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San Gaetano Catanoso Sacerdote e fondatore

4 aprile e 20 settembre

Chorio di San Lorenzo, Reggio Calabria, 14 febbraio 1879 - Reggio Calabria, 4 aprile 1963

Gaetano Catanoso nacque a Chorio di San Lorenzo, Archidiocesi di Reggio Calabria, il 14 febbraio 1879. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1902, fu parroco di Pentedattilo e della Candelora in Reggio Calabria, dove realizzò un centro irradiante di vita eucaristica, divulgando la devozione al Volto Santo. Guida illuminata delle anime, da essere definito "il Confessore della Chiesa reggina", fu anche Cappellano delle carceri e dell'ospedale, Padre spirituale del Seminario diocesano, Canonico Penitenziere della Cattedrale. Promosse e sostenne iniziative di sostentamento per le vocazioni ecclesiastiche e fondò la "Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo".
Morì il 4 aprile 1963, fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 e canonizzato nel 2005.

 

Martirologio Romano: A Reggio Calabria, beato Gaetano Catanoso, sacerdote, che fondò la Congregazione delle Suore Veroniche dal Volto Santo per l’assistenza ai poveri e agli emarginati.


La strada da Chorio a Reggio Calabria, nel 1889, era lunga e accidentata. Papà Antonio era partito presto da casa per accompagnare il figlioletto Gaetano, di 10 anni, in Seminario, ma a un certo punto il ragazzino non ce la faceva più. Lo mise nella gerla e lo caricò sull’asino. Verso sera arrivarono alla meta.
Gaetano disse: "Sono venuto per farmi prete". È per Gesù solo che si possono vivere avventure così: fragile di salute, ma ardente di cuore per il suo ideale, prese a impegnarsi con serietà, a crescere nell’amore di Dio e del prossimo. Di tanto in tanto, ritornava in famiglia per ristabilirsi in salute, ma gli era impossibile scoraggiarsi.
"Chi te lo fa fare, una vita così?" – potremmo dire noi. Risposta: "Gesù solo". Solo Gesù e nessun altro.
A 16 anni, già vestito l’abito talare, tenne la prima predica alla gente del suo paese natio, meravigliando tutti per il fervore con cui parlò di Gesù presente nel SS.mo Sacramento dell’altare e della Madonna, sua e nostra Madre. "È stato un episodio molto bello – dirà un giorno – un anticipo della mia futura missione sacerdotale".

Parroco, padre, riparatore


Era nato, Gaetano Catanoso, a Chorio di S. Lorenzo (RC), il 14 febbraio 1879. I suoi genitori erano proprietari terrieri con coloni a lavorare nelle loro terre. Il ragazzo crebbe in una famiglia ricca di fede e di figli. In Seminario, i superiori temono però che non arrivi all’altare, ma lui, stupendo tutti, cresce in modo brillate così che dirà di se stesso: "Anche l’asinello ce l’ha fatta".
È ordinato sacerdote a Reggio Calabria il 20 settembre 1902. E’ così contento quel giorno che esclama: "O parenti, e amici chiamati a prender parte alla mia festa, pregate il Cuore di Gesù che mi renda santo". Giura di non commettere mai alcun peccato né mortale né veniale deliberato e di stare alla presenza di Dio ogni istante della sua vita.
Nel 1904, a soli 25 anni, va parroco a Pentadattilo, un piccolo borgo sull’Aspromonte, dove rimarrà fino al 1921. E’ innamorato di Dio e trascorre gran parte del suo tempo in chiesa, in adorazione a Gesù Eucaristico, dopo aver celebrato la S. Messa, centro della sua giornata e della sua vita, come farebbe, se potesse, un angelo. Confessa a lungo, ogni giorno, e presto si rivela un ottimo direttore spirituale: non vengono soltanto i parrocchiani al suo confessionale, ma molti dei dintorni e poi da lontano, anche molti confratelli sacerdoti.
Si dedica con amore di padre alla sua gente, ai bambini e ai ragazzi, agli anziani e ai malati, ai più poveri. Istruisce i giovani con una scuola serale gratuita, chiama i fedeli a prender parte alla S. Messa, in modo consapevole e fervoroso. E’ inviato a predicare missioni e a confessare in altre parrocchie della diocesi e fuori diocesi. Diventa la guida di tanti sacerdoti, di religiosi e di suore, di anime consacrate.
Nel silenzio della sua chiesa, don Gaetano matura una grande missione. Nel 1915, quando già gode fama di santità, per i consacrati, ma senza escludere nessuno, inizia a stampare un periodico: "L’ora eucaristica sacerdotale". Nel 1918, incontra don Luigi Orione, che nel 1908 si era distinto per la sua carità durante il terremoto di Messina e Reggio Calabria, e si infiamma di nuovo zelo apostolico.
Si avvicina la sua "ora". Nell’agosto 1843, Papa Gregario XVI a Roma aveva istituito la Confraternita del Volto Santo di Gesù, al fine di riparare le offese contro di Lui, soprattutto la bestemmia. Nel medesimo mese, al Carmelo di Tours, in Francia, Gesù si rivelava all’umile portinaia, suor Maria: "Il mio Cuore è bestemmiato ovunque: i fanciulli stessi bestemmiano. Con la bestemmia, il peccatore mi maledice in faccia, mi investe apertamente e pronuncia lui stesso il mio giudizio e la sua condanna. Io cerco delle Veroniche per asciugare il mio divin Volto, poiché esso ha pochi adoratori". Così il 27 ottobre 1845, nasceva a Tours il movimento della riparazione al Volto Santo di Gesù.
Don Gaetano ne viene a conoscenza e nel 1918 si iscrive al sodalizio dei Missionari del Santo Volto di Tours. L’anno seguente erige nella sua parrocchia la Confraternita del Santo Volto: "Uniamoci nella devozione al Volto Santo, per riparare i nostri peccati, in primo luogo la bestemmia e la profanazione della festa, per la conversione dei peccatori. Vogliamo diventare anime riparatrici, contribuire al trionfo della Chiesa, partecipare alle sublimi ricompense promesse da Nostro Signore".

