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Beato Notkero il Balbuziente Monaco di San Gallo

6 aprile

Heligau (Zurigo), 840 c. - 912

Il suo soprannome «Balbulus» cioè balbuziente è emblematico. Il benedettino svizzero Notkero aveva la lingua che incespicava. Per questo, durante l'infanzia, venne schernito dai compagni di scuola, tra i quali, comunque, eccelleva. Nacque da una nobile famiglia nel cantone svizzero di Zurigo intorno all'840. Terminati gli studi chiese di entrare nel monastero benedettino di San Gallo dove fu accolto con entusiasmo. In breve divenne direttore della scuola del monastero elvetico, che sotto di lui ebbe una straordinaria fioritura. Notkero eccelleva nella musica e nella poesia. Si narra che compose un inno ispirandosi al cigolio di una ruota di mulino (perciò è spesso ritratto assorto vicino a tale meccanismo). Autore anche di un «Martyrologium» e di opere storiche, tra cui le «Gesta di Karol Magni», morì a San Gallo il 6 aprile 912. Fu proclamato beato da Papa Giulio II nel 1513. (Avvenire)

Martirologio Romano: Nel monastero di San Gallo in Svevia, nel territorio dell’odierna Svizzera, beato Notchero il Balbo, monaco, che trascorse quasi tutta la vita in questo cenobio, dedicandosi alla composizione di numerose sequenze; gracile nel corpo ma non nell’animo, balbuziente nella voce ma non nello spirito, fu profondo nelle scienze divine, paziente nelle avversità, mite verso tutti, sollecito nella preghiera, nella lettura, nella meditazione e nella scrittura.


Nonostante la ‘Vita Notkeri’, scritta probabilmente nel XIII secolo, sia evidentemente leggendaria, perché lo confonde con altri monaci dello stesso nome, le notizie, la figura e le opere letterarie del beato Notkero sono ben conosciute, tramite altre fonti veritiere, documenti e manoscritti suoi, che si conservano tuttora nella biblioteca dell’antico monastero di San Gallo.
Notkero nacque nell’840 a Heligan (Zurigo); da ragazzo era schernito dai compagni di scuola, a causa di un difetto della parola o per la mancanza di un dente, egli stesso da grande, si applicò il soprannome ‘Balbulus’ (balbuziente).
Eccellente studente, entrò in età giovanile nella celebre abbazia benedettina di San Gallo, fondata dal monaco irlandese s. Gallo († 646), intorno alla quale sorse poi l’omonima città, capoluogo del Cantone svizzero di San Gallo.
Diventò monaco e sacerdote esemplare, eccellente poeta, musico e maestro; ma anche modello di modestia; fu direttore della celebre scuola letteraria ed artistica, che dal X al XIII secolo, rese importantissima l’abbazia di San Gallo.
Fu denominato dai suoi contemporanei “vaso dello Spirito Santo”, e la moderna storia della letteratura, lo ricorda come Notkero ‘il poeta’.
Con l’ausilio dei confratelli Ratperto e Tuotilo, diede all’abbazia gloria scientifica, artistica e liturgica, preparando i suoi discepoli ai più alti compiti nella Chiesa e nello Stato, come per esempio Salomone, che divenne vescovo di Costanza e Waldo che fu vescovo di Frisinga e tutti e due poi cappellani reali.
Scrisse la sua opera fondamentale le “Sequenze liturgiche” (una quarantina), riunite nel ‘Liber Hymnorum’ da lui dedicato nell’884 al vescovo Liudvaldo di Vercelli e composte per la Messa solenne delle più importanti feste liturgiche dell’anno; molte di queste ‘Sequenze’ furono cantate in tutta Europa fino al XVI secolo; musico valente, si narra che compose un inno, ispirandosi al cigolio di una ruota di mulino (perciò è spesso raffigurato assorto vicino a tale meccanismo).
Notkero fu anche autore di un ‘Martyrologium’, di opere storiche (specie le ‘Gesta di Karoli Magni’) e poesie occasionali, nelle quali poté esprimere il suo gioviale carattere.
Morì a San Gallo il 6 aprile 912 e fu venerato nel suo monastero come compatrono, durante tutto il Medioevo. Nel XVI secolo papa Giulio II incaricò il vescovo Ugo di Costanza, di espletare il processo sui miracoli del monaco poeta e lo proclamò Beato nel 1513.
Scomparsa l’abbazia nel 1805, la diocesi di San Gallo elevò il Beato Notkero a suo patrono secondario, celebrandone la festa il 6 aprile; a San Gallo però dal 1963 si celebra il 7 maggio, data della traslazione delle reliquie nella Cattedrale, avvenuta nel 1537; ad ogni modo il Martirologio Romano lo riporta comunque il 6 aprile.
Nell’iconografia sacra, il beato Notkero il Balbuziente è rappresentato con un bastone spezzato in mano, perché si narra che colpì il demonio, apparsagli sotto forma di cane feroce, col bastone di s. Colombano.

Autore: Antonio Borrelli
 


 

«No-no-no-no-tt-tt-kero!». Un bambino balbetta il suo nome ripetendo le sillabe. È il primo della classe, in tutte le materie, ma a scuola viene preso in giro dai suoi compagni perché incespica sulle parole: quando apre bocca per parlare, tutti gli altri ragazzini ridono. Chiunque al posto di Notkero si sarebbe sentito sminuito, diverso, incompreso, avrebbe cercato di isolarsi provando odio e rancore, magari si sarebbe rifiutato di andare a scuola. Non lui. Infatti “Balbuziente” è il soprannome che egli stesso si sceglie. Questo dimostra quanto sia umile e di indole mite il buon Notkero, di corporatura gracile, ma con una personalità vivacissima, allegro, sereno e gioviale con tutti.
Nasce nell’840 circa a Heligau, Zurigo (Svizzera) da una nobile famiglia. Notkero è un ragazzino intelligentissimo, legge tanti libri ed è coltissimo. Dimostra di essere un genio per la sua capacità di scrivere poesie e comporre musica. Spesso si isola per meditare e pregare il Signore. Infatti, finiti gli studi, Notkero entra nel Convento benedettino di San Gallo (Svizzera) perché si sente chiamato alla vita monacale. Notkero è un bravo monaco, sacerdote scrupoloso e pieno di virtù. Si occupa della biblioteca, viene designato come insegnante e formatore dei confratelli, scrive poesie e libri di storia, tanto da essere denominato per la storia della letteratura “Notkero il poeta”. Diventa anche direttore della scuola letteraria ed artistica del monastero e, grazie a lui, nonostante sia balbuziente e senza alcuni denti, l’Abbazia di San Gallo acquista celebrità e prestigio in tutta Europa.
Il monaco elvetico eccelle soprattutto nella musica. Dirige il coro e compone innovative liriche religiose chiamate “sequenze”, poemi musicali che vengono intonati durante la celebrazione della Messa. Secondo la tradizione, Notkero il Balbuziente compone un inno traendo spunto dal cigolio della ruota di un mulino. Spesso viene raffigurato con in mano il bastone spezzato di San Colombano, mentre colpisce e scaccia il demonio che gli si presenta sottoforma di un cane inferocito. Muore intorno al 912, nel suo convento, a San Gallo, e in questa cittadina svizzera “Notkero il poeta” tuttora riposa.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-03-06

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