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Santa Fara (Burgundofara) Badessa

7 dicembre

Originaria di Pipimisicum (oggi Poincy, presso Meaux), ebbe due fratelli santi: Cagnoaldo, monaco a Luxeuil, e Farone, vescovo di Meaux. Lo stesso san Colombano, esiliato a Luxeuil e ospite in casa dei genitori di Fara, da giovane le indicò la via della consacrazione. Tuttavia, una volta cresciuta il padre si oppose, preferendo per lei il matrimonio. Solo Eustasio, succeduto a Colombano nella direzione di Luxeuil, convinse il padre a lasciarla seguire la via religiosa. Ma la libertà concessa rimase solo un buon proposito perché Burgundofara, per seguire la sua strada, dovette abbandonare la casa paterna e si rifugiò presso una chiesa. La situazione si risolse solo grazie all'intervento diretto di Eustasio che la consacrò. Burgundofara, più tardi, fondò il monastero di Evoriacum (Faremoutiers) su un terreno ricevuto in eredità dal padre. Qui fu badessa per 40 anni. Morì verso il 675. (Avvenire)

Patronato: Cinisi (PA)

Martirologio Romano: A Faremoutiers nel territorio di Meaux in Francia, santa Fara, badessa, che, dopo avere retto per molti anni il monastero, si unì all’assemblea delle vergini che seguono l’Agnello di Dio.


Nacque nel villaggio di Pipimisicum (oggi Poincy, presso Meaux) dal conte Cagnerico e da Leodegonda, ed ebbe due fratelli santi: Cagnoaldo, monaco a Luxeuil, e Farone, vescovo di Meaux. Bambina, fu benedetta e votata a Dio da s. Colombano che, esiliato da Luxeuil, aveva ricevuto ospitalità dai suoi genitori.
Ma, divenuta adulta, il padre, incurante della promessa fatta al santo, pensò di maritarla. La fanciulla, allora, si ammalò e rimase in tale stato finché Eustasio, succeduto a Colombano nella direzione del monastero di Luxeuil, rivelò a Cagnerico che, lasciata libera di consacrarsi a Dio, ella sarebbe guarita. Il padre promise e la giovane riebbe la salute. Promise, ma non mantenne. Burgundofara, allora, accortasi che si cominciava a riparlare di nozze, abbandonò la casa paterna e si rifugiò, con un'amica fedele, presso la chiesa di S. Pietro. Scoperta, pregata di ritornare in famiglia, minacciata di morte se avesse rifiutato, non recedette dalla decisione presa. Eustasio, informato di ciò che stava accadendo, intervenne: ammonito severamente Cagnerico, impose il velo alla fanciulla.
Burgundofara, più tardi, ricevuto in eredità dal padre un terreno tra due fiumi, vi fondò il monastero di Evoriacum (Faremoutiers), di cui fu badessa per quarant'anni. Il cenobio, cui sorse accanto la chiesa consacrata alla Vergine e ai ss. Pietro e Paolo, divenne ben presto centro di fervida vita` spirituale: prima fu adottata la regola di s. Colombano, poi quella benedettina.
Burgundofara morì verso il 675 e il suo corpo fu sepolto presso l'altare, presente il fratello Farone. Ad alcuni decenni di distanza, Maiolo, abate del monastero di S. Croce di Meaux, ne levò le reliquie da terra esponendole alla pubblica venerazione. A Faremoutiers se ne celebrava la memoria il 7 dicembre; la commemorazione del 3 aprile deriva da un'aggiunta spuria di alcuni codici della Vita S. Columbani. Burgundofara è invocata specialmente contro i mali degli occhi.


Autore:
Pietro Burchi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2001-09-10

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