Come Veronica per Gesù

Dal 1921 è parroco di S. Maria della Purificazione a Reggio Calabria. Nella sua parrocchia realizza un centro irradiante di vita eucaristica, divulgando con ogni mezzo l’amore al Volto Santo di Gesù, adorato nella SS.ma Eucaristia, sua presenza reale e Sacrificio al Padre, servito nei fratelli più poveri. Continua la sua itineranza di predicatore per la diocesi e per la Calabria.
Attorno a lui nasce un vasto sodalizio di anime. È cappellano delle carceri e dell’ospedale di Reggio, direttore spirituale del Seminario diocesano, poi canonico penitenziere in cattedrale. Nelle sue predicazioni attraverso l’Aspromonte, incontra numerosi ragazzi che non possono realizzare la loro vocazione sacerdotale per mancanza di mezzi: don Gaetano, dal 1921 fa nascere l’Opera vocazione per i chierici poveri e ne conduce diversi al sacerdozio. Nel medesimo tempo, progetta un’altra grande opera.
Nel 1934, benché già minato nella salute, ma indomabile per il suo amore a Dio e per il suo zelo per la salvezza delle anime, fonda una Famiglia religiosa votata alla preghiera riparatrice, all’evangelizzazione e all’assistenza della gioventù, a cominciare dall’infanzia, degli anziani, raggiungendo paesi sperduti di montagna, privi di strade e abbandonati sotto ogni aspetto.
Nascono così le Suore Veroniche del Santo Volto di Gesù, perché "come la Veronica asciugò il Volto piagato di Gesù sulla via del Calvario, esse lo adorino, e lo amino perdutamente nell’Eucaristia e gli asciughino le lacrime e le piaghe nei più poveri e nei più soli".
Tutti ormai lo chiamano "padre": è davvero il Padre delle anime, dei sacerdoti, dei consacrati e anche dei peccatori. Lo leggono con attenzione sul suo bollettino Il Volto Santo da cui imparano la sua spiritualità e il suo stile di vita. Lo ascoltano nella sua predicazione semplice e ardente. Trovano consolazione e coraggio dalla sua affezione alla Madonna, da lui amata e seguita soprattutto nel messaggio da Lei rivelato a La Salette, nel 1846, con l’invito forte alla conversione dal peccato, alla riparazione dei peccati dell’umanità, al ritorno continuo a Dio.
Anche i suoi Arcivescovi, da quello che lo ha ordinato a Mons. Giovanni Ferro giunto in diocesi nel 1950, lo guardano con ammirazione e venerazione, come a guida e Padre spirituale amabile e autorevolissimo: sarà Mons. Ferro ad approvare il 25 marzo 1958, le Suore Veroniche e ad accogliere l’ultimo progetto di don Gaetano: la costruzione del Santuario del Volto Santo che dovrà diventare, secondo le sue parole, "il centro dell’adorazione perpetua e della riparazione contro la bestemmia e la profanazione della festa".

