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San Giuseppe Isabel Flores Varela Sacerdote e martire

21 giugno

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S. Maria de la Paz, Zacatecas (Guadalajara), 28 novembre 1866 - Zapotlanejo (Messico), 21 giugno 1927

Cappellano di Matatlán, della parrocchia di Zapotlanejo, Jalisco (Arcidiocesi di Guadalajara). Per 26 anni diffuse la carità del suo ministero in quella cappellania, mostrandosi a tutti un padre affettuoso che li edificò con la sua abnegazione e con la sua povertà, il suo spirito di sacrificio, la sua pietà e la sua sapienza. Un vecchio compagno che era stato protetto da Padre Flores lo denunciò al capo di Zapotlanejo e venne incarcerato il 18 giugno 1927, quando stava dirigendosi verso un campo per celebrare l'Eucarestia. Cercarono di ucciderlo impiccandolo ma non vi riuscirono. Il capo ordinò di sparare, ma un soldato riconobbe in lui il sacerdote che lo aveva battezzato e non volle farlo; infuriato l'aguzzino assassinò il soldato. Misteriosamente le armi non spararono contro padre Flores e, quindi, uno di quegli assassini tirò fuori un grosso coltello e scannò il valoroso martire.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Nel territorio di Zapotlanejo in Messico, san Giuseppe Isabel Flores, sacerdote e martire al tempo della grande persecuzione.


Dopo le grandi persecuzioni contro la Chiesa nel periodo della Rivoluzione Francese, delle leggi anticlericali dei governi italiani e francesi della seconda metà dell’Ottocento, delle sanguinose persecuzioni contro i missionari e fedeli cattolici in Cina, negli anni a cavallo fra il XIX e XX secolo; della Rivoluzione Bolscevica in Russia del 1918 e prima di arrivare negli anni 1934-1939 alla grande carneficina della Guerra Civile Spagnola, si ebbe la persecuzione in Messico dal 1915 al 1929.
Dopo la dittatura di Porfirio Diaz (1876-1911) si ebbe un periodo di rivoluzioni e di guerre civili; in quest’arco di anni, le condizioni della Chiesa nel Messico furono estremamente difficili, specialmente dopo l’entrata in vigore, il 5 febbraio 1917, della nuova Costituzione anticlericale e antireligiosa.
Il clero cattolico fu oggetto di minacce, soprusi e vessazioni da parte dei governi massonici, che si spinsero fino alla più bruta violenza e all’assassinio; in fondo si perseguitarono i preti solo perché sacerdoti.
In un continuo succedersi di presidenti chiamati a guidare il Paese, alcuni uccisi, in preda a costanti conflitti interni, si giunse alla nomina di Plutarco Elias Calles nel 1924, questi lavorò per il risanamento economico, il rafforzamento del movimento operaio, favorì la distribuzione della terra ai contadini, ma inasprì anche la lotta contro la Chiesa, che in varie occasioni e situazioni si tramutò in una vera e propria persecuzione; i sacerdoti ed i laici cattolici vennero a scontrarsi con il più acerrimo ateismo.
Papa Giovanni Paolo II il 22 novembre 1992, beatificò nella Basilica di S. Pietro, 25 di questi perseguitati, che da sacerdoti, parroci o laici, donarono con il martirio la loro vita per la difesa della Fede e per l’affermazione della presenza della Chiesa Cattolica in Messico.
Il 21 maggio del 2000 lo stesso pontefice li ha canonizzati tutti i 25 in Piazza S. Pietro, indicando alla Chiesa Universale l’esempio della loro santità, operata in vita e coronata dal martirio finale.
Si riportano i 25 nomi, per ognuno esiste una scheda biografica:
Parroco Cristóbal Magallanes Jara - parroco Román Adame Rosales - parroco Rodrigo Aguilar Alemán - parroco Julio Alvarez Mendoza - parroco Luis Batis Sainz - sacerdote Agustín Caloca Cortés - parroco Mateo Correa Magallanes - sacerdote Atilano Cruz Alvarado - sacerdote Miguel de la Mora de la Mora - sacerdote Pedro Esqueda Ramírez - sacerdote Margarito Flores García - sacerdote José Isabel Flores Varela - sacerdote Pedro de Jesús Maldonado Lucero - sacerdote David Galván Bermudez - ragazzo Salvador Lara Puente - sacerdote Jesús Méndez Montoya - laico Manuel Morales - parroco Justino Orona Madrigal - sacerdote Sabás Reyes Salazar - parroco José María Robles Hurtado - ragazzo David Roldan Lara - sacerdote Toribio Romo Gonzáles - sacerdote Jenaro Sánchez Delgadillo - parroco David Uribe Velasco - viceparroco Tranquilino Ubiarco Robles. (La loro celebrazione collettiva è al 21 maggio).

Il sacerdote José Isabel Flores Varela, nacque a Santa Maria de la Paz, Zacatecas (archidiocesi di Guadalajara), il 28 novembre 1866.
Fu cappellano di Matatlán, Jalisco, per 26 anni dove diffuse la carità del suo ministero in quella cappellania, mostrandosi a tutti un padre affettuoso, confortandoli con il suo zelo e la sua povertà, il suo spirito di sacrificio, la sua pietà e la sua sapienza.
Fu vigliaccamente tradito da un suo vecchio compagno, che aveva tante volte aiutato; e denunciato al capo di Zapotlanejo il piccolo paese dove esercitava il suo ministero sacerdotale.
Il 18 giugno 1927 fu incarcerato mentre si recava in una fattoria per celebrare la Messa e messo in un luogo sporco e maltrattato, finché il 21 giugno 1927 fu preso di notte e condotto nel cimitero di Zapotlanejo per l’esecuzione.
La cosa non fu facile, cercarono di impiccarlo ma non vi riuscirono; il capo degli aguzzini allora ordinò di sparargli, ma un soldato riconobbe in padre José Isabel Flores Varela, il sacerdote che l’aveva battezzato pertanto si rifiutò, il capo infuriato uccise il soldato.
Misteriosamente le altre armi non spararono contro il sacerdote inceppandosi; allora uno degli assassini tirato fuori un coltello, tagliò la gola all’eroico martire.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-08-29

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