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San Leone di Catania Vescovo

20 febbraio

† Catania, 20 febbraio 789

Leone, nacque a Ravenna, nel 720 d.C.. Ancora giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto vescovo di Catania. Si narra che i catanesi, dovendo eleggere un nuovo vescovo, avessero avuto in sogno da un angelo che a Reggio Calabria vivesse Leone che sarebbe stato la persona giusta. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, rifiutò, ma dopo molte insistenze, accettò. In quegli anni, in tutto l'Impero bizantino era in atto la distruzione delle immagini sacre «iconoclastia». Coloro che non ubbidivano all'editto che metteva al bando le icone venivano incarcerati. Leone si oppose a questa legge. Per tale ragione il governatore della Sicilia ne ordinò l'arresto e Leone fu costretto a rifugiarsi sulle montagne. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e dove morì il 20 febbraio 789.

 

Martirologio Romano: A Catania, san Leone, vescovo, che provvide con singolare impegno alla cura dei poveri.

Ascolta da RadioVaticana:   
  

Leone, nacque a Ravenna, nel 720 d.C. Sin da bambino sentiva il richiamo di Dio, si narra che la madre lo vide in ginocchio assorto in preghiera all'età di due anni. Ancora giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto Vescovo di Catania, si narra che i catanesi, dovendo eleggere un nuovo Vescovo, avessero avuto in sogno da un angelo che a Reggio Calabria vivesse un uomo, Leone in odore di santità, che sarebbe stato la persona giusta per ricoprire la carica di Vescovo. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, non volle accettare, ma dopo le insistenze dei catanesi, divenne Vescovo di Catania. In quegli anni, in tutto l'Impero Bizantino era in atto la feroce distruzione delle immagini sacre "iconoclastia".Coloro che non ubbidivano all'editto che metteva al bando le icone, ritenute segno di idolatria, venivano incarcerati e spesso finivano sul patibolo. Il Vescovo di Catania si oppose apertamente alle leggi imperiali. Per questo il governatore bizantino della Sicilia ordinò l'arresto di Leone che fu costretto a lasciare Catania e a rifugiarsi sulle montagne. Vagò per anni nelle boscose cime dei Nebrodi, nei dintorni di Longi e Sinagra, protetto dal popolo che vedeva in lui il fiero oppositore alle leggi inique dell'Impero.
Giunse, infine, a Rometta. Qui, sulle vicine montagne peloritane, visse da eremita in una grotta da lui stesso scavata. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e a lottare sempre con più energia contro le leggi iconoclaste. Nella città etnea si spense il 20 febbraio del 789.

Autore: Rosario Saccà
 


 

San Leone nasce a Ravenna nel 703 circa. Durante la sua vita compie molti miracoli tanto da meritarsi l’appellativo di “San Leone il Meraviglioso”. Si racconta che la madre lo abbia visto in ginocchio pregare il Signore a soli due anni. Leone cresce, si fa giovanotto e diventa un monaco benedettino. Si trasferisce al Sud, a Reggio Calabria, per cercare silenzio e solitudine. Ma a Catania, in Sicilia, devono eleggere il nuovo vescovo. Ad alcuni catanesi, in sogno, un angelo dice che a Reggio Calabria vive Leone, un uomo santo da eleggere vescovo della città. L’umile monaco non si sente degno di ricoprire tale carica, ma ubbidisce ai superiori e viene eletto vescovo di Catania.
A quei tempi nell’Impero bizantino una regola vietava l’utilizzo delle immagini sacre. Leone non rispetta il divieto e, per non essere arrestato, scappa sulle montagne e vaga in mezzo ai boschi, nei pressi di Longi, Sinagra e Rometta, in provincia di Messina. Leone si rifugia dentro alcune grotte, aiutato dalla popolazione che lo ama.
Passano gli anni e il monaco torna a Catania come vescovo. La gente lo cerca, implora il suo aiuto contro le malattie e Leone compie tanti miracoli. È così buono e caritatevole da essere soprannominato “il Meraviglioso”. Leggendaria è la sua vittoria contro il mago Eliodoro arrabbiato per non essere stato eletto vescovo. Per dispetto Eliodoro disturba, con i suoi malvagi sortilegi, la città e le funzioni religiose di Leone. Ma un giorno “il Meraviglioso” affronta pubblicamente il perfido mago il quale incenerisce tra le fiamme.
Leone muore a Catania nel 787 circa. Si racconta che una signora siracusana malata sia subito guarita dopo aver sfiorato il vestito del vescovo privo di vita. Un’altra leggenda narra che un’acqua miracolosa sia sgorgata dalla fonte da lui stesso scavata con le mani, in una grotta a Rometta. Ancora oggi nei paesi dove Leone è vissuto – Saracena (Cosenza), Longi, Sinagra e Rometta (Messina) – il popolo ogni anno lo ricorda con grandi festeggiamenti, fiaccolate e pellegrinaggi. In particolare Longi è grata per il miracolo avvenuto nel 1885 quando il paese viene salvato da una frana, grazie alle preghiere rivolte a San Leone il Meraviglioso.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-01-21

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