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San Pietro (Pietrillo) Crisci da Foligno

19 luglio

† 1323

Pietro Crisci da Foligno (1243-1323) fa parte dei cosiddetti «santi folli». Come li definì il contemporaneo, e conterraneo, beato Iacopone da Todi. Davvero fu figura singolare. Dopo una giovinezza movimentata, si convertì a 30 anni, vendendo i beni e addirittura se stesso come schiavo. Ma il padrone lo liberò. La sua casa divenne allora la cattedrale di Foligno, dove aiutava nei servizi più umili. Dormiva sui gradini del campanile, vestiva di sacco, i piedi nudi, e pregava guardando il sole, perché simbolo di Gesù. Dedito alle più aspre penitenze, basava la sua spiritualità sull'esempio della beata Angela da Foligno e di santa Chiara di Montefalco. Durante la sua vita fu più volte pellegrino a Roma ed Assisi. L'Inquisizione se ne interessò, ma la sua fede risultò limpida. Pietro Crisci morì nella cattedrale di Foligno il 19 luglio 1323 in fama di santità. Durante tutto il Medioevo il santo godette di grande devozione. Nel 1385, in suo onore fu eretta una cappella nella cattedrale, restaurata nel 1870 dal vescovo Crispigni e dove attualmente si venera il suo corpo, racchiuso in un'urna artistica di legno.

Martirologio Romano: A Foligno in Umbria, beato Pietro Crisci, che, dati tutti i suoi beni ai poveri, si mise al servizio della cattedrale e visse in grande umiltà e penitenza nella torre campanaria.


Ecco una grande figura di eremita urbano dell’Umbria cristiana; Pietro Crisci detto popolarmente ‘Pietrillo’ nacque a Foligno da un certo Pietro della Famiglia dei Crisci, in data non certa, ma che qualche studioso indica nell’anno 1243.
All’età di 30 anni, vendette i beni paterni ereditati e distribuì il ricavato ai poveri e si mise a vivere al servizio della cattedrale di Foligno, dormendo in un piccolo vano del campanile, pregando e digiunando.
Non era raro trovare in quei tempi, persone penitenti che decidevano di vivere all’ombra di una chiesa, offrendo i loro servigi quando richiesti, sostenendosi con l’elemosina e conducendo una vita quasi eremitica nel contesto urbano; a questa particolare categoria appartenne anche s. Teobaldo Roggeri, che visse all’ombra della chiesa di Alba in Piemonte, a testimonianza che santi ci si può diventare in qualunque condizione di vita ci si trovi.
S. Pietro Crisci visse anche nel periodo dei moti religiosi umbri della prima metà del secolo XIV, fu accusato ed indagato dagli inquisitori; la sua spiritualità era legata alla beata Angela da Foligno ed a s. Chiara di Montefalco, dedito alle più aspre penitenze; fu più volte pellegrino a Roma ed Assisi.
Probabilmente è da identificare con quel “s. Petro de Foligno” che con il beato Cecco da Montegranaro, terziario francescano, edificò la chiesa di S. Maria di Montegranaro presso Pesaro.
Pietro Crisci morì a Foligno il 19 luglio 1323 in fama di santità; il padre domenicano Giovanni Gorini di San Geminiano ebbe l’incarico dal vescovo Agneletti di Foligno, di redigere la ‘Vita’ o ‘Legenda’, detta biografia è l’unica fonte, cui si sono rifatti tutti i successivi biografi e si può ritenere sufficientemente attendibile.
Durante tutto il Medioevo il santo godette di grande devozione e già dal secolo XIV gli statuti comunali, avevano inserito tra le feste di precetto il 19 luglio, giorno in cui si teneva anche una fiera, tuttora esistente.
L’11 maggio 1400 papa Bonifacio IX concesse indulgenze a quanti nel giorno della sua festa e nei tre giorni seguenti, avrebbero visitato la chiesa cattedrale di San Feliciano.
Nel 1385, in suo onore fu eretta una cappella nella cattedrale, restaurata nel 1870 dal vescovo Crispigni e dove attualmente si venera il suo corpo, racchiuso in un’urna artistica di legno.
S. Pietro Crisci è stato raffigurato sin dai primi anni dopo la sua morte, vestito di rozzo sacco, in ginocchio con le mani alzate verso il sole e l’aureola sul capo; la ‘Vita’ sopra citata, dice che durante la preghiera egli alzava lo sguardo verso il sole, ed in tale posa ebbe il dono di intravedere nel globo infuocato, il vero sole che è Cristo e che per sua grazia egli poteva fissare immobile, l’accecante luce, senza subire danni.

Autore: Antonio Borrelli
 


 

Ecco un santo scambiato per pazzo, proprio come San Francesco d’Assisi, che si definisce pazzus in Christo, simplex et idiota (dal latino “pazzo in Cristo, semplice e idiota”). Folli sì, ma di Dio e per Gesù. Il loro comportamento è giudicato anormale dagli uomini poiché chi si disfa di ogni ricchezza per regalare tutto ai poveri, scegliendo di vivere come loro, non è forse un pazzo? Eppure essi sono i pazzi “graditi a Dio” per la loro dedizione, per la loro passione, per il loro non volersi confondere con chi fa finta di essere cristiano, e cristiano non lo è. Pazzi capaci di compiere, in nome di Dio, miracoli e straordinarie opere di Bene per l’umanità. Pazzi che non hanno timore di protestare e di denunciare quei potenti della Terra che hanno dimenticato cosa siano la giustizia e la carità.
Pietro Crisci, chiamato popolarmente “Pietrillo”, nasce in Umbria, a Foligno (Perugia) nel 1243. Conduce un’esistenza senza regole, si diverte, pensa solo a se stesso. All’età di trent’anni la sua vita viene sconvolta da una “folle” conversione: vende tutti i beni ereditati dal padre e li distribuisce ai bisognosi. Come se non bastasse vende anche se stesso come schiavo per poter dare ancora più aiuto ai derelitti che avvicina. Il suo padrone, impietosito, lo libera. Pietro non possiede più nulla. Indossa un ruvido sacco, cammina scalzo e “l’eremita di città” si rifugia, da solo, nel campanile della Cattedrale di Foligno. Si sostenta svolgendo i lavori più umili e chiedendo l’elemosina. Digiuna e prega tantissimo, soprattutto rivolto verso il sole, simbolo di Gesù, che Pietro ama tanto. E pregando “Pietrillo” fissa il sole, immobile, senza rimanerne accecato.
Egli si ispira, nella propria condotta e nelle severe penitenze a cui si sottopone, alla concittadina Beata Angela da Foligno e a Santa Chiara di Montefalco (Perugia). Dopo aver compiuto vari pellegrinaggi a Roma e ad Assisi (Perugia), nel 1323 Pietrillo si spegne nella Cattedrale di Foligno intitolata a San Feliciano, dove ancora oggi il suo corpo riposa e viene venerato dai fedeli.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-07-17

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