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Venerabile Angiolino Bonetta Adolescente

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Cigole, Brescia, 18 settembre 1948 – 28 gennaio 1963

Angiolino Bonetta nacque a Cigole, in provincia e diocesi di Brescia, il 18 settembre 1948. Fu allievo delle Figlie della Carità Canossiane fino agli undici anni, quando proseguì gli studi presso l’Istituto Artigianelli di Brescia. Dopo quindici giorni dal suo arrivo, cominciò a zoppicare perché aveva forti dolori alla gamba destra. Esami successivi riscontrarono un osteosarcoma della tibia. Dopo altri cinque ricoveri, il 2 maggio 1961 subì l’amputazione della gamba. Durante la convalescenza, conobbe il Centro Volontari della Sofferenza fondato da monsignor Luigi Novarese (beatificato nel 2010): aderì in pieno alla spiritualità che proponeva, impegnandosi a offrire le sue sofferenze e a essere un apostolo tra gli altri malati. Monsignor Novarese accolse il suo desiderio di consacrarsi a Dio, benché fosse ancora adolescente: il 21 settembre 1962, Angiolino professò i consigli evangelici come associato dei Silenziosi Operai della Croce. Circa venti giorni dopo, fu di nuovo ricoverato, ma le cure risultarono inefficaci. Morì nella sua casa di Cigole il 28 gennaio 1963; non aveva ancora compiuto quattordici anni Il 10 luglio 2020 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui Angiolino, i cui resti mortali riposano nel cimitero del suo paese, veniva dichiarato Venerabile.



Un bambino vivace
Angiolino Bonetta nacque il 18 settembre 1948 a Cigole, in provincia e diocesi di Brescia, da Francesco Bonetta e Giulia Scarlatti, modesti operai.
Vivacissimo e intelligente. crebbe con l’argento vivo addosso, come si suol dire, sempre pronto a combinare guai uno dietro l’altro. Ad esempio, andava spesso a fare il bagno nel fiume Mella, abbastanza pericoloso come tutti i fiumi, di nascosto dai genitori ma con la complicità della sorella. Naturalmente, quando lei lo confessò alla madre, venne severamente punito e gli fu proibito di nuotare nel fiume.

Allievo delle Canossiane
Angiolino frequentò l’asilo dalle Figlie della Carità Canossiane, le quali notarono la forte predisposizione alla preghiera e la profonda devozione del piccolo. Pertanto l’aiutarono ad accrescere, negli anni successivi, l’amore per l’Eucaristia e per il sacramento della Confessione. Le Madri Canossiane furono sempre per Angiolino una seconda famiglia e la loro scuola fu una seconda casa. La sua bontà traspariva dagli occhi, vispi ma sinceri.
Il 14 aprile 1955, a sei anni, preparato dalle suore, ricevette la Prima Comunione. Faceva il chierichetto con entusiasmo, servendo la Messa ogni domenica. Simpatico con gli amici e con i più piccoli, giocava molto bene a calcio; soprattutto arbitrava, riscuotendo la fiducia dei compagni.

La malattia
Terminate le elementari, a undici anni, iniziò la Scuola di Avviamento Professionale presso l’Istituto Artigianelli di Brescia. Tuttavia, dopo appena quindici giorni, cominciò a zoppicare vistosamente a causa di dolori acutissimi alla gamba destra.
Riportato a casa, fu ricoverato presso l’ospedale Fatebenefratelli di Brescia per accertamenti. La diagnosi iniziale fu di osteomielite condensante alla gamba destra, ma dopo un ricovero all’ospedale civile di Brescia fu precisata: osteosarcoma della tibia.

La sofferenza offerta sul modello dei pastorelli di Fatima
Dopo cinque ulteriori ricoveri a scopo terapeutico, il 2 maggio 1961 Angiolino subì l’amputazione della gamba. Il periodo post-operatorio fu difficile: forti dolori fisici si associarono a quelli psichici, scaturiti dal sapere che non aveva più una gamba.
Nei momenti più difficili, il ragazzo trovò la forza di invocare l’aiuto di Gesù e della Madonna: «Signore, ti ho offerto tutto per i poveri peccatori, ma ora aiutami Tu a non negarti nulla». Sul comodino aveva la storia dei bambini veggenti di Fatima, ai quali la Madonna aveva rivolto l’invito ad offrire penitenze e preghiere per la conversione dei peccatori: si ripromise d’imitarli.

