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San Proietto Diacono e martire

1 dicembre



Due sono i santi di nome Proietto che sono ricordati nella tradizione agiografica piemontese e la cui esistenza è diversamente suffragata da prove archeologiche e documentarie.
Il primo è ricordato in un’epigrafe, scoperta agli inizi dell’ottocento tra Cavour e Campiglione, databile tra il V ed il VI secolo: HIC REQUIESCIT SCS PROIECTUS PRS QUI RECES SIT XIII K NOVBRES. Anche una piccola capsella plumbea, rivenuta nel 1905 durante degli scavi nell’area dell’antica abbazia di Santa Maria a Cavour, conteneva delle reliquie attribuite da una traghetta ad un santo di nome Proietto.
Sulla base di queste due testimonianze si può dunque dar credito alla tradizione che indicava Proietto come uno dei primi vescovi dell’antica Caburrum, vissuto tra il IV ed il V secolo. Una incerta credenza popolare lo considerava anche martire e lo inseriva anche nella numerosa lista dei martiri della famosa Legione Tebea: un processo assai frequente nell’ambito della produzione agiografica locale, che mirava a fornire maggiori coordinate spazio temporali, anche se in certi casi puramente fantastiche, a santi dei quali si era persa memoria dell’autentica identità storica. Il culto per questo santo era nel medioevo molto sentito ed aveva quale centro una cappella nei pressi di Cavour, ove numerosi fedeli ne veneravano la memoria al 25 gennaio. Il motivo dello spostamento rispetto alla data del 19 ottobre, riportata sulla ricordata lapide, sembrerebbe essere derivato da una confusione con un santo omonimo, vescovo e martire di Clermont – Ferrand, venerato in diverse diocesi francesi in tale data. Inoltre un altro martire con questo nome, localizzato nella cittadina istriana di Parenzo, è ricordato nello stesso giorno Oggi non rimane traccia di devozione verso San Proietto di Cavour.
Un secondo santo con questo nome è invece tuttora celebrato nel calendario liturgico regionale: un diacono e martire venerato a Casale Monferrato. La locale tradizione ne fece uno dei compagni di martirio del vescovo di Asti Evasio, ucciso il 1 dicembre del 741 nei pressi di Sedula (nome attribuito al territorio di Casale) per ordine del principe ariano Attubolo.
E’ noto come questa tradizione venne più volte fatta oggetto di attente analisi critiche che non hanno fino ad ora consentito di accettarne o negarne la storicità. Sembrerebbe improbabile un caso di martirio in pieno VIII secolo, pertanto alcuni trasportarono i fatti agli inizi della cristianizzazione del Piemonte, tra IV e V secolo. Un vescovo di Asti di nome Evasio è però solo testimoniato, in un documento di donazione fatta da Carlo Magno alla celebre abbazia di Novalesa, al tempo del re longobardo Liutprando (morto nel 744): la questione dell’identificazione dell’attuale patrono di Casale, e quindi dei suoi eventuali compagni, è tutt’altro che approdata ad una conclusione definitiva. Nella stupenda cattedrale romanica della cittadina piemontese, dedicata a San Lorenzo, sono comunque conservate le reliquie di Proietto, sotto la mensa dell’altare di fondo della navata destra. La festa annuale del santo è fissata al 1 dicembre.
Soltanto una più accurata e critica analisi delle fonti storiche (documentarie, archeologiche ed iconografiche) oggi reperibili, potrebbe contribuire a far luce sulla vicenda storica di questi santi e determinare se essi debbano essere identificati, come si potrebbe sospettare, in un solo personaggio che per ragioni sconosciute, venne doppiamente interpretato.


Autore:
Damiano Pomi

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Aggiunto/modificato il 2004-12-10

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