Tabernacolo vivente


La sua predicazione, i suoi scritti sono un mare di luce e di amore più splendente del mare che circonda la sua terra. "Se vogliamo adorare il Volto Santo di Gesù e non solo la sua immagine, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia, dove con il Corpo e il Sangue di Gesù, si nasconde sotto il bianco velo dell’Ostia santa, il Volto di Nostro Signore".
"Non lasciate passare un giorno senza aver parlato del Volto Santo. Fate comprendere il dovere della riparazione e la vostra parola sia come il lievito che fermenta la farina".
"Amate Gesù Sacramentato. Non lo dimenticate mai. Non lo lasciate solo nel Tabernacolo, andate a visitarlo. Non è l’immagine di Nostro Signore come è l’immagine di un santo, ma è la realtà: Gesù vivo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Andate, parlate con Gesù, discorrete con Gesù, vivete di Gesù, consolate Gesù, fate tutto con Gesù, allora porterete Gesù alle anime".
"Pregate la Madonna. Quando la Madonna si volle manifestare afflitta e amareggiata, comparve con il Rosario in mano. Non dimenticate Lourdes, La Salette, Fatima. La Madonna parla anche di grandi castighi e chiede preghiere e penitenza. Consoliamo il Cuore della Mamma. Amate la Madonna e nella vostra vita, sarete felici".
Nella sua lunga vita, le difficoltà e le umiliazioni non gli erano mai mancate, ma lo sostiene una fede eroica nel Signore Gesù, ogni giorno più amato e vissuto fino all’identificazione con Lui: "Non scoraggiatevi, il Signore ci vuole tanto bene, le sofferenze passano, il premio per il Cielo rimane. Coraggio e avanti nel Signore".
P. Gaetano Catanoso va incontro a Dio al sorgere del 4 aprile 1963, giovedì della Passione del Signore. Chi lo conosce, lo definisce una luce che brillava, la bontà in persona, un tabernacolo vivente di Dio. "Lo trovavo sempre con il Rosario in mano", dirà di lui il suo Arcivescovo Mons. Ferro.
La sua fama di santità dilaga, confermata da una prodigiosa guarigione gravissima malattia di una Suora, avvenuta il giorno stesso della sua morte. Nel 1997, il Papa Giovanni Paolo II lo iscriveva tra i beati, e il Papa Benedetto XVI recentemente lo ha proclamato santo. Il bambino partito sull’asino per farsi prete, è giunto alla gloria degli altari e a una straordinaria irradiazione di Verità e di luce sul nostro tempo: anche oggi, più che mai, siamo assetati di Dio e cerchiamo il Volto Santo di Gesù, il Figlio suo, nostro Salvatore: unico Salvatore.

Autore: Paolo Risso

 


 

