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Card. Alexandru Todea

Cardinale defunto

Teleac, Romania, 5 giugno 1912 - 22 maggio 2002

Etimologia: Alexandru = Alessandro, protettore degli uomini, dal greco


Il Cardinale Alexandru Todea, Arcivescovo Metropolita emerito di Figirao e Alba Iulia (Romania), è nato il 5 giugno 1912 a Teleac (arcieparchia di Figirao e Alba Iulia).

Ordinato sacerdote il 25 marzo 1939, lavorò in cura d'anime in varie parrocchie fino alla soppressione della Chiesa cattolica di rito bizantino-romeno nel 1948.

Eletto Vescovo titolare di Cesaropoli il 4 luglio 1950, venne consacrato segretamente il 19 novembre 1950.

Nel 1951 fu arrestato, processato e condannato a vita, ma poi amnistiato nel 1964. Da allora fu molto attivo nella cura d'anime e nel riorganizzare le comunità cattoliche del suo rito.

Il 14 marzo 1990 fu promosso alla Sede Metropolitana di Figirao e Alba Iulia.

Da Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 28 giugno 1991, del Titolo di S. Anastasio a Via Tiburtina.


Il 20 luglio 1994 il Santo Padre accolse la rinuncia da parte dell'anziano porporato al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Figirao e Alba Iulia.

Il Card. Todea è deceduto nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio 2002.




Come Arcivescovo di Figirao e Alba Iulia, Mons. Todea prese parte ai lavori del Sinodo dell'ottobre 1990 dedicato alla formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali. Poté raggiungere Roma solo quando il Sinodo era iniziato da circa due settimane. Fu lo stesso Giovanni Paolo II a presentare ai Padri Sinodali, in apertura della XVII Congregazione Generale dell'11 ottobre, il Presule rumeno Todea. "Questo Presule - disse il Santo Padre - avrà l'opportunità di parlarci non solo della Chiesa in Romania, ma anche dei seminari e dei sacerdoti, tema centrale del nostro Sinodo". I Padri accolsero il lieto annuncio del Papa con un caloroso applauso.

Durante la XVIII Congregazione generale del 12 ottobre, Mons. Todea prese la parola davanti ai Padri sinodali commuovendo tutti per il racconto inedito di una vita votata totalmente al servizio di Dio e del prossimo fino al martirio. Per dieci minuti interrotti da spontanei e calorosi applausi Mons. Todea disse quanto aveva nel cuore: "Parlo a nome di una Chiesa, ramo della Chiesa Cattolica, che si chiama Chiesa Romena Unita con Roma". Il rito di questa Chiesa è il rito bizantino greco tradotto in lingua romena. I preti di questo rito possono essere celibatari oppure possono sposarsi prima dell'ordinazione. Dal punto di vista geografico è un'isola nell'oceano dell'Ortodossia. "Parlo in nome della Chiesa che nel 1948 fu messa fuori legge dal partito comunista con la complicità della Chiesa Ortodossa romena, perché non voleva accettare la loro decisione: rinunciare al Capo della Chiesa, cioè al Papa. Parlo di una Chiesa martire, che ha vissuto 16 anni di prigione. Durante questo periodo, dei 12 vescovi che aveva, 5 sono morti in prigione, 2 nei monasteri ortodossi come prigionieri, e 2 dopo la liberazione con la salute rovinata. Sono ancora morti molti sacerdoti e fedeli, che tutti insieme hanno subìto 1000 anni di prigione. Parlo in nome di una Chiesa la quale ha perso le chiese, ma ha trasformato le celle delle prigioni in tante e tante cappelle ed ha aperto i Seminari nelle Catacombe romene del Ventesimo secolo. La nostra preoccupazione principale è stata l'educazione dei giovani che volevano avvicinare questa Chiesa perseguitata. Durante il tempo della persecuzione furono ordinati circa 200 sacerdoti". Mons. Todea informò i Padri Sinodali sulla preoccupazione avuta nei riguardi dei Seminari sia in prigione, sia nella clandestinità. "Adesso, in relativa libertà compiamo sforzi per aprire tre accademie di Teologia. I giovani desiderano conoscere a fondo i capisaldi della dottrina cattolica e la dottrina di San Tommaso su 'De Passionibus'".

