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San Domezio il Medico Eremita

5 luglio

Martirologio Romano: Commemorazione di san Domezio, detto il Medico, eremita sul monte Quros nell’antica Armenia.


Fu un eremita cappadoce vissuto santamente tra il IV e il V sec. coi compagni Mar Sabai e Mar Abai in una grotta del Kurus Dagi (anticamente Quros o Qouros), una montagna del Kurdistan a quarantacinque chilometri da Mardin, verso il Tigri (Dicle Nehri). Una tradizione siriaca, concretatasi nella leggendaria sua Vita (BHO, p. 61, n. 263), racconta che Domezio (Dometios, Mar Dimet) ancora pagano era al servizio dell'imperatore Valente (364-78) : una notte gli appare un angelo e lo rimprovera dei suoi sentimenti ostili ai cristiani, predicendogli gravi tribolazioni ma insieme nuove prove della divina misericordia. Colpito da atrocissima sciatica e costretto a lasciare il servizio dell'imperatore, si reca al monte Quros per impetrare la guarigione dal venerando eremita Sabai. Ricevette così il Battesimo e anche, dopo qualche giorno, la perfetta sanità, e rimase egli pure nelle grotte di quella montagna per condurvi vita eremitica, per oltre trent'anni. Vari miracoli ne confermano la santità, come quello di un cammello azzoppato che egli guarisce istantaneamente. Ma è soprattutto sui sofferenti di sciatica che si esercitano le sue prodigiose virtù taumaturgiche, e la sua fama di santo medico anàrgiro si diffonde dovunque. Incitati dal demonio, alcuni medici gelosi di lui cercano di farlo morire murandolo nella sua grotta, ma l'iniquo disegno non riesce. Muore poi assistito da un angelo ed è sepolto nella medesima grotta dove aveva lungamente vissuto ed intorno alla quale sorgerà poi un grande monastero dedicato al suo nome (se ne vedono ancora le rovine).
Il suo nome fu conosciuto anche in Occidente, e di lui parla già san Gregorio di Tours (m. 594) in De Gloria Martyrum, qualificandolo però come martire e come vissuto e morto in Siria: elementi questi che dimostrano una contaminazione tra la tradizione di san Domezio il Medico e quella dell'omonimo Domezio il Persiano, martire (v. BHG, I, p. 169, n. 560). Altri particolari della sua leggenda (il cammello azzoppato, la muratura della grotta, ecc.) tornano puntualmente anche in quella del Persiano e forse nella stessa data della sua celebrazione (5 luglio: così in Floro, Adone, Usuardo e nel Martirologio Romano; ma anche in due calendari siriaci giacobiti, di cui uno anteriore al sec. VII) dovremo ravvisare il ricordo dell'invenzione delle reliquie di san Domezio martire (5 panemos), piuttosto che una derivazione dal Domitius del Martirologio Geronimiano al «III non. Jun.». Non è comunque improbabile che sotto i due nomi, dell'asceta e del martire, si celi in realtà un'unica persona, attorno a cui fioriscono due diverse tradizioni.


Autore:
Giovanni Lucchesi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2011-09-26

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