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San Vittore I Papa e martire

28 luglio

m. 199

(Papa dal 189 al 199)
Quattordicesimo Papa, venne eletto nel 189 e morì dieci anni dopo. Nei primi cinque anni del suo Pontificato ebbe come interlocutore l'imperatore Commodo, che grazie agli auspici della sua favorita Marcia, simpatizzante verso di loro, non rinnovò la persecuzione contro i cristiani. Anzi, decise la liberazione dei cristiani condannati alla deportazione nelle miniere della Sardegna. Fu tenace difensore della purezza della fede e a questo scopo condannò i vari movimenti ereticali che attaccavano la Trinità. In particolare, l'adozionismo, predicata in Roma da Teodato, detto «il cuoiaio», secondo cui Gesù sarebbe stato un uomo adottato da Dio e eleva al rango divino. In campo liturgico si contrappose alle Chiese «Quartodecimani» per le quali la Pasqua andava celebrata nella luna decimoquarta di marzo, in qualunque giorno cadesse. Della morte di Papa Vittore I non si sa molto, ma visto che la seconda metà del suo Pontificato coincise con le persecuzioni anticristiane dell'imperatore Settimio Severo, quasi certamente venne martirizzato. (Avvenire)

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Roma, san Vittore I, papa, africano, che stabilì che la santa Pasqua fosse celebrata da tutte le Chiese la domenica seguente la Pasqua giudaica.

Ascolta da RadioVaticana:   
  

S. Vittore I è il 14° papa, eletto nel 189 morì nel 199 molto probabilmente subendo il martirio, quindi il suo pontificato durò 10 anni, un lungo periodo se consideriamo che a quei tempi imperversavano le persecuzioni ricorrenti dei vari imperatori, che cessarono solo nel 313-14; quasi tutti i papi dei primi 300 anni della Chiesa sono martiri.
Ebbe la sorte di pontificare i primi cinque anni sotto l’imperatore Commodo (m. nel 194) il quale grazie agli auspici della sua favorita Marcia, simpatizzante per il Cristianesimo, non solo non rinnovò la persecuzione, ma fece per i cristiani quello che finora nessun imperatore aveva fatto; con l’aiuto di Marcia, il papa Vittore ebbe un incontro con lui, nel quale gli consegnò la lista dei cristiani condannati alla deportazione per i lavori forzati nelle miniere della Sardegna e Commodo ne ordinò la liberazione.
Era l’anno 190 ed era la prima volta che l’Impero trattava direttamente con la Chiesa e il vescovo di Roma.
Questo episodio è importante anche per capire la perfetta organizzazione della carità cristiana in Roma, la quale provvedeva non solo ai membri bisognosi della comunità, ma si estendeva anche ai fratelli perseguitati, sofferenti nelle carceri o condannati ai lavori forzati nelle miniere; di tutti si teneva un elenco aggiornato.A guardare oggi questi avvenimenti ci sembra quasi impossibile che in quei tempi, dove per il solo fatto di essere oppure solo indicati come cristiani, si moriva con estrema facilità e con tormenti indicibili e incomprensibili in un impero così vasto e faro di civiltà e diritto, proprio la Chiesa primitiva nel suo vivere nascosto e continuamente in pericolo, avesse un’organizzazione da far invidia sia nel campo assistenziale che in quello spirituale e dottrinario.
In campo liturgico, la controversia in cui si venne a trovare papa Vittore I, fu quella della celebrazione della Pasqua.
Le Chiese dell’Asia del periodo preconsolare e quelle di origine ebraica, la celebravano il 14 del mese di ‘nisan’ (aprile), da qui il loro nome di Quartodecimani e dall’altra parte le Chiese Occidentali compresa quella di Roma, la celebravano la Domenica come il giorno nel quale Gesù era risorto.
Questa controversia vide impegnati nei due schieramenti grandi personaggi della Fede cristiana, come s. Policarpo di Smirne, s. Ireneo, papa Aniceto, Papirio, Melitone, ecc.
Il papa Vittore I indisse i Sinodi presso le varie Chiese per poter avere risposta specifica sull’argomento, se favorevoli o no alla celebrazione domenicale. Ancorauna volta le Chiese asiatiche rimasero sulle loro posizioni e il papa allora agì di autorità, dopo aver imposto la celebrazione romana a tutta la Chiesa Universale, comminò la scomunica a tutti i dissenzienti, ma poi non l’applicò, visto le mediazioni di autorevoli vescovi non asiatici, tese ad evitare un grave scisma.
Comunque durante il III sec., la scelta di Roma fu poi pacificamente accettata.
Questo altro episodio ci presenta il papa Vittore I come il primo vero “papa”, il quale afferma la supremazia della Chiesa di Roma sulle altre, lo si vede nell’imporre la celebrazione dei Sinodi nelle varie Chiese e la loro ubbidienza; anche l’atto di imporre pena la scomunica, la celebrazione della Pasqua in un’unica data universale, lascia intravedere i primi segni di quello che sarà nei secoli futuri il primato di Pietro e quindi di Roma.
Altre eresie che si affacciavano durante il suo pontificato, furono combattute con vigore, come l’adozionismo che presentava Gesù come puro uomo adottato da Dio come figlio ed elevato così al rango divino.
Papa Vittore I presenta un’altra caratteristica, egli era un africano ed insieme a s. Melchiade, (papa 100 anni dopo) furono gli unici papi di questo Continente, a riprova di quanto fossero importante nell’epoca romana il Nord Africa e le zone vicine all’Asia Minore.
Non si conosce bene come morì, ma visto che i suoi secondi cinque anni di pontificato corrispondono alla ripresa delle persecuzioni con il nuovo imperatore Settimio Severo, quasi certamente fu martirizzato come i suoi predecessori.Sepolto presso s. Pietro, lo si ricorda il 28 luglio.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2001-07-09

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