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Santi Vitale e Agricola Protomartiri bolognesi

4 novembre

Alle radici della Chiesa bolognese c'è la figura di due martiri, distinti per classe sociale ma uniti dalla palma della morte a causa della fede. Vitale e Agricola, servo e padrone, lanciarono con la loro testimonianza un messaggio di uguaglianza e di solidarietà che avrà pubblico riconoscimento al sorgere del libero Comune con il decreto di liberazione dei servi della gleba (Liber Paradisus). La più antica memoria dei due protomartiri risale a sant'Ambrogio e a san Paolino da Nola, che ne attestano la «colleganza e il consorzio nel martirio». I loro corpi, riscoperti nel cimitero ebraico dal vescovo Eustasio, furono traslati da Ambrogio nel 393 alla Santa Gerusalemme stefaniana. Il loro culto era già diffuso nel V e VI secolo. Le loro reliquie sono venerate nella Chiesa madre di Bologna. (Avvenire)

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Bologna, santi Vitale e Agricola, martiri, dei quali, secondo quanto racconta sant’Ambrogio, il primo fu dapprima schiavo dell’altro, poi compagno di martirio: Vitale, infatti, patì tali tormenti da non esserci più parte del suo corpo senza ferita; Agricola, per nulla atterrito dal supplizio del suo schiavo, lo imitò nel martirio subendo la crocifissione.


Santi VITALE e AGRICOLA, protomartiri bolognesi.

Sul finire del VI secolo, San Gregorio di Tours in una sua opera lamentò l’inisistenza di una “passio” circa i Santi Vitale ed Agricola. Ciò però non era propriamente esatto, in quanto le notizie sui due protomartiri bolognesi si fondano su un’autentica affermazione del vescovo milanese Sant’Ambrogio nel 392, nonché una di San Paolino di Nola del 403. Negli Acta Sanctorum sono inoltre stati inclusi due racconti fittizi arbitrariamente attribuiti anch’essi allo stesso Ambrogio.
In realtà assolutamente sconosciuti erano stati Vitale ed Agricola sino al 392, anno in cui il vescovo bolognese Eusebio annunciò il ritrovamento dei loro resti in un cimitero ebreo dell’odierno capoluogo emiliano. Egli diede loro nuova sepoltura con rito cristiano, evento al quale presenziò anche Sant’Ambrogio, rivolgendosi ai martiri nell’omelia ed invitando la popolazione a venerarne le reliquie.
Il culto dei due santi martiri si diffuse in Occidente grazie all’impulso dato da Ambrogio che, oltre a scrivere di loro, volle traslare a Milano parte delle reliquie e ne donò poi parte a Firenze. Numerosi vescovi si sentirono così spinti a richiederne per le loro cattedrali. Il culto mantenne comunque il suo epicentro a Bologna, ove una basilica fu edificata appositamente per custodire le loro spoglie, in seguito trasferite nell’adiacente cappella.
Poco sappiamo dunque circa la vita dei due santi. Pare che Agricola fosse un cittadino cristiano di Bologna e Vitale il suo servitore. Questi aveva seguito il padrone anche nella sua religione e fu il primo a coronare la sua vita con il martirio: condotti infatti entrambi nell’arena, Vitale fu torturato in tutto il corpo sino alla morte. Gli aguzzini pensavano che alla vista delle sue sofferenze, Agricola avrebbe perso la sua determinazione nel dichiararsi cristiano, ma invece tutto ciò ebbe l’effetto inverso di quanto sperato. Agricola fu infatti fortificato ed incoraggiato dalla morte del suo fedele servo ed affronto con grande coraggio la crocifissione, testimoniando sino alla fine la sua fede cristiana. Il suo corpo fu anche trafitto con chiodi.

PREGHIERA

Ti benediciamo e ti ringraziamo, Padre,
per il dono del martirio nei nostri fratelli Vitale e Agricola:
dal loro sangue fecondo hai fatto germogliare la Chiesa di Bologna
e nella fraterna solidarietà dello schiavo e del padrone
ci hai dato un fulgido esempio di umanità riconciliata nell’amore di Cristo.
Per la loro solidale intercessione donaci di essere testimoni coraggiosi della fede,
pietre vive della tua Chiesa, operatori di comunione e di pace.
Te lo chiediamo, Padre, nello Spirito Santo, per Cristo nostro Signore. Amen.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2006-10-29

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