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Sant' Amedeo di Losanna Vescovo

27 agosto

Chatte (Dauphiné, Francia), 21 gennaio 1110 - Lausanne (Vaud, Svizzera), 27 agosto 1159

Sant’Amedeo, appartenente alla nobile famiglia dei Clermont, figlio del Beato Amedeo il Vecchio, fu allievo di San Bernardo di Clairvaux. Abate di Altacomba dal 1139 e poi vescovo di Losanna dal 1144, fu pastore sollecito nella formazione dei giovani e del clero. Alla morte del conte Amedeo III di Savoia fu nominato tutore del piccolo Umberto III, venerato poi come “beato”. Partecipò a parecchie Diete dell'imperatore Federico I Barbarossa. Amedeo ci ha lasciato alcuni scritti, tra cui otto omelie mariane che hanno le caratteristiche di veri trattati teologici sulla grandezza della Madre di Dio e che gli meritarono di essere considerato un assertore dell’assunzione di Maria. Anche la Liturgia delle Ore riporta alcuni suoi brani. Morì a Losanna il 27 agosto 1159. Le sue reliquie, conservate nella cattedrale, furono rinvenute nel 1911. Il suo culto è stato confermato ufficialmente dal pontefice Clemente XI nel 1710.

Emblema: Mitra, Pastorale

Martirologio Romano: A Losanna nell’odierna Svizzera, sant’Amedeo, vescovo, che, monaco di Chiaravalle, fu posto come abate del cenobio di Hautecombe e, divenuto poi vescovo, istruì con cura i giovani, formò un clero pio e puro e celebrò nella sua predicazione la Beata Vergine Maria.


Sant’Amedeo, appartenente alla nobile famiglia dei Clermont imparentata con la casa reale di Franconia, nacque il 21 gennaio 1110 in Val d’Isèr nel castello di Chatte, nel Delfinato francese.
Suo padre era il Beato Amedeo di Clermont il Vecchio, signore di Hauterive, nella regione Drôme, che abbandonò il mondo con altri sedici cavalieri suoi vassalli entrando nell’Ordine dei Cluniacensi a Bonnevaux. Morì nel 1150, dopo essersi prodigato nella fondazione di vari monasteri.
Tornando dunque al figlio, entrò anch’egli a Bonnevaux con il padre quando non aveva ancora compiuto i dieci anni di età. La sua formazione prosegui poi nel celebre monastero di Cluny dal 1121 e presso la corte reale tedesca, accolto dal parente Corrado, futuro imperatore di Germania.
Ma il giovane Amedeo non si sentiva assolutamente attratto dal mestiere delle armi e nel 1125 giunse alla decisione di iniziare il noviziato nel monastero di Clairvaux, sotto la preziosissima guida di San Bernardo.
Nel 1139 Amedeo fu eletto abate dell’abbazia di Hautecombe (Altacomba), in Savoia, recentemente fondata dal conte Amedeo III per divenire la prima necropoli del casato sabaudo. Già durante tale periodo era conosciuto come il “saggio di Savoia”.
Dal 1145 dovette rinunciare a tale carica, chiamato ad occupare la sede episcopale di Losanna, oggi città capoluogo del cantone svizzero del Vaud. Ricevette la consacrazione episcopale il giorno del suo compleanno, festa di sant’Agnese.
Esercitò il suo ministero nello spirito della riforma cistercense, ma oltre alle funzioni di vescovo dovette occuparsi anche di politica. Alla morte del conte Amedeo III di Savoia, avvenuta nel corso di una crociata, fu infatti nominato tutore del piccolo Umberto III, venerato poi come “beato”. Partecipò a parecchie Diete dell’imperatore Federico I Barbarossa, che lo nominò Gran cancelliere del regno di Borgogna. Coinvolto in conflitti nobiliari, specialmente con il conte Amedeo di Ginevra, e quindi costretto per un certo tempo all'esilio, riuscì a giungere a un compromesso con il duca Konrad von Zähringen.
Tutti questi avvenimenti potrebbero farci pensare che Amedeo sia stato soprattutto un buon politico. Ma vi è un’altra faccia della sua vita.
Egli amava definirsi “Amedeus peccator Lausannensis vocatus episcopus”.
Apostolo infaticabile, fu anche pastore sollecito nella formazione dei giovani e del clero. Era anche solito ritirarsi in un castello nei pressi di Chexbres per potersi assicurare dei tempi di preghiera e di meditazione.
Egli affidò Losanna alla particolare protezione di Maria.
Amedeo ci ha lasciato alcuni scritti tra cui, oltre ad una lettera ai suoi figli spirituali della Chiesa di Losanna, otto omelie mariane che hanno le caratteristiche di veri trattati teologici sulla grandezza della Madre di Dio e che gli meritarono di essere considerato un assertore dell’assunzione di Maria.
I loro titoli sono:
1. Des fruits et des fleurs des vertus de la sainte Vierge.
2. De la justification ou grâce intérieure de la sainte Vierge.
3. De l’incarnation du Seigneur.
4. De l’enfantement de la Vierge et de la naissance de Jésus-Christ.
5. De la force d’âme, ou du martyre de la sainte Vierge.
6. De la joie et de l’admiration de la sainte Vierge à la résurrection et ° l’ascension de Jésus-Christ.
7. De la mort de la sainte Vierge , de son assomption et de son exaltation à la droite de son Fils.
8. De la plénitude de perfection dans la sainte Vierge, de sa gloire et de la puissance de sa proctetion.
Il suo è uno stile fresco, encomiastico e quasi ingenuo, anche nell’affrontare argomenti come la divina maternità, la regalità, l’assunzione, la verginità e la mediazione della Beata Vergin Maria, che egli concepisce quale “Nuova Eva”. Amedeo ci presenta la posizione di Maria nell’economia della salvezza e riscontra in lei il punto di incontro tra i due Testamenti, paragonati a due canestri d’oro posti ai lati di Maria: l’antico profetizza gli eventi futuri ed il Nuovo loda l’onnipotenza di Colui che li ha portò a compimento. In tutto ciò Maria presenziò sempre accanto al Figlio che compie la volontà del Padre.
Nell’esporre il progresso spirituale di Maria, Amedeo illustrò gli effetti dei sette doni dello Spirito Santo su Maria: il Timore di Dio opera la giustificazione di Maria, la Pietà unisce Maria allo Spirito Santo quasi in una vera alleanza nuziale, la Scienza è diffusa nel mondo da Maria tramite il suo parto verginale, la Fortezza si rivela nel mistero della spada che trafigge la sua anima, il Consiglio riempie di gioia l’animo di Maria nei misteri della Resurrezione e Ascensione del Signore, l’Intelletto le dona l’immensa beatitudine nella gloria celeste ed infine la Sapienza riempirà di pienezza la Vergine quando tutti gli uomini giungeranno all’eterna salvezza.
Ora Maria continua nel Cielo la sua materna missione che svolse sulla terra in favore degli uomini. Manifestazione concreta di tale sua opera sono i continui prodigi che opera nei santuari a lei dedicati. La sua materna premura dovrebbe spingere gli uomini a confidare in lei e a rivolgerle preghiere di supplica.
Questo è in sintesi il pensiero di del santo vescovo Amedeo di Losanna, che meritò di essere citato come testimone della fede nell’Assunzione di Maria in occasione della definizione solenne di tale dogma da parte del pontefice Pio XII nel 1950. Amedeo fa inoltre parte di quella che viene definita la “seconda generazione” di autori spirituali cistercensi, con Gilbert de Hoyland, Baudouin de Ford ed Isaac de l’Etoile.
Morì a Losanna il 27 agosto 1159, all’età di quarantanove anni. Questa data fu a lungo al centro di controversie tra gli storici. Le sue reliquie, conservate nella cattedrale, furono rinvenute nel 1911. Il suo culto è stato confermato ufficialmente dal pontefice Clemente XI nel 1710. La Liturgia delle Ore riporta ancora oggi alcuni suoi brani nell’Ufficio delle Letture.


