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Sant' Abbone (o Goerico) di Metz Vescovo

19 settembre

Martirologio Romano: A Metz in Austrasia, ancora nel territorio dell’odierna Francia, san Goeríco o Abbone, vescovo, che succedette a sant’Arnolfo, il corpo del quale traslò con venerazione in questa città.


I suoi due nomi ci sono stati tramandati sotto forme diverse: il primo, Abbone, nelle varianti Abbo, Appo, Abdo, Albo; il secondo nelle varianti Goerìco, GoherIco, Goderìco. Nei cataloghi ufficiali della diocesi risulta il trentesimo vescovo di Metz, avendo governato quella chiesa dal 625 al 642 o 643. Nei martirologi germanici, in quello di Metz e di altre città della Gallia è ricordato il 19 settembre come « vescovo e confessore, mirabile per santità, amabile coi suoi sudditi ». Di lui ci sono pervenute due vite, di poco posteriori al Mille, ma sono di scarso valore storico.
Nacque in Aquitania, tra il 565 e il 575, figlio, a quanto sembra, di Gamardo e forse cugino o nipote del vescovo suo predecessore, sant' Arnolfo, di cui egli riconobbe i resti a Remiremont nel 641 riportandoli a Metz. Si dice abbia avuto due figlie: Vittorina e Precia (o Aprincia), alla quale egli stesso da vescovo impose il velo della verginità e che più tardi divenne santa. Secondo tutti i documenti che ci parlano di lui Abbone fu un valoroso guerriero, riportò numerose vittorie contro i barbari e per le sue straordinarie doti di capitano percorse tutti i gradi della carriera militare, giungendo fino alle più alte dignità. Si dice anche che, ferito in uno scontro, perdette la vista e che sopportò tale infelicità con cristiana pazienza. Recatosi a Metz e datosi a opere di bene, per intercessione di sant' Arnolfo, riacquistò la vista e fu iniziato agli ordini sacri. Nel 625 diventò vescovo di Metz. Qui fece costruire la chiesa di San Pietro infra domum o ad imagines; fu molto onorato dal re Dagoberto, che lo nominò nel suo testamento (636), e tenne corrispondenza con Desiderio, vescovo di Cahors. Nel secolo X, a Metz, esisteva una chiesa in suo onore. Un breviario stampato a Parigi nel 1535 e un breviario del 1554 hanno di lui un Ufficio con nove lezioni; l'Ufficio è tolto dal Comune, ma con tre antifone e orazione propria.


Autore:
Andrea Tessarolo


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2011-07-20

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