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> Home > Sezione (Sezione Papi) > Pio VIII (Francesco Saverio Castiglioni) Condividi su Facebook Twitter

Pio VIII (Francesco Saverio Castiglioni) Papa

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Cingoli, Macerata, 20 novembre 1761 – Roma, 30 novembre 1830

(Papa dal 05/04/1829 al 30/11/1830)
Nato a Cingoli, presso Macerata, durante il suo pontificato vide la caduta del re di Francia, Carlo X. Pubblicò un breve scritto riguardo ai matrimoni misti.


Nei 120 anni che vanno dal 1758 al 1878, per una singolare coincidenza, la Chiesa fu governata da ben sei papi, nati nelle regioni adriatiche d’Italia e singolarmente due di essi, Pio VI e Pio VII nati ambedue a Cesena, fa eccezione Gregorio XVI che proveniva da Belluno.
E delle Marche era originario papa Pio VIII, Francesco Saverio Castiglioni, che nacque a Cingoli presso Macerata il 20 novembre 1761, da famiglia milanese trapiantata nel territorio marchigiano.
Si laureò in teologia e diritto nel 1785 a Bologna, consacrato sacerdote nello stesso anno, si distinse come esperto conoscitore del diritto canonico e il suo prestigio giunse fino a Roma.
Nel 1800 papa Pio VII lo volle vescovo di Montalto delle Marche; il papa e il cardinale Segretario di Stato Con salvi, lo consultarono in merito ai concordati napoleonici; giacché si era rifiutato di prestare giuramento al “re d’Italia”, nel 1808 Napoleone lo mandò in esilio, a Milano, Pavia, Mantova, passato il periodo napoleonico, tornò a Macerata, riprendendo la carriera ecclesiastica.
Nel 1816 era vescovo di Cesena, la città natale di due papi Pio VI e Pio VII, nominato da quest’ultimo che nel contempo gli aveva concesso la porpora cardinalizia; cinque anni dopo, nel 1821, fu fatto Penitenziere maggiore della Chiesa, Prefetto dell’Indice dei libri proibiti e vescovo di Frascati., godendo della predilezione dell’anziano Pio VII, che spesso lo pronosticava come suo successore.
Ma alla morte del pontefice, gli fu preferito il cardinale Annibale della Genga anch’egli marchigiano, che prese il nome di Leone XII; il pontificato durò sette anni, durante i quali il cardinale Francesco Saverio Castiglioni, continuò nei suoi prestigiosi incarichi, pur soffrendo per la gotta, specialmente alle gambe e di erpete, ma aveva anche un enorme foruncolo al collo, che l’obbligava a tenere la testa piegata da un lato; in altre parole non era il ritratto della salute.
Tutto questo non impedì che nel conclave, cominciato il 23 febbraio 1829, a cui parteciparono 37 cardinali che aumentarono fino a 50 nel giro di pochi giorni, venisse eletto a pontefice; la sua elezione giunse dopo alcuni compromessi, fra i due gruppi di cardinali, i “zelanti” ed i “politici o moderati”, influenzati nella scelta dalle Nazioni europee, tramite i loro ambasciatori.
Il potente cardinale Albani, dei “moderati o politici” aveva proposto il suo nome, peraltro non accettato nel precedente conclave, e così il 31 marzo 1829, il cardinale Castiglioni salì al Soglio Pontificio a 68 anni, con il nome di Pio VIII, in omaggio al suo grande protettore.
Fu consacrato in San Pietro il 5 aprile; cosciente dei suoi limiti, egli lasciò volentieri gli affari politici nelle mani del cardinale Giuseppe Albani, che nominò Segretario di Stato, per dedicarsi preferibilmente a quelli della propria anima.
Nei venti mesi di regno, papa Pio VIII, rimase ligio alla linea politica del cardinale Consalvi, il grande consigliere del defunto Leone XII, sia nelle relazioni con i governi, che nella politica interna dello Stato Pontificio.
In effetti i tempi non erano facili, in quell’Europa della “Restaurazione”, percorsa da brividi risorgimentali e tensioni sociali; la brevità del suo pontificato non gli consentì di realizzare gli obiettivi, che con lucidità si era proposto: agire con “dolcezza e persuasione”, salvo che nei casi in cui era necessaria maggiore energia, per rispondere alle sfide nuove che i tempi ponevano alla Chiesa.
