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Santa Ludmilla Duchessa di Boemia, martire

16 settembre

Mielnik, Repubblica Ceca, 860 - Tetin, Repubblica Ceca, 15 settembre 921

Nata intorno alla metà del IX secolo, diffuse il cristianesimo in Boemia. A 14 anni sposò Borivoj, duca di Boemia. Fu zelante nella diffusione del cristianesimo, in una Boemia ancora pagana. Dopo la morte del marito, distribuì ai poveri la maggior parte dei suoi beni. I nobili boemi affidarono a Ludmilla l'educazione del nipote Venceslao, mentre alla madre del ragazzo, Drahomíra, venne affidato il governo del ducato. Ma in preda alla gelosia la donna accusò Ludmilla di mirare al governo del ducato influenzando Venceslao, verso il quale cercava, invece, di infondergli l'amore verso Dio. Abbandonata la corte di Praga, si rifugiò nel castello Tetín, ma anche qui fu perseguitata: nella notte del 15 settembre 920, un gruppo di assassini guidati dai cortigiani di Drahomíra la strangolarono. Ludmilla aveva 61 anni. Quando il nipote Venceslao divenne duca, fece traslare il corpo della nonna da Tetín a Praga, dove il 10 ottobre 926 le spoglie ricevettero definitiva sepoltura nella basilica di San Giorgio. All'alba del Terzo Millennio il papa San Giovanni Paolo II ha incluso il nome di Santa Ludmilla nel Martirologio Romano.

Patronato: Repubblica Ceca

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Praga in Boemia, santa Ludmilla, martire, che, duchessa di Boemia, preposta all’educazione di suo nipote san Venceslao, nel cui animo cercò di far nascere l’amore per Cristo, fu strangolata per congiura della nuora Dragomira e di alcuni nobili pagani.


Non vi è alcun dubbio che l’educazione delle persone e dei popoli sia stata tra i fondamenti di tutte le civiltà, che in qualche modo l’uomo è riuscito a studiare ed a inquadrare. Trarre fuori dallo stato primitivo e selvaggio, quindi allevare, è in effetti l’etimologia di educazione. Bisogna stare tuttavia attenti alle varie aggettivazioni che possono venire attribuite alla parola stessa, iniziando proprio dall’aggettivazione di buona e cattiva educazione. Tanti pesanti comportamenti e tanti gravi fatti che accadono ai nostri giorni, anche qui in Italia, rendono tutti convinti come sia urgente una profonda opera di educazione nei riguardi di tutti, dai bambini ai vecchi. Educazione civica, educazione alla legalità, alla tolleranza, alla sobrietà, tanto per citare alcuni aspetti d’attualità.

  Esemplare educatore cristiano dei giovani, specialmente nell’apprendistato, può essere indicato San Giovanni Bosco (1815-1888). Protettore dei genitori nell’educare cristianamente i figli può venire segnalato San Cornelio Mac Conchailleadh, arcivescovo irlandese e professore agostiniano del XII secolo. È tuttavia Santa Ludmilla, la patrona degli educatori cristiani e delle madri di famiglia, che si pone qui brevemente in risalto. La madre, dopo avere procreato, è in effetti la prima educatrice, con l’insegnamento e con l’esempio, dei propri figli, formando così il primo importante nucleo della futura loro personalità.

  Chi è stato a Praga ricorderà certamente, tra le altre innumerevoli opere monumentali, l’enorme piazza Venceslao, posta in posizione strategica fra la Città Vecchia e la Città Nuova e simbolo dei destini nazionali nonché dell’identità ceca nella storia moderna. Ebbene, là sotto il Museo nazionale campeggia il monumento equestre del patrono San Venceslao (905 ca.- 935), propagatore del cristianesimo in Boemia e assassinato giovane dal diabolico fratello Boleslav. La grande sua statua è contornata dai quattro santi protettori boemi : dietro Adalberto e Agnese, davanti Procopio e, non a caso, proprio Ludmilla.

  In realtà ella fu la nonna di Venceslao, con un nome che dallo slavo può tradursi in “amata dal popolo“ e con la denominazione dopo la morte di “madre dei poveri “ per le sue opere di carità. Nacque verso l’859 in Lusazia, una regione storica situata nell’Europa Centrale e ripartita oggi fra Polonia, Germania e Repubblica Ceca. Il padre Slavibor era duca di Milsko e al duca di Boemia, Borisvoj, Ludmilla andò sposa ancora adolescente nell’873. I due sposi vennero poi battezzati da San Metodio, apostolo degli slavi nel IX secolo, che insieme a San Cirillo verrà proclamato, più di un millennio dopo, patrono dell’Europa Orientale da papa Giovanni Paolo II. La lusaziana ed il boemo ebbero tre figli e tre figlie, impegnandosi per la loro educazione cristiana e prodigandosi contemporaneamente per la diffusione del cristianesimo in quella regione.

  Rimasta vedova nell’894, Ludmilla donò tutti i suoi beni ai poveri e si dedicò ad una vita di pietà, vivendo presso il primogenito Vratislao. Allorché questi morì prematuramente nel 916, i nobili affidarono la reggenza del ducato alla moglie Drahomira e l’educazione del primogenito nipotino Venceslao alla nonna cristiana. La reggente, sostanzialmente legata ancora al paganesimo e gelosa dell’influenza della suocera sul bambino, costrinse Ludmilla a ritirarsi nel castello di Tetin. Là poi nel 920 la povera vedova venne fatta strangolare col velo vedovile che portava in testa, su probabile ordine di Drahomira.

  Venceslao, appena divenuto maggiorenne ed a sua volta duca, fece traslare le reliquie della nonna, venerate e dispensatrici di miracoli, nella basilica del castello ducale in Praga. Purtroppo tale basilica fu trasformata in museo durante il regime comunista nella Cecoslovacchia.

Santa Ludmilla viene ricordata liturgicamente il 16 settembre.


Autore:
Mario Benatti

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Aggiunto/modificato il 2011-07-19

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