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Gandhi

Testimoni



Mohandas Karamchand Gandhi è il figlio di un ministro del principe Rajkot, quindi appartiene ad una casta nobile, i cui membri non devono avere a che fare con i paria, che vengono trattati come animali nonostante lavorino tantissimo. Gandhi si rende conto di questa gravissima ingiustizia sin da ragazzo, quando una volta aiuta un ragazzo spazzaturaio nel suo lavoro. Dodici anni dopo, quando è avvocato, per lavoro sta viaggiando su un treno in prima classe in Sudafrica, ma, essendo indiano, viene lasciato in una stazioncina sperduta. Gandhi si era già reso conto della misera situazione dei settantamila "kulis" in Sudafrica, i quali non potevano votare, possedere terre, circolare liberamente tra le varie province; inoltre, se avessero voluto ritornare in India, sarebbero privati di metà dei loro risparmi. Gandhi comincia così a parlare alle folle di "kulis" che da diffidenti diventano attente e sempre più numerose. L'avvocato indiano non li esorta a una rivoluzione violenta, ma a una rivolta morale, silenziosa, secondo il principio "l'odio genera solo altro odio".All'inizio del 1914, con la pressione del re d'Inghilterra sul Sudafrica, le leggi ingiuste vengono abrogate dopo che i "kulis", sono stati imprigionati, picchiati e frustati ingiustamente, senza risposte violente da parte loro. Gandhi ritorna nel 1915 in India (dove gli inglesi hanno sottomesso milioni di "sporchi indigeni") e comincia a viaggiare con un bastone, arrangiandosi, per conoscere meglio il suo paese dopo anni e soprattutto per unire indù e musulmani, bramini e "paria". Nel 1920 Mohandas dice agli indiani di non comprare le stoffe inglesi, ma di fabbricarsele da soli, così, l'arcolaio divenne un simbolo di libertà insieme al tricolore. Nel 1930 inizia la marcia del sale, contro il monopolio inglese; Gandhi cammina con i suoi seguaci fino al mare dove cominciano tutti a far bollire l'acqua, in tutta l'India. L'ordine ai poliziotti è di arrestare chi viola la legge, ma in poche ore le prigioni indiane sono traboccanti di gente. Anche Gandhi è stato arrestato, ma la rivolta continua; quando all'esercito giunge l'ordine di sparare sulla folla, gli ufficiali si rifiutano di dare l'ordine ai loro uomini, i giornalisti inglesi prendono posizione per gli indiani, eccetera. Gandhi viene condannato a sei anni per aver violato la legge del sale. In prigione digiuna per i "paria", perché non vengano considerati impuri e intoccabili e riesce nel suo intento. Nel 1945 il partito laburista inglese dà la libertà all'India, ma all'inaugurazione del parlamento non è presente; a Calcutta, infatti, indù e musulmani da parecchi mesi si ammazzano per la strada e l'avvocato coraggioso sta pellegrinando nelle zone più agitate.Con il suo ultimo digiuno Gandhi riesce a far riappacificare le due parti, ma un fanatico indù, Nathuram Godse, incolpando al Mahatma la vanificazione della conquista delle moschee, il 30 gennaio 1948 gli spara tre colpi di rivoltella a meno di un metro, uccidendolo.


HA DETTO

Dio è coscienza morale. E' persino l'ateismo dell'ateo.

Sono un incorreggibile ottimista. Il mio ottimismo si fonda sulla mia convinzione che ogni individuo ha infinite possibilità di sviluppare la nonviolenza. Più l'individuo la sviluppa, più essa si diffonderà come un contagio che a poco a poco contaminerà tutto il mondo.

Non c'è liberazione per alcuno su questa terra, né per tutta la gente di questa terra, se non attraverso la verità e la nonviolenza, in ogni cammino della vita, senza eccezione.


Fonte:
Giovani.org

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Aggiunto/modificato il 2003-05-07

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