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Beato Giacinto (Enrico) Cormier Sacerdote domenicano

17 dicembre

Orleans, Francia, 8 dicembre 1832 - Roma, 17 dicembre 1916

Avvertendo già da seminarista il richiamo alla vita religiosa, professò in privato i voti ed entrò nel Terz'Ordine. Nel 1856, il giorno dopo la sua ordinazione sacerdotale, entrò nel noviziato di Flavigny, fondato da R. Lacordaire. A partire dal 1859, servì l'Ordine in diversi uffici: maestro dei novizi, priore in molti conventi, priore della provincia di Tolosa per due volte, assistente generale, procuratore dell'Ordine e infine nel 1904 venne eletto Maestro dell'Ordine, destando grande meraviglia per l'età avanzata e per la salute cagionevole. Fu l'uomo della Provvidenza per la restaurazione materiale e spirituale della Famiglia domenicana nel mondo: il suo programma fu quello di restaurare tutte le cose in Domenico, iniziando dallo studio e dalla preghiera.

Martirologio Romano: A Roma presso Santa Sabina sull’Aventino, beato Giacinto (Enrico) Cormier, sacerdote, che, Maestro Generale, governò con prudenza l’Ordine dei Predicatori, promovendo notevolmente gli studi di teologia e di spiritualità.


Tra i figli più degni che l’Ordine Domenicano ha avuto e che ha brillato di mite e candida luce, e che è stato per questo dalla Chiesa coronato con il titolo di Beato, c’è Padre Giacinto Cormier. Nato a Orleans nel 1832, in seminario egli sentì la vocazione domenicana e, appena ordinato sacerdote, tra le lacrime del suo Vescovo, nel 1856, partì per il Noviziato di Flavigny. Formò subito l’incanto dei superiori e dei novizi, i quali si contendevano la gioia di poter servire la messa del Padre Giacinto, che all’altare pareva un angelo. Repentini e improvvisi fiotti di sangue fecero temere seriamente per la sua salute. L’allora Maestro Generale, Padre Jandel, che non voleva perdere quella preziosa perla domenicana, decise di portarselo con se a Roma. Il male persistette, ma Papa Pio IX dette l’ordine di farlo professare lo stesso: “Se non potrà vivere religioso, disse il Beato Pontefice, abbia almeno la consolazione di morire Professo!”. Il Signore allora lo arricchì di tutti i doni, doni di natura e di grazia, e il più splendido è quella sua meravigliosa attitudine a comunicare ai fratelli gli inesauribili tesori del suo spirito. Nominato subito Maestro dei Novizi, e successivamente Priore, riuscì a meraviglia in ogni ufficio. Restaurata la Provincia di Tolosa, la più antica dell’Ordine, ne venne messo a capo. Qui fu il principio di un immenso lavoro. Nel 1904 venne eletto Maestro Generale. Volle “instaurare omnia in Dominico” seguito gioiosamente dai suoi figli. Il Collegio Angelico in Roma rimane la più espressiva delle sue opere. Il 17 dicembre del 1916, mentre l’Ordine in festa celebrava alla Minerva il settimo centenario della conferma papale, spirò come un santo, in una cella del Convento di S. Clemente in Roma. E’ sepolto nella chiesa dei SS. Domenico e Sisto presso la Pontificia Università di San Tommaso, già Pontificio Ateneo “Angelicum”, che egli fondò nel 1909. Chiamato da Papa San Pio X il “santo di Roma”, venne dichiarato Beato da Papa Giovanni Paolo II il 20 novembre 1994. La memoria liturgica cade nell’anniversario della sua elezione a Maestro dell’Ordine.
Il Martyrologium Romanum lo pone al 17 dicembre.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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