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Beato Federico Ozanam Padre di Famiglia

8 settembre

Milano, 23 aprile 1813 - Marsiglia, Francia, 8 settembre 1853

Il francese Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo, è un esempio di carità e santità laicale. Nato a Milano nel 1813 (il padre era nell'esercito napoleonico), dopo Waterloo rientrò in patria. A Parigi si legò ai circoli intellettuali cattolici intorno al fisico André-Marie Ampère e a Emmanuel Bailly. Nel 1833 diede vita alle «conferenze» che insieme, formano la «Società di San Vincenzo de' Paoli», un'istituzione «cattolica, ma laica; povera, ma carica di poveri da sollevare; umile, ma numerosa» secondo una definizione che ne diede lo stesso fondatore. Federico Ozanam si laureò in Legge e Lettere, insegnò alla Sorbona, fu accademico della Crusca di Firenze. Nel 1841 si sposò ed ebbe una figlia. Sempre in viaggio per l'Europa, però, trovava sempre tempo da dedicare al suo mondo povero, alla Società di San Vincenzo, che seguì e stimolò nel suo sviluppo. Morì a Marsiglia nel 1853. È stato proclamato beato da Papa Giovanni Paolo II a Parigi il 27 agosto 1997.

Etimologia: Federico = potente in pace, dal tedesco

Martirologio Romano: A Marsiglia in Francia, transito del beato Federico Ozanam, che, uomo di insigne cultura e pietà, difese e propagò con la sua alta dottrina le verità della fede, mise la sua assidua carità a servizio dei poveri nella Società di San Vincenzo de’ Paoli e, padre esemplare, fece della sua famiglia una vera chiesa domestica.


La lotta tra i poveri che non hanno il necessario per vivere e i ricchi che non vogliono rinunciare al superfluo è tra i principali pensieri che occupano la mente di Antonio Federico Ozanam. Federico è di origini francesi, ma nasce a Milano nel 1813. Suo padre è ufficiale medico dell’esercito napoleonico. Dopo la disfatta di Waterloo, Federico torna in Francia, a Lione. A sedici anni sogna una società capace di garantire il benessere a tutti. Studente universitario, capisce che i suoi ideali di giustizia sociale non possono rimanere solo sogni, speranza o teoria. Occorre agire, in prima persona. Il Cristianesimo va messo in pratica, senza stancarsi di denunciare le ingiustizie, nonché proporre ed esigere, dai politici soprattutto, riforme sociali, leggi e provvedimenti a favore dei più bisognosi. Ma è solo entrando nelle case dei poveri che si può capire veramente come poter aiutare chi vive nella miseria.
A vent’anni Federico ha la barba lunga, come tanti suoi coetanei intellettuali dell’epoca. Partecipa con trasporto e passione ai dibattiti politici e ai convegni letterari. Nel 1833, assieme ad altri sei compagni universitari, fonda la Società di San Vincenzo de’ Paoli. I gruppi, cattolici, si chiamano “conferenze” e nascono nelle parrocchie, nelle scuole, nelle fabbriche, nei quartieri. Non sono sacerdoti, né suore. Sull’esempio del buon Samaritano del Vangelo (Luca 10,25-37), sono donne e uomini comuni, anche sposati, giovani e anziani in buona salute. Il loro compito è di scovare i veri poveri, quelli che si nascondono per vergogna, fare loro visita, ascoltarli, portare cibo e vestiario, cercare insieme a loro una soluzione.
Ozanam si laurea in legge e lettere. Docente alla Sorbona di Parigi, nel 1841 si sposa e ha una figlia. È un marito e padre esemplare. Lavora, tiene convegni, scrive per i giornali su temi sociali e religiosi, viaggia in Europa per le sue ricerche storiche, anche in Italia dove viene accolto nell’Accademia letteraria della Crusca. Trova, però, sempre il tempo per i poveri, andando a visitarli assieme alla moglie. Di salute cagionevole, muore a Marsiglia, nel 1853. Le “conferenze” della San Vincenzo si diffondono in tutto il mondo, anche in Italia. Tuttora danno una mano a chi ha di meno, in attesa che chi ci governa trovi il modo di colmare il divario che, ancora oggi, come ai tempi di Ozanam, esiste fra chi ha troppo e chi ha nulla, tra chi sfrutta e chi subisce. E non solo nei Paesi del terzo mondo.

Autore: Mariella Lentini
 


 

Sono presenti in 130 Paesi del mondo con centinaia di migliaia di volontari, in lotta da un secolo e mezzo contro la povertà, quella palese e quella che si nasconde. Sono gruppi detti “conferenze” di parrocchia, di paese, di quartiere, di azienda. Insieme, formano la “Società di San Vincenzo de’ Paoli”, che è istituzione "cattolica, ma laica; povera, ma carica di poveri da sollevare; umile, ma numerosa". Così ne parla Federico Ozanam, uno dei fondatori dell’Opera a Parigi, il 23 aprile 1833.
Nato in Italia quando il padre era ufficiale medico nell’esercito napoleonico, dopo Waterloo torna con la famiglia a Lione. E’ il secondo di tre fratelli, uno dei quali diventerà sacerdote e l’altro medico. Dopo il liceo, va a Parigi per studiare legge, ed è ospite in casa di André-Marie Ampère, il grande esploratore dell’elettrodinamica (anche ora si chiama ampere l’unità di misura per l’intensità della corrente elettrica).
Pilotato dallo scienziato, che è grande uomo di fede, Ozanam si unisce ai giovani intellettuali cattolici raccolti intorno a Emmanuel Bailly, un capofila della riscossa culturale cattolica. Si laurea in legge nel 1836 e in lettere nel 1839, con una tesi sulla filosofia in Dante Alighieri: "Il poeta", così lo chiama, "del nostro presente come lo fu del suo tempo; il poeta della libertà, dell’Italia e del cristianesimo". La sua tesi viene subito pubblicata anche in inglese, tedesco e italiano, e Ozanam ottiene una cattedra alla Sorbona. Ma resta sempre l’uomo della “San Vincenzo”. E continua a metterci l’anima, per stimolare e orientare; spiega che l’Opera agisce sotto piena responsabilità dei laici, e non si dedica a pura beneficenza; essa vive la carità innanzitutto con la vicinanza fisica e regolare con i poveri, nelle loro case. L’aiuto materiale soccorre sì una necessità immediata, ma ha il fine di strappare il povero alla sua condizione: "La terra si è raffreddata, tocca a noi cattolici rianimare il calore vitale che si estingue!".
Si sposa nel 1841 con la concittadina Amalia Soulacroix, da cui ha una figlia. Amico dell’intellettualità parigina più illustre, viaggiatore di continuo attraverso l’Europa, sempre però ritorna al suo mondo povero, alla Società di San Vincenzo, che segue e stimola nel suo irradiarsi. E torna al singolo povero, alla singola famiglia, con la visita personale che è il contrassegno dell’Opera e anche della vita sua privata: quando sta con i poveri, Ozanam parla con Dio. Per lui non c’è responsabilità o carica che dispensi il confratello dalla visita e dall’immaginare novità per meglio aiutare i poveri, per meglio camminare sulla via della promozione umana: (La cosa, per opera sua, precede il nome, di cui farà variamente uso il XX secolo).
Federico Ozanam muore a Marsiglia tornando dalla Toscana, dove è stato accolto nell’Accademia della Crusca con Cesare Balbo. Il 27 agosto 1997, Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato a Parigi.


Autore:
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2023-08-20

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