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Santi Acisclo e Vittoria Martiri di Cordova

17 novembre

† Cordova (Spagna), 304 ca.

Etimologia: Vittoria = vincitrice, dal latino

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, sant’Acisclo, martire.


Attualmente Acisclo e Vittoria sono i principali santi patroni di Cordova e vengono invocati specialmente contro le tempeste, la loro celebrazione, secondo la liturgia mozarabica e il ‘Martirologio Romano’ è il 17 novembre.
Durante il secolo VIII fu messa in circolazione una fantasiosa ‘Passio’, nella quale accanto ad Acisclo martire fu posta Vittoria, considerata come sua sorella.
Secondo questa ‘Passio’ i due cristiani Acisclo e Vittoria, furono imprigionati verso il 304 da Dione, prefetto della Betica in Spagna (attuale Andalusia), durante la persecuzione di Diocleziano (243-313).
Subirono il martirio per decapitazione nell’anfiteatro di Cordova; poi i loro corpi furono sepolti fuori della città dalla nobile matrona Minciana; in seguito sul sepolcro fu eretta una basilica.
Le notizie della ‘passio’ furono poi riprese da altri autorevoli opere agiografiche, come il Martirologio Lionese (806 ca.), il Calendario di Cordova del 961 e l’antifonario di Leòn del 1066.
Inoltre i due santi vengono menzionati da altri scrittori storici del Medioevo; s. Isidoro di Siviglia (570-636) vescovo e Dottore della Chiesa, nomina il solo s. Acisclo raccontando nella sua “Historia Gothorum”, che Agila re dei Visigoti, avendo profanato il sepolcro del martire durante l’assedio di Cordova, fu per punizione gravemente sconfitto; mentre s. Eulogio di Cordova, martire nell’859, ricorda nel suo “Memoriale sanctorum” sia Acisclo che Vittoria e la basilica eretta in loro onore.
I due santi martiri, ebbero una diffusa venerazione durante la dominazione visigota e nel primo secolo della dominazione araba.
Nel secolo XIII presso la basilica a loro dedicata, fu fondato un monastero cistercense, in seguito passato nel 1300, ai Domenicani.
Le reliquie di s. Acisclo vennero divise al tempo di Carlo Magno e una parte arrivò a Tolosa, mentre un’altra cospicua parte era venerata nel monastero benedettino di S. Salvador in Breda nella diocesi di Gerona.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-07-21

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