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Hadynkivtsi, Ternopil, 25 marzo 1867 - Kiev, 28 dicembre 1945
Nacque il 25 marzo 1867 nel villaggio di Hadynkivtsi (regione di Ternopil, in Ucraina). Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Lviv, il 18 novembre 1893, venne ordinato sacerdote. Nel 1902 fu nominato rettore del seminario; il 19 giugno 1904 venne ordinato vescovo dell’Eparchia di Stanislaviv oggi Ivano-Frankivsk. Fu arrestato dalle autorità comuniste prima nel 1939 e poi l’11 aprile del 1945. A causa delle torture subite e delle percosse ricevute durante gli interrogatori, il beato Hryhorij morì il 28 dicembre 1945 nell’ospedale del carcere di Lukianivska a Kiev. Fa parte del gruppo di 26 martiri della Chiesa greco-cattolica morti fra il 1935 e il 1973, perseguitati dal regime comunista che appoggiava la Chiesa ortodossa a cui essi rifiutavano di aderire. Sono stati beatificati da Giovanni Paolo II nel 2001 a Leopoli (Lviv), durante il viaggio apostolico in Ucraina.
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Martirologio Romano: A Kiev in Ucraina, beato Gregorio Khomyšyn, vescovo di Ivano-Frankivsk e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, meritò di sedere al banchetto celeste dell’Agnello.
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Il beato nacque il 25 marzo 1867 nel villaggio di Hadynkivtsi (regione di Ternopil). Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Lviv, il 18 novembre 1893, venne ordinato sacredote. Nel 1902 fu nominato Rettore del Seminario; il 19 giugno 1904 venne ordinato vescovo dell’Eparchia di Stanislaviv oggi Ivano-Frankivsk. Fu arrestato dalle autorità comuniste prima nel 1939 e poi l’11 aprile del 1945. A causa delle torture subite e delle percosse ricevute durante i famigerati interrogatori, il beato Hryhorij morì il 28 dicembre 1945 nell’ospedale del carcere di Lukianivska a Kiev. Fa parte del gruppo di 26 martiri della Chiesa greco-cattolica morti fra il 1935 e il 1973, perseguitati dal regime comunista che appoggiava la Chiesa ortodossa a cui essi rifiutavano di aderire; sono stati beatificati da papa Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001 a Leopoli (Lviv) durante il suo pellegrinaggio apostolico in Ucraina.
Autore: Antonio Borrelli
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