DALLE “OMELIE” DI SANT’AMEDEO DI LOSANNALa santa Vergine Maria fu assunta in cielo. Ma il suo nome ammirabile rifulse su tutta la terra anche indipendentemente da questo singolare evento, e la sua gloria immortale si irradiò in ogni luogo prima ancora che fosse esaltata sopra i cieli. Era conveniente, infatti, anche per l'onore del suo Filgio, che la Vergine Madre regnasse dapprima in terra e così alla fine ricevesse la gloria nei cieli. Era giusto che la sua santità e la sua grandezza andassero crescendo quaggiù, passando di virtù in virtù e di splendore in splendore per opera dello Spirito Santo, fino a raggiungere il termine massimo al momento della sua entrata nella dimora superna. Perciò quando era qui con il corpo, pregustava le primizie del regno futuro, ora innalzandosi fino a Dio, ora scendendo verso i fratelli mediante l'amore.Fu onorata dagli angeli e venerata dagli uomini. Le stava accanto Gabriele con gli angeli e le rendeva servizio, con gli apostoli, Giovanni, ben felice che a lui, vergine, fosse stata affidata presso la croce la Vergine Madre. Quelli erano lieti di vedere in lei la Regina, questi la Signora, e sia gli uni che gli altri la circondavano di pio e devoto affetto. Abitava nel sublime palazzo della santità, godeva della massima abbondanza dei favori divini, e sul popolo credente e assetato faceva scendere la pioggia delle grazie, lei che nella ricchezza della grazia aveva superato tutte le creature. Conferiva la salute fisica e la medicina spirituale, aveva il potere di risuscitare dalla morte i corpi e le anime. Chi mai si partì da lei o malato, o triste, o digiuno dei misteri celesti? Chi non ritornò a casa sua lieto e contento dopo d'aver ottenuto dalla Madre del Signore, Maria, quello che voleva?Maria era la sposa ricca di gioielli spirituali, la madre dell'unico Sposo, la fonte di ogni dolcezza, la delizia dei giardini spirituali e la sorgente della acque vive e vivificanti che discendono dal Libano divino, dal monte Sion fino ai popoli stranieri sparsi qua e là. Ella faceva scendere fiumi di pace e grazia. Perciò mentre la Vergine delle vergini veniva assunta in cielo da Dio e dal Filgio suo, re dei re, tra l'esultanza degli angeli, il giubilo degli arcangeli e le acclamazioni festose del cielo, si compì la profezia del salmista che dice al Signore: «Sta la regina alla tua destra in veste tessuta d'oro, in abiti trapunti e ricamati» (Sal 44, 10 volg.)
[Dalle “Omelie” di sant’Amedeo di Losanna, vescovo (Om. 7; SC 72, 188. 190. 192. 200)]


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2005-01-30

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