Prima della conclusione del Sinodo, Mons. Todea veniva eletto dal Papa membro del Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

Nel mese di marzo 1991 veniva scelto come Presidente della Conferenza dei Vescovi della Romania, eretta il 16 dello stesso mese. Cessò dagli incarichi nel 1994, quando il Santo Padre accolse la rinuncia da parte dell'anziano porporato al governo pastorale di Figirao e Alba Iulia.

Nel corso della Sua visita in Romania nel maggio del 1999, Giovanni Paolo II salutò il Card. Todea con queste parole:

"Il mio pensiero commosso va qui al benemerito e carissimo Cardinale Alexandru Todea, Arcivescovo emerito di Figirao e Alba Iulia, il quale ha trascorso 16 anni in carcere e 27 in domicilio coatto. Rendendo omaggio a lui, che nella malattia, accettata con cristiana pazienza dalla mano di Dio, prosegue il suo fedele servizio alla Chiesa, vorrei tributare il dovuto riconoscimento anche a coloro che, appartenenti alla Chiesa Ortodossa Romena e ad altre Chiese e Comunità religiose, subirono analoga persecuzione e gravi limitazioni. La morte ha unito questi nostri fratelli di fede nell'eroica testimonianza del martirio: essi ci lasciano un'indimenticabile lezione d'amore a Cristo ed alla sua Chiesa."

Rientrato dal pellegrinaggio, ai fedeli radunati in Piazza San Pietro per l'udienza Generale, il Papa così ricordò il Suo incontro con il Porporato rumeno:

"Durante il primo di questi momenti di solenne ed intensa preghiera, ho reso omaggio alla Chiesa greco-cattolica, duramente provata negli anni della persecuzione, ricordando che nel 2000 ricorrerà il terzo centenario della sua unione con Roma. Simbolo dell'eroica resistenza di questa Chiesa è il venerato Cardinale Alexandru Todea, al quale il regime inflisse sedici anni di carcere e ventisette di domicilio coatto. Malgrado l'età avanzata e la malattia, egli è riuscito a venire a Bucarest: poterlo abbracciare è stata una delle gioie più grandi di questo pellegrinaggio."


Il 5 giugno del 2002 il Card. Todea avrebbe compiuto 90 anni. In vista della ricorrenza, Giovanni Paolo II aveva inviato al porporato la seguente Lettera:

Al Signor Cardinale
ALEXANDRU TODEA
Arcivescovo Emerito di Figirao e Alba Iulia

Con viva cordialità mi rendo spiritualmente a Lei presente, venerato Fratello, nella ricorrenza del Suo novantesimo genetliaco. Dio sa quanto vorrei poter venire di persona ad abbracciarLa e a porgerLe a viva voce fervidi auguri, unendomi a Lei nel rendere grazie alla divina Bontà, che ha ricolmato di doni la Sua lunga vita, spesa al servizio del Vangelo e in piena fedeltà alla Chiesa. So con quanto amore Ella segua quotidianamente l'attività di questa Sede Apostolica e, da parte mia, desidero assicurarLe il mio costante ricordo, che in questa circostanza si fa ancora più intenso e fraterno.

Col passare degli anni, Signor Cardinale, risalta sempre più davanti alla Chiesa l'eloquenza della testimonianza che Ella ha reso a Cristo. Il Suo nome, infatti, ha varcato i confini della sua Patria, commovendo ed edificando i fedeli in Europa e nel mondo intero. Là dove Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici continuano ad essere messi alla prova da regimi oppressivi della libertà religiosa e di coscienza, è sicuramente motivo di conforto e di sprone il sapere che persone come Lei hanno perseverato nella loro intrepida testimonianza durante la persecuzione comunista.

Grazie, venerato Fratello, per questo fulgido esempio di amore per il Signore, che L'ha portata a resistere ad ogni prova, facendo di Lei uno stimolante punto di riferimento per le nuove generazioni. Anch'io sono tra quanti si riconoscono debitori di tale luminosa testimonianza, ed è per questo che avverto il bisogno di farmi a Lei vicino ogni giorno, e in modo tutto singolare in occasione di questo genetliaco.

Mentre L'abbraccio con fraterno affetto, pongo la Sua persona ed ogni Suo desiderio sotto la protezione della Madre di Dio, e di cuore Le invio una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri a quanti Le sono cari.

Dal Vaticano, 5 Maggio 2002

IOANNES PAULUS II


Fonte:
Santa Sede

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Aggiunto/modificato il 2005-04-13

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