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Niccolò IV Papa

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Ascoli Piceno, 1227 – Roma, 4 aprile 1292

(Papa dal 22/02/1288 al 04/04/1292)
Ascolano, privilegiò i Frati minori, di cui era stato ministro generale. Inviò in Cina il missionario Giovanni da Montecorvino.


Girolamo Masci di ‘Esculo’ (Ascoli), nacque nel 1227 a Lisciano, una frazione di Ascoli Piceno; località immersa nel verde delle colline dense di boschi e grotte, che avevano sempre favorito l’eremitaggio.
Qualche anno prima della sua nascita, s. Francesco d’Assisi (1182-1226) aveva sostato in quella zona accolto con entusiasmo e ben trenta giovani locali lo seguirono, attratti dalla novità spirituale e sociale del nuovo Ordine religioso.
Quindi Girolamo Masci, nacque e crebbe in un ambiente francescano, nuovo e puro e in pieno fervore spirituale e il suo entusiasta animo di autentico francescano sviluppatosi fin dall’infanzia, non lo lascerà mai.
Contemplativo per natura, ebbe il dono dell’umiltà che l’accompagnò per tutta la vita, per cui rifuggì, ma senza successo, dalle varie nomine che lo porteranno comunque alla vetta più alta della Chiesa.
La sua famiglia era dell’agiata borghesia, perciò non gli mancò una formazione culturale e religiosa nella stessa Ascoli Piceno, poi dopo un soggiorno presso il convento francescano di Assisi, la sua vita prese una strada ben definita.
Entrato nell’Ordine dei Frati Minori Francescani, fra’ Girolamo risiedette fra i vari conventi delle Marche e Lazio, approfondendo il suo bagaglio spirituale e culturale; vista la sua preparazione dottrinale, i suoi Superiori gli affidarono diversi incarichi che egli accettò per obbedienza.
Nel Capitolo Generale indetto il 12 giugno 1272 a Lione in Francia, da s. Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274) Dottore della Chiesa e allora Ministro Generale dei Francescani, fra’ Girolamo da Ascoli ebbe l’incarico di predicatore in Dalmazia-Croazia; i suoi “Sermones” ritrovati nel 1981 nella Biblioteca Casanatense di Roma, dimostrano l’alta preparazione teologica e filosofica, tanto da essere citato e lodato dai storici suoi contemporanei.
Fu mandato come ambasciatore in varie zone critiche dell’epoca, come ad esempio a Costantinopoli per preparare la riconciliazione fra la Chiesa Cattolica e quella Greca, missione delicatissima che vide suo interlocutore l’imperatore d’Oriente Michele VIII Paleologo (1225-1282) che fece professione di fede, riconoscendo l’autorità del papa; purtroppo fu un accordo che durò solo otto giorni.
Il Ministro Generale Bonaventura ricevé la buona notizia mentre era impegnato al II Concilio di Lione del 1274, ma un paio di giorni dopo morì; a succedergli fu chiamato fra’ Girolamo da Ascoli.
Il suo Generalato trascorse “non senza dolorose inquietudini”, sono sue parole; tanto è vero che nel 1276 cercò di lasciare l’incarico, ma nell’Assemblea Capitolare di Padova fu riconfermato per il triennio successivo.
In quel periodo l’Ordine Francescano, ormai consolidato, contava circa 35.000 frati in 1400 conventi, le ‘Province’ erano 34, divise in Cismontane (al di qua delle Alpi) e Ultramontane (al di là delle Alpi) e si estendevano in tutta Europa e Asia Minore.
Mentre era a Parigi insieme al maestro Generale dei Domenicani dell’epoca, in una missione di riconciliazione tra il re di Francia Filippo III l’Ardito e il re di Castiglia Alfonso X il Saggio, gli giunse la nomina pontificia a Cardinale della Chiesa Romana.
Come suo solito, non si ritenne degno e rifiutò, ma papa Niccolò III (1277-1280) della Famiglia Orsini, gl’impose l’obbedienza e così fra’ Girolamo dovette lasciare il saio e vestire gli abiti cardinalizi.
Il cardinale Girolamo Masci, descritto da s. Antonino da Firenze come uomo pio ed umile, che avrebbe fatto volentieri il cuoco in qualche conventino piuttosto che il porporato, dopo la missione di pace fra gli Angioini e gli Aragonesi in Sicilia, interrotta nel 1282 dai famosi “Vespri siciliani”, lasciò ogni incarico diplomatico e si ritirò nella sede di Preneste nella sua carica di Ministro Generale Francescano.
Dopo la morte di papa Onorio IV nel 1287, il cardinale Masci fu eletto Sommo Pontefice il 15 febbraio 1288, in un conclave decimato dalle febbri malariche e fra il suo sconcertato stupore; rifiutò ancora una volta, ma la successiva votazione confermò l’elezione, a cui si adeguò per obbedienza (sono sempre sue parole), prendendo il nome di Niccolò IV, per gratitudine verso il suo predecessore Niccolò III che l’aveva voluto cardinale.
Era il 188° papa della Chiesa Cattolica e il primo dell’Ordine Francescano; dopo qualche mese spostò la Curia pontificia dal Laterano a Rieti, città più lontana dalle micidiali paludi Pontine.
Nel suo breve pontificato durato cinque anni, papa Niccolò IV nominò vescovi ed arcivescovi per coprire uffici internazionali vacanti; riconfermò la Regola dei Carmelitani e degli Eremitani di S. Agostino, sospesi dal Concilio di Lione del 1274; tolse l’interdetto al Portogallo, inviò missionari in tutte le terre allora conosciute.
Protesse e favorì l’Ordine Francescano e il Terz’Ordine, promulgò indulgenze e fece doni al Convento e città di Assisi; mentre stranamente non visitò mai la sua città natale Ascoli Piceno, alla quale comunque donò un eccezionale piviale di altissima fattura artistica, oggi esposto nella Pinacoteca Comunale.
Nonostante il suo impegno personale di portare pace fra i contendenti Angioini ed Aragonesi in Sicilia, la questione che si trascinava da tempo, non trovò soluzione durante il suo pontificato.
Ebbe sempre presente la liberazione della Terra Santa dai Musulmani, cercò di organizzare una crociata, ma il disinteresse delle grandi monarchie e le complicazioni politiche fra Angioini ed Aragonesi, non la fecero concretizzare.
Pose nel novembre 1290 la prima pietra dello stupendo Duomo di Orvieto, diede forte impulso alle Università, fra cui quella di Montpellier fondata nel 1289, che diventò un importantissimo centro di studi di medicina nel Medioevo.
Diede molta importanza al Collegio cardinalizio a cui riconobbe la metà delle entrate della Curia, bisogna dire che era forte l’influenza delle grandi Famiglie e il colore politico dei porporati, fra cui spiccava Benedetto Caetani, suo successore come papa Bonifacio VIII, dopo la parentesi di papa s. Celestino V dimissionario e dopo un lungo periodo di due anni e tre mesi di Sede vacante.
Papa Niccolò IV morì il 4 aprile 1292, nella sua residenza fatta erigere accanto alla Basilica di S. Maria Maggiore a Roma.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-02-23

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