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Venerabile Carlo Carafa Fondatore

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Mariglianella di Nola, Napoli, 1561 - 8 settembre 1633


Carlo Carafa nacque nel 1561 a Mariglianella di Nola dai nobili don Fabrizio Carafa dei duchi di Andria e conti di Ruvo e da donna Caterina di Sangro.
Ma la sua nascita negli agi nobiliari, non lo preservò dalle sofferenze, infatti rimase orfano all’età di cinque anni e pertanto messo in un collegio a Nola, tenuto dai gesuiti. Da giovane rimase alcuni anni nella Compagnia di Gesù, da cui dovette uscirne perché ammalato di tisi; dopo energiche cure, riuscì a guarire e si dedicò alla carriera militare.
Combatté valorosamente e con vittoria nelle Fiandre, nella Savoia e come luogotenente generale contro i Turchi, liberando la città di Patrasso; attraversò un breve periodo di disordine morale, ma poi abbandonò il mondo, riprendendo gli studi con i padri Gesuiti, venendo ordinato sacerdote il 1° gennaio 1600.
Si distinse per la dedizione che dava agli ammalati dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, impegno che continuò per tutta la vita, anche se non più a tempo pieno.
Insieme ad alcuni sacerdoti napoletani, iniziò nel 1602 la predicazione di missioni rurali, percorrendo a piedi i paesi e le contrade dei dintorni di Napoli, sollevando gli oppressi, istruendo gli ignoranti, confortando i moribondi, istituendo conservatori e orfanotrofi, fondando chiese e conventi in Napoli e provincia.
Istituì così nel 1602 la Congregazione della Dottrina Cristiana, che nel 1621 cambierà il nome in Congregazione dei Pii Operai, con lo scopo dell’assistenza e istruzione della gente rurale delle campagne e dei sobborghi della città, che era maggiormente abbandonata.
Nel 1606 costruì il Santuario della Madonna dei Monti ai Ponti Rossi in Napoli, che divenne la culla della nascente Congregazione e il noviziato dei Pii Operai. Lo sviluppo della Congregazione permise l’apertura di altre case e di chiese a loro affidate, come la chiesa di S. Giorgio Maggiore in via Duomo a Napoli, S. Maria a Castello sul Monte Somma, a Maddaloni nell’agro casertano e successivamente la chiesa di S. Nicola alla Carità in via Toledo nel centro di Napoli e a Roma S. Balbina, S. Maria ai Monti e la costruzione di S. Giuseppe alla Lungara.
Nella sua molteplice attività padre Carlo Carafa fu Visitatore generale dell’Arcidiocesi di Napoli, evangelizzò le tribù di zingari accampati, allora come oggi, nella periferia della città, assisteva i condannati a morte; per nove anni fu rettore del Seminario arcivescovile; priore dell’Arciconfraternita della Dottrina Cristiana; cercò di istruire e convertire gli schiavi maomettani.
Altro campo d’azione del suo fervore apostolico fu la conversione delle meretrici, che per accoglierle e assistere fondò il Conservatorio di S. Maria del Soccorso. Fu l’artefice della grande processione penitenziale da lui guidata per le strade di Napoli, per impetrare la cessazione della disastrosa eruzione del Vesuvio del 1631, fu tanta la partecipazione a questa penitenza, che moltissimi peccatori si convertirono e presero a confessarsi in massa dai Pii Operai nella Chiesa di S. Giorgio Maggiore, altrettanto fecero un gran numero di meretrici, per le quali fu necessario fondare un altro conservatorio detto poi dal popolo “delle Pentite”.
È incredibile l’attività del venerabile Carlo Carafa, aveva tanti di quei compiti e responsabilità, che sembrava non avesse mai un momento libero; la sua vita era spesa interamente per il prossimo; fu più volte Preposito Generale del suo Ordine, ma quando nel 1633 lo volevano rieleggere, egli rifiutò, dicendo che voleva prepararsi da suddito alla morte, che profetizzò doveva avvenire in quell’anno, infatti morì l’8 settembre 1633 a 72 anni fra il compianto generale dei napoletani.
Il suo corpo riposa nella Chiesa di S. Nicola alla Carità in Napoli ed è meta tuttora di tanti devoti.
La sua Congregazione ebbe uno sviluppo notevole fra Napoli, Roma e dintorni nei secoli XVII e XVIII; nel 1656 sfiorò l’estinzione, quando tutti i suoi membri, nell’assistere gli appestati, contrassero la malattia morendo, solo quattro sopravvissero.
Con le soppressioni napoleonica e post-garibaldina, l’Istituto perse le fonti di sostentamento dell’immensa opera caritatevole che svolgeva e dovette chiudere le varie Case e Opere; nel 1943 la Santa Sede univa ai Pii Operai la Congregazione dei Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), fondata dal servo di Dio don Gaetano Mauro nel 1928 a Montalto Uffugo (Cosenza).
Oggi la Congregazione ha assunto il nome di Pii Operai Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), per continuare nel presente e nel futuro, le gloriose tradizioni di santità e di servizio alla Chiesa ed alle anime che nei secoli l’ha contraddistinta.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-10-29

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