto da fare: lavorano i campi rendendoli fertili e con la frutta, la verdura, i cereali e i legumi che raccolgono, sfamano se stesse e tutti i poveri che si rivolgono al monastero chiedendo aiuto.
Alice ha una sorella, Bertrada, anche lei suora, badessa del Convento di Santa Maria a Colonia. Quando Bertrada muore, Alice guida anche il Monastero di Colonia. Qui i bisognosi trovano un rifugio sicuro, una mano tesa contro la disperazione. La santa trae la forza di aiutare concretamente gli altri dalla preghiera e dalla fede in Dio.
Sant’Alice muore nel 1015 a Colonia e viene sepolta a Vilich. Le vengono attribuiti tanti miracoli avvenuti per sua intercessione, di cui non si ha conoscenza nei dettagli. Tuttavia può essere considerato già un miracolo l’aver salvato molte vite, organizzando l’accoglienza di poveri e malati, dato loro da mangiare, un giaciglio al caldo dove dormire e, soprattutto, il calore di una preghiera, di una parola di conforto e d’amore. Uno dei simboli di Sant’Alice è il pane. Viene invocata contro le malattie degli occhi.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2022-12-28

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