Diceva in una sua lettera pastorale in preparazione alla beatificazione di padre Catanoso, l’arcivescovo di Reggio Calabria Vittorio Mondello, “diventa beato uno dei nostri preti, di quelli che vivono a contatto con la gente, nell’esperienza quotidiana della vita parrocchiale, nell’impatto con il complesso mondo dei problemi, delle fatiche e dei disagi di ogni giorno. Diventa beato un prete di questo estremo lembo d’Italia, di questa terra che è il sud del Sud”.
E la beatificazione del sacerdote Gaetano Catanoso ebbe anche due aspetti straordinari, uno che essendo morto solo 34 anni prima, egli era conosciuto da tanti suoi contemporanei ancora viventi e poi che nella storia bimillenaria della Chiesa reggina, egli era il primo prete diocesano a diventare beato.
Gaetano Catanoso, terzogenito di otto figli, nacque a Chorio di S. Lorenzo (Reggio Calabria) il 14 febbraio 1879; a 10 anni nell’ottobre 1889 entrò nel Seminario Arcivescovile di Reggio Calabria e per motivi di salute fu costretto a vari ritorni temporanei in famiglia e proprio in uno di questi ritorni, aveva solo 15 anni, s’improvvisò predicatore nella chiesa di Chorio, attirando l’attenzione degli ascoltatori; presagio della sua futura missione sacerdotale.
Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1902 dal cardinale Gennaro Portanova, arcivescovo di Reggio. Per due anni rimase nel Seminario come prefetto d’ordine, fino al marzo 1904, quando venne nominato parroco a Pentidattilo, piccolo paese montano dell’Aspromonte sul versante ionico, isolato e poverissimo.
Qui il giovane parroco condivise con i suoi fedeli una vita fatta di stenti e privazioni, sperimentando ogni giorno il peso di un sottosviluppo che favoriva l’inerzia, l’emigrazione all’estero, la rassegnazione.
Promosse la devozione al “Volto Santo”, di cui nel 1918 divenne missionario aderendo all’Arciconfraternita di Tours in Francia e nel 1919 ottenne di erigere nella sua parrocchia di Pentidattilo, una “Confraternita del Volto Santo”; nel 1920 diede vita allo stampato “Il Volto Santo” che si diffuse in tutta la penisola.
Pur essendo costretto ad essere pastore di una piccola località sui monti, ebbe la volontà di conoscere, divenire amico, condividere le opere sociali ed assistenziali, di due futuri beati: Luigi Orione e Annibale Maria Di Francia, appoggiandone lo sviluppo anche in terra calabrese.
Nel 1921 fu nominato parroco nella chiesa di S. Maria della Candelora o della Purificazione, nella città di Reggio Calabria; qui fu parroco fino al 1940; la sua opera pastorale ebbe uno spazio più vasto, ravvivò nel popolo la devozione eucaristica e mariana, promosse l’istruzione catechistica e la crociata contro la bestemmia; indisse Missioni per il popolo, sia in Quaresima, sia nel mese di maggio, coordinando le cosiddette “Squadre Volanti”, ossia sacerdoti ben disposti ad aiutare i parroci in queste Missioni, sia per le confessioni, sia per le predicazioni.
Nel 1930 divenne canonico del Capitolo della Cattedrale; sempre ricco del carisma di diffondere la riparazione delle offese e la devozione al Volto Santo del Signore sofferente, continuò ad esserne un zelante missionario e nel dicembre 1934 s’impegnò con tutte le sue energie a fondare la Congregazione delle “Suore Veroniche del Volto Santo”, con lo scopo specifico di erigere asili e scuole di formazione catechistica nei posti più sperduti, lontani e disagiati.
Nel luglio 1935 vi fu la vestizione delle prime suore e a dicembre l’apertura della prima Casa a Riparo, nella periferia di Reggio Calabria; nel 1956 ne stese le Costituzioni e nel 1957 iniziò la costruzione della Casa Madre; l’Istituzione delle Suore Veroniche ebbe l’approvazione diocesana il 25 marzo 1958.
Ormai sessantenne, pur continuando a stimolare e guidare spiritualmente le sue suore, si dedicò con grande abnegazione alle confessioni, diventando di fatto “il confessore della Chiesa reggina”, e direttore spirituale di vari Istituti religiosi.
Ebbe la consolazione verso il termine della sua vita, di vedere realizzato l’altro grande sogno, di un santuario dedicato al Volto Santo, eretto presso la Casa-madre delle Suore Veroniche.
Alle suore ripeteva spesso “Voi dovete andare nei centri più abbandonati, là dove altre Congregazioni rifiutano di andare; il vostro posto è quello di raccogliere le spighe sfuggite ai mietitori”. E sempre parlando delle sue suore, Gaetano Catanoso diceva: “Le suore che io volevo non dovevano avere né casa, né mobili, né giardino, dovevano essere ricche di povertà e senza pretese, accontentandosi di tutto, come dono del Signore. Le presi dal popolo, anime semplici e le mandai così, come gli Apostoli di Nostro Signore, senza nulla, nei paesi che più avevano bisogno”.
Morì a Reggio Calabria il 4 aprile 1963 e la sua santa morte e la sua eroica vita, indusse la Chiesa di Reggio Calabria e le Suore Veroniche a richiedere il processo per la sua beatificazione; la causa iniziò il 15 dicembre 1981, fu proclamato venerabile il 3 aprile 1990 e beato il 4 maggio 1997 in Piazza S. Pietro, da papa Giovanni Paolo II.
Papa Benedetto XVI, nella sua prima cerimonia di canonizzazione, lo ha proclamato santo il 23 ottobre 2005 in piazza San Pietro.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2012-12-03

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