Nel governo dello Stato Pontificio, Pio VIII fu un ottimo papa-re; diminuì le imposte, provvide affinché i disoccupati trovassero lavoro, proibì che si esportasse grano a vantaggio dei produttori, a scapito della popolazione.
Verso le missioni portò sempre grande amore ed interesse; quando un missionario desiderava parlargli, il papa concedeva subito l’udienza, malgrado fosse spesso a letto per i suoi acciacchi e con quella testa piegata da una sola parte, tanto da impedire ai visitatori e a chi lo guardava, di vedergli il volto.
Per non avere altri problemi, oltre i tanti di quel tempo, non volle a Roma i suoi parenti, che avrebbero potuto crearne; scrisse ai fratelli di non illudersi di ottenere concessioni e favori: “Nessun posto, nessuna pompa, nessuna elevazione! Manteniamoci umili e compatiteci del peso che il Signore ci ha addossato. Nessuno di voi, né della casa, si muova dal suo posto”.
In campo internazionale, il suo pontificato fu caratterizzato dal ristabilimento nel 1829, della gerarchia ecclesiastica nei Paesi Bassi; dal conflitto con la Prussia per la questione dei matrimoni misti in Renania e dal riconoscimento della monarchia di Luigi Filippo (andato al potere in Francia, dopo la rivoluzione del luglio 1830).
Favorì i gesuiti, emanò il decreto di canonizzazione di s. Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi, la cui cerimonia ufficiale e solenne, si ebbe solo nove anni dopo, con il suo successore Gregorio XVI.
Condannò inoltre l’indifferenza in materia religiosa, con l’enciclica “Traditi humilitati” del 1829, dove il papa chiamava gli illuministi di allora, “i sofisti di questo secolo”, rifacendosi ai sofisti dell’antica Atene, che insegnavano che tutto si può dimostrare, basta pagare.
Condannò inoltre i movimenti settari di orientamento liberale, ritenendo che dal liberalismo sorgevano coloro che vorrebbero rovesciare i troni, e con essi gli altari, alimentando pericolose rivoluzioni sociali; questo nell’ottica di allora, dove pochi potevano avere una visione chiara e profetica sul concetto di libertà e i valori profondi dell’essere uomini e donne su questa terra; quindi salvaguardare gli ordinamenti politici, giunti dal passato con le monarchie, sembrava doveroso.
Sul fronte orientale, Pio VIII ottenne dalla “Sublime Porta” (Governo dell’Impero Ottomano), diritti civili e libertà religiosa per gli Armeni, ai quali assegnò anche un Primate per la loro Chiesa.
Caduto ulteriormente ammalato all’inizio di novembre, il papa era rassegnato, forse nel suo intimo attendeva la morte come una liberazione dai tanti e invalidanti mali che lo affliggevano e vero papa di transizione, come avevano pronosticato i cardinali elettori, dopo 20 mesi di pontificato, una buona parte trascorsi a letto, Pio VIII morì a Roma il 30 novembre 1830 e sepolto in San Pietro.
Tuttavia anche per lui, fu eretto nella Patriarcale Basilica Vaticana, un monumento funebre composto da più statue; il papa è rappresentato in ginocchio in preghiera, sovrastato da Cristo in trono con le braccia aperte ed ai lati gli apostoli Pietro e Paolo; l’opera eseguita dallo scultore Pietro Tenerani, fu commissionata dal cardinale Albani, suo Segretario di Stato e artefice della politica pontificia.
I poeti satirici dell’epoca, che notoriamente dileggiavano l’operato papalino, su di lui non poterono dire niente, solo il Belli compose un sonetto sarcastico, sul suo aspetto malato e cascante.
E alla sua morte, sulla statua di Pasquino, si trovarono questi versi, uno breve: “Nacque, pianse, morì” e un altro più duro: “L’Ottavo Pio fu papa, visse, è morto / e grazie a Dio nessun se n’è accorto”.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2006-12-14

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