La conoscenza del Centro Volontari della Sofferenza
Nella lunga convalescenza in ospedale, conobbe Fausto Gei (anche per lui è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione), malato di sclerosi a placche, appartenente al Centro Volontari della Sofferenza.
Aderendo a quel sodalizio, si convinse che finché un malato avesse un minimo di forze, dovesse offrire con Gesù Crocifisso per la salvezza del mondo. Così venne invitato a pregare e a offrire le sue sofferenze per tre persone: per un protestante grave, poi per un uomo di sessant’anni, da tempo lontano dai Sacramenti, e per un giovane ateo irremovibile.

Capace di buon umore
In occasione del rientro a casa, si organizzò una festa per lui, ma gli amici, imbarazzati e intristiti per la sua gamba persa, non erano dell’umore adatto a divertirsi. Allora Angiolino ruppe il ghiaccio, fra lo stupore dei presenti: «Cosa sono quelle facce? Questa è una festa! Guardate al positivo, ora faccio più presto a lavarmi i piedi e a tagliarmi le unghie».
La menomazione non lo bloccò: anzi, si muoveva con disinvoltura con le stampelle. Partecipò nell’agosto del 1961 agli Esercizi Spirituali tenuti al santuario della Madonna del Sangue di Re (Novara) per il Centro Volontari della Sofferenza, diventando amico di tutti e modello per gli ammalati.
Minimizzando il suo male, prese a confortare i degenti dei vari reparti ospedalieri, dove veniva ricoverato di volta in volta, sollecitandoli a una pacata rassegnazione e a rinforzarsi con la preghiera.

L’incontro col Beato Luigi Novarese
Il tumore, però, era in fase avanzata: nel 1962 raggiunse i polmoni. Ormai la terapia radiologica risultava inefficace.
Lo stesso anno, il 1° maggio, presso il santuario della Madonna della Formica a Offlaga, Angiolino incontrò monsignor Luigi Novarese (beatificato nel 2010), che aveva fondato nel 1947 il Centro Volontari della Sofferenza. Iniziò anche a partecipare ai pellegrinaggi a Lourdes organizzati per i malati. Intanto, desiderava donarsi più completamente a Dio, ma la sua giovane età era un impedimento.

La professione dei consigli evangelici
Monsignor Novarese nel maggio 1962 riferì ad Angiolino la gravità della malattia e, allo stesso tempo, l’invitò a far parte dei Silenziosi Operai della Croce, un’Associazione, da lui stesso fondata il 1° novembre 1950, che univa persone sane e malate nell’apostolato e nella professione dei consigli evangelici.
Il 21 settembre 1962, a nemmeno quattordici anni, pronunciò la professione di associato ai Silenziosi Operai della Croce. Per Angiolino fu la gioia più grande in tutti quegli anni: «Ora son tutto della Madonna, dalla punta dei piedi alla cima dei capelli», commentò.

Gli ultimi tempi
Una ventina di giorni dopo, il 10 ottobre 1962, fu di nuovo ricoverato. Visto che le cure non avevano effetto, dopo quindici giorni venne dimesso e riportato a casa. Nella solennità dell’Immacolata Concezione del 1962 rinnovò la sua consacrazione alla Vergine Maria, prevista dallo Statuto dei Silenziosi Operai della Croce.
Una notte disse alla mamma: «Se io morissi presto, tu cosa faresti?» e lei subito rispose: «Compiremmo insieme la volontà di Dio!». Quest’affermazione rasserenò Angiolino, che presentiva l’ora della propria fine terrena.

La morte
Il 27 gennaio 1963, il parroco lo confessò e gli portò l’Eucaristia come Viatico e gli amministrò l’Unzione degli Infermi. Fino a mezzanotte Angiolino continuò a pregare con i presenti, poi prese sonno.
Verso le due di notte si svegliò e, guardando dolcemente la madre, disse: «Mamma, ci siamo. Ecco la mia ora».  Fissando la statuetta della Madonna sul comodino, si addormentò nel Signore. Era il 28 gennaio 1963. Fu sepolto nel cimitero del suo paese.

La causa di beatificazione e canonizzazione fino al decreto sulle virtù eroiche
Il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione, volta a verificare l’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane, fu emesso dalla Santa Sede il 19 maggio 1988.
L’inchiesta diocesana si è quindi svolta presso la diocesi di Brescia, dal 22 ottobre 1998 al 6 maggio 2000. Il decreto di validità degli atti giuridici dell’inchiesta fu emesso il 23 marzo 2001, mentre la “Positio super virtutibus” fu presentata nel 2004.
Il 10 luglio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui Angiolino Bonetta veniva dichiarato Venerabile.


Autore:
Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2020-07-12

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