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Santi Potino, Blandina e compagni Martiri di Lione

2 giugno

† Lione, 177

Martirologio Romano: A Lione in Francia, santi martiri Potino, vescovo, Blandina e quarantasei compagni, le cui ardue e reiterate prove compiute al tempo dell’imperatore Marco Aurelio sono attestate nella lettera scritta dalla Chiesa di Lione alle Chiese d’Asia e Frigia. Tra questi, il nonagenario vescovo Potino rese il suo spirito poco dopo essere stato incarcerato; altri, come lui, morirono in carcere e altri ancora posti al centro dell’arena davanti a migliaia di persone radunate per lo spettacolo: quanti erano stati identificati come cittadini romani subirono la decapitazione, gli altri invece venivano dati in pasto alle fiere. Da ultima, Blandina, sgozzata alfine con la spada dopo aver patito più lunghe e aspre torture, seguì tutti coloro che ella aveva poco prima esortato a raggiungere la palma del martirio.


Nel 177 si scatenò a Lione, una persecuzione contro i cristiani, secondo gli editti dell’imperatore Marco Aurelio; il ‘Martyrologium Romanum’ riporta al 2 giugno un gruppo di 48 martiri, uccisi più o meno nello stesso tempo in odio alla fede cristiana, sia a Lione sia a Vienne, ma che comunque sono denominati ‘Martiri di Lione’.
Il loro glorioso martirio è narrato da testimoni contemporanei, assolutamente degni di fede; il racconto completo era contenuto in una lettera, che la Chiesa della Gallia, inviò poco dopo gli avvenimenti, ai confratelli dell’Asia e della Frigia e che lo storico Eusebio di Cesarea, incluse integralmente nella sua ‘Historia Ecclesiastica’ pervenuta così fino a noi.
Il gruppo menzionato è capeggiato da s. Fotino vescovo e il secondo nome è quello di Blandina, la quale era una schiava cristiana, arrestata insieme alla sua padrona. Nonostante i timori che gli altri cristiani nutrivano sulla sua saldezza nella fede, ella dimostrò invece una fermezza straordinaria nell’affrontare il martirio, che a lei non fu risparmiato in crudeltà; ripeteva “io sono cristiana e tra noi non c’è nessun male”.
Fu condotta inizialmente nell’anfiteatro e appesa ad un palo a forma di croce, ella pregò ad alta voce e le fiere non l’aggredirono. Poi fu ricondotta nell’arena insieme ad altri fedeli, sopravvissuti ai vari supplizi, qui fu costretta ad assistere alla morte atroce dei suoi compagni, mentre lei superava ancora una volta, il tormento della graticola ardente.
Rimasta sola, su di lei si accanì la ferocia pagana; ignuda e ricoperta con una rete, fu esposta ai lazzi degli spettatori ed alla furia di un toro, che colpendola con le corna, la lanciò più volte in aria; infine fu finita con la spada. Gli stessi pagani dichiararono che mai, in mezzo a oro, una donna aveva sopportato così numerosi e duri tormenti.
Santa Blandina, schiava nella vita, ma eroica e gloriosa martire nella morte, è raffigurata da secoli nell’arte, con gli attributi del suo supplizio: la rete, la graticola, il palo, i leoni, il toro; viene celebrata il 2 giugno insieme agli altri martiri di Lione.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-02-06

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