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Sant' Ismidone di Die Vescovo

30 settembre

† 30 settembre 1115

Martirologio Romano: A Die in Francia, sant’Ismidone, vescovo, che, mosso dall’amore per i luoghi santi, fece per due volte un pio pellegrinaggio a Gerusalemme.


Ismidone, morto nel 1115, fu ben presto onorato come santo, se ne celebrò la festa il 28 settembre e la chiesa in cui fu deposto - distrutta poi nel 1567 dagli Ugonotti che bruciarono anche le spoglie di Ismidone - prese il suo nome. Non si conservano, peraltro, Vitae antiche di questo santo vescovo. La prima delle sue biografie è costituita dalle lezioni dell’Ufficio che gli dedica il Breviarium Diense del 1523. G. Stilting, inoltre, ha compilato per gli Acta SS. un’utile Sylloge (1688) e più tardi, Ulisse Chevalier ha potuto tracciare, con l’aiuto di documenti abbastanza numerosi, un profilo biografico che è stato poi utilizzato dagli autori posteriori (1888).
Ismidone, nato, secondo quanto dice l’Ufficio, nel castello di Sassenage, presso Grenoble, ricevette a Valence una solida istruzione. Divenne in seguito canonico di Lione, grazie, senza dubbio, alla protezione del famoso arcivescovo Ugo, antico vescovo di Die. Nel 1097 in seguito alla rinuncia del vescovo Ponzio, Ismidone divenne a sua volta vescovo della modesta diocesi di Die durante gli anni successivi, in ogni occasione egli apparve come l’uomo di fiducia dell’arcivescovo legato Ugo di Lione, di cui, peraltro, non era suffragalo. Nel 1099 si recò a Roma per difendere con successo i diritti della primazia lionese. Nel 1100 assisté Ugo al concilio di Anse e fu suo portavoce a quello di Poitiers. Nel 1101, infine, lo accompagnò a Roma e a Gerusalemme.
Ismidone fu più volte designato dal papa e dal legato come arbitro in controversie tra varie chiese dei regni di Francia e di Borgogna: La Chartreuse S. Benigno di Digione, La Chaise-Dieu, Aniane Domène, Cruas, Bordeaux. Si ha notizia di donazioni di chiese da lui fatte ai Canonici Regolari di Oulx e di Saint-Ruf, affermando in tali occasioni la sua predilezione per questa forma di vita in comune. Ratificò anche l’atto di Josserand di Langres che stabiliva i Canonici Regolari a santo Stefano di Digione.
Nell’ottobre 1114, Ismidone ricevette a Die l’abate Ponzio di Cluny, che si recava a Roma; è questa l’ultima data in cui si fa menzione di Ismidone: infatti, all’inizio del settembre 1116 il suo successore, il vescovo Pietro, era già in carica.
Si deve quindi riportare al 1115 la sua morte, ricordata al 30 settembre dall’obituario della Chiesa di Lione con queste parole: «Ismio bone memorie, Diensis episcopus et canonicus Sancti Stephani, qui dedit Sancto Stephano annulum aureum cum pretiosissima gemma».
Dal 1128 il vescovo Stefano di Die menziona quale suo secondo predecessore sanctus Umido. Verso il 1180 Goffredo di Hautecombe, nella sua Vita di san Pietro di Tarantasia, annovera Ismidone tra i prelati che, all’inizio del secolo, resero illustre la Savoia e il Delfinato, insieme a sant'Ugo di Grenoble e sant'Antelio di Belley. I documenti contemporanei, anche se troppo poco espliciti, mettono tuttavia in luce il ruolo di pacificatore sostenuto così spesso dal santo vescovo.
Secondo l’espressione di Chevalier, citata da B. Bligny, Ismidone fu per la sua diocesi «una gloria più dolce» di quanto non fosse stato il legato Ugo, suo maestro.
 


Autore:
Bernard de Vregille


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-03-13

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