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Beato Giordano Forzatè Abate benedettino di Padova

7 agosto

Padova, 1158 - Venezia, 7 agosto 1248

Etimologia: Giordano = dal nome del fiume della Palestina

Martirologio Romano: A Venezia, beato Giordano Forzaté, abate, che fu fondatore di monasteri a Padova e, non potendo evitare, nonostante i suoi sforzi, la rovina della patria, da pio esule si addormentò nella pace del Signore, lasciando un esempio di onestà, integrità di costumi e scienza.


Nacque a Padova intorno al 1158 nella nobile famiglia dei Forzaté Transelgardi; a sedici anni, la notte del 4 marzo 1174, fuggì spaventato dal furioso incendio che distrusse i tre quarti della città; rifugiandosi nel piccolo monastero di S. Benedetto, posto fuori la città.
Poi per venti anni di lui non si sa niente di documentato, ma certamente condusse una vita esemplare, se nel 1195 era priore del monastero, che fece ricostruire in due sezioni divise da alte mura, una destinata ai monaci e l’altra alle monache; al centro vi era la chiesa che serviva per le funzioni religiose di ambedue i rami.
Si racconta che il priore Giordano, a lavoro finito, piantò al centro del cortile riservato alle monache, la bacchetta di corniolo, da lui usata per tracciare nel terreno le linee del monastero.
L’arido stecco germogliò divenendo una pianta vigorosa, le cui foglie e i frutti avevano virtù taumaturgiche. Nel tempo ogni volta che moriva un appartenente ai Forzaté, un ramo si seccava, disseccandosi del tutto quando morì l’ultima discendente; successivamente dal ceppo spuntarono altri germogli; il 2 dicembre 1811, quando il monastero fu soppresso, l’albero prodigioso fu trapiantato nell’orto dei Capodilista, ramo collaterale dei Forzaté.
Bisogna aggiungere che fra il XIII e XIV secolo, nella diocesi di Padova, i monasteri Benedettini doppi, furono una ventina.
Non fu solo un abate guida dei suoi religiosi, ma anche ambasciatore di pace per Padova e dell’intera Marca Trevigiana, infatti una miniatura del XIV secolo lo raffigura a cavallo in atto di partire per una missione pacificatrice.
Nel 1216 negoziò la pace tra Treviso e Belluno come delegato di papa Onorio III, ancora fu arbitro tra Ezzelino da Romano e Rambertino podestà di Verona, incontratisi nel palazzo vescovile di Padova; nel 1234 insieme col vescovo di Treviso, negoziò la pace tra Padova e Treviso e dopo un po’ anche quella fra Padova e Vicenza; ma la litigiosità fra queste città venete culminarono con la caduta di Verona e Vicenza nelle mani del feroce Ezzelino da Romano e nonostante gli sforzi di Giordano Forzaté di evitarlo, anche Padova il 25 febbraio 1237 fu occupata da Ezzelino.
Allora l’abate Giordano ritenne opportuno lasciare il monastero di S. Benedetto e si ritirò nel castello paterno di Montemerlo. È utile ricordare che anche il contemporaneo s. Antonio da Padova, ebbe incontri persuasivi con Ezzelino.
L’attività religiosa di Giordano, fu ancora più intensa, fu delegato dai papa Innocenzo III e Gregorio IX in varie missioni presso i vescovi della città venete, visitatore apostolico presso monasteri delle diocesi suddette; fu presente come consultore della città di Padova e alla elezione del nuovo vescovo nel 1229.
Dopo la morte di s. Antonio (1231) fu incaricato insieme ad altre venerabili persone di allestire il processo sulla vita ed i miracoli operati dal grande conventuale; fu fra l’altro consigliere spirituale della beata Beatrice d’Este.
Nel 1237 Ezzelino III l’accusò di congiurare per la sua caduta e quindi lo fece rinchiudere nelle prigioni del castello di S. Zenone un po’ distante da Bassano del Grappa, nonostante l’intercessione del vescovo di Padova, del clero, dei monaci e di tanti cittadini.
Dopo due anni nel 1239, l’imperatore Federico II, trovandosi a Vicenza volle vedere Giordano, consegnandolo poi in custodia al patriarca di Aquileia; ma il priore non sentendosi sicuro fuggì a Venezia nel monastero cistercense della Celestia, dove rimase fino alla morte, avvenuta il 7 agosto 1248.
Il suo corpo fu riportato a Padova nel 1260 e sepolto nella chiesa di S. Benedetto e si cominciò subito a venerarlo come beato; nel 1300 ebbe un altare proprio. Continuando i miracoli per la sua intercessione, il culto si intensificò sempre più, finché papa Clemente XIV ne confermò il culto il 6 settembre 1769 con festa propria il 7 agosto, mentre per Padova si celebra il 13 agosto.
Dopo la soppressione del monastero nel 1811, il corpo fu traslato prima nella cattedrale e poi il 9 novembre 1952 nella chiesa parrocchiale di S. Benedetto.